ECATE
Dei forti rumori alla posta mi destarono dal mio sonno agitato, ancora confusa guardai l'ora dalla sveglia sul comodino.
Le fottute quattro del mattino!
Chi cazzo poteva essere? Con ancora alcuni insulti sulle labbra mi alzai, recuperai una vestaglia dalla poltroncina in camera e corsi verso la porta d'ingresso.
Senza guardare chi fosse, l'aprii con foga, pronta allo scontro.
Ares non aspettò nemmeno il mio invito, entrò nel mio appartamento come se gli appartenesse, rimasi interdetta da quell'intrusione, era l'ultima persona mi aspettassi di vedere. Il Dio si guardò attorno, studiando ogni minimo dettagli, ma senza particolare interesse. "Ti rendi conto di che ore sono?" Gli chiesi scocciata, una volta dissipata la confusione, chiusi la porta con un tonfo per sottolineare il mio stato d'animo.
Cerbero non fece nemmeno finta di essere un buon guardiano, dormiva profondamente sul tappeto del soggiorno, nonostante ci fosse un intruso.
Il Dio si sedette sul divano, mettendosi comodo e allungando le gambe per appoggiarle sul tavolino. "Sì, certo che lo so." Disse, sorridendo mentre alzava le braccia pigramente per metterle dietro la testa.
Se il suo intento, era quello di farmi incazzare, ci stava riuscendo benissimo.
Strinsi i pugni, per bloccare la mia magia, la sentivo risalirmi lungo le vene, una lenta carezza sottopelle, volenterosa di uscire. "Spero che qualcuno sia morto?!" Gli chiesi, ringhiando, dirigendomi verso di lui, accomodandomi su una poltrona di fronte. Con un gesto della mano la mia magia allontanò il tavolo, facendo cadere le sue gambe nel vuoto.
Lui non sembrò minimamente accorgersene, mi fissava seriamente. "Qualcuno lo sarà presto se non intervieni. Devi porre fine alle mie sofferenze Dea. Adesso." Incrociai le gambe e le braccia minacciosa.
Ma di cosa diavolo stava parlando?!
"Se in qualche modo ti sto causando delle sofferenze, fidati, in questo momento ne sono molto contenta." Gli dissi ancora scocciata per quella visita non richiesta.
"Sarai contenta se ucciderò Thanatos?" Mi chiese con uno strano luccichio malevolo negli occhi, i suoi occhi scuri erano seri.
Sbuffai alla sua minaccia. "Than sa difendersi benissimo da te e poi perché dovresti ucciderlo?" Mi fissai le unghie impassibile, ignorando il tuffo al cuore al solo sentir nominare il suo nome.
"Lo farei, dal momento in cui questa guerra fredda tra voi sta danneggiando me." Le sue parole mi fecero scattare con lo sguardo nella sua direzione.
"Sentiamo, come farebbe a danneggiarti?" Chiesi cauta.
Lui sbuffò, ma nei suoi occhi passarono diverse emozioni. "Quella patetica ombra di divinità se ne sta tutte le sere sul mio divano ad ubriacarsi finché non sviene. Dannazione! devi fermarlo se continua così finirà tutta la mia riserva di alcolici più costosa." Le sue parole potevano sembrare colleriche, ma ancora non mi tornava una cosa.
Al Dio importava davvero di quella situazione, resami conto di quel punto, mi sconvolsi.
Immaginai la Morte ubriacarsi tutte le sere sul cazzo di divano di Ares, a lui non piaceva nemmeno quella divinità, come poteva essersi rintanato da lui? Perché non Ade? Cosa gli stava succedendo?
Migliaia di domande nella mia testa cominciarono a vorticare, quella situazione non mi piaceva, mi massaggiai il petto per colpa di una fitta. Storsi il naso, cercando di ricordarmi di essere in collera con Than, ma nonostante i miei propositi l'unica immagine nella mia mente era quella del Dio fiero a casa di uno che odiava mentre si autodistruggeva.

STAI LEGGENDO
La Strega e La Morte
FantasySpin-off de "Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccio" e "La Primavera e il Cacciatore". Ora che finalmente Ade ha ritrovato il suo amore e possono essere felici cosa ne sarà del Dio della Morte e del suo di amore per Ecate, Dea della Magia? Dopo...