THANATOS
La notte era finalmente calata, le tenebre mi avvolgevano come una seconda pelle, il mio passo non produceva alcun rumore, l'oscurità era più pesante del solito, la fortuna mi stava assistendo in quella notte senza luna.
La villa di Ermes era silenziosa, nessuna luce al suo interno, come se volesse far credere di non essere lì.
Come mai tanta segretezza?
Era ora di scoprirlo, con un balzo e un movimento delle ali, atterrai sul tetto, mi mossi con cautela, cercando di individuare il punto migliore dalla quale accedere, un lieve gemito mi mise in allerta. Seguii quel suono e arrivai proprio sopra una finestra, mi sporsi dal tetto, era chiusa, ma quella a fianco no, con una capriola, tenendomi al cornicione, mi introdussi nella casa. A giudicare dal mobilio doveva trattarsi di un salottino, divanetti minuscoli erano sparsi un po' ovunque, tavolini di pregio e tappeti colorati facevano il resto per completare quell'incubo di velluto e seta. Mi spostai verso le pareti, cercando di fare attenzione a non far cadere qualche quadro, per ingombrarmi meno nei movimenti ritirai le ali. Alla corte olimpica, soprattutto in presenza di Era, era una consuetudine, anche perché la regina non sembrava resistere al volerle toccare ogni qual volta le avesse sott'occhio.
Repressi un brivido al ricordo del suo tocco, una violazione che non avevo mai fatto rimanere impunita, fino a quel momento.
Scacciai per l'ennesima volta quei ricordi, respirai profondamente e con cautela, mi spinsi nel corridoio buio, restando il più possibile nelle ombre. Un altro gemito di dolore mi guidò nella direzione giusta, la porta della camera di Ermes era socchiusa, ma non era solo. Una figura era stesa nell'immenso letto, mentre una seconda era chinata sull'altra, dei bisbigli riempivano quel silenzio, erano appena udibili, ma io ero un Dio.
"Dobbiamo pensare bene a come fare, quel bastardo ingrato di certo non oserà mettersi contro di me." La voce della Regina dell'Olimpo era furiosa, come mai l'avevo sentita prima.
"Ha già osato, tu li devi fermare." L'eco di dolore nella voce del messaggero era un flebile sussurro, da quel punto non riuscivo a vederlo, ma doveva essere gravemente ferito.
Chi aveva potuto fare una cosa del genere?
Solo tre divinità sarebbero state in grado di ridurre in fin di vita una divinità, ma solo uno ne avrebbe avuto le motivazioni.
Ade.
Per un attimo pensai alla mia decisione, non mi ero mai soffermato sulle reali implicazioni del mio gesto, non avrei mai pensato che il signore dell'Oltretomba avrebbe mosso un muscolo, dopotutto avevo accettato le condizioni di Era volontariamente, era stata una mia scelta.
Dannazione, se Ade aveva in serbo qualcosa dovevo cercare di farlo desistere, non avrei permesso di scatenare una guerra per me.
Inarcai un sopracciglio alle parole di Ermes. "Lui li sta convincendo."
"Dannazione quel piccolo stronzo, lo punirò, li punirò tutti!" La furia nella sua voce mi fece capire quanto quelle parole fossero serie.
"Dobbiamo organizzarci." Disse Ermes tra un gemito e l'altro.
"Tu, mio fidato amico, non devi fare proprio nulla, ci penserò io e se non dovessi riuscire nel mio intento, farò in modo di trascinare quanti più Dei possibili verso il fondo." La Dea si sollevò dal letto.
Dovevo sparire.
Subito.
Muovendomi il più velocemente possibile, tornai da dov'ero entrato, appena in tempo per sentirla uscire dalla stanza di Ermes, per un attimo la sentii esitare, ma poi proseguì verso l'uscita. Rilasciai il respiro trattenuto e senza perdere altro tempo uscii da quella casa.

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La Strega e La Morte
FantasySpin-off de "Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccio" e "La Primavera e il Cacciatore". Ora che finalmente Ade ha ritrovato il suo amore e possono essere felici cosa ne sarà del Dio della Morte e del suo di amore per Ecate, Dea della Magia? Dopo...