ECATE
Sei mesi dopo, New Orleans.
Feci scattare la serratura del piccolo negozio, la campanella sopra la porta mi accolse, con uno strattone indicai a Cerbero di mettersi al suo solito posto, fissai il segugio infernale trasmutato con un pizzico di magia in un mastino di taglia grossa scodinzolare mentre si piazzava dietro il bancone, non avevo avuto il coraggio di lasciarlo, l'unico dettaglio avrebbe fatto sospettare fosse molto di più di un cane normale erano i suoi occhi rossi, ma non mi preoccupai, avevo visto cose ben più strane in quella città.
Con gesti meccanici tirai su le veneziane, lasciando entrare il sole tiepido di prima mattina.
Guardai per qualche minuto la strada al di là della vetrina, gli umani passeggiavano sereni. Sospirai, controllai i piccoli contenitori di vetro sugli scaffali in modo da assicurarmi fossero tutti al loro posto, una volta soddisfatta mi diressi verso la porta dietro il bancone. Entrai nel mio piccolo laboratorio, accesi il fuoco e vi piazzai il calderone, iniziando a preparare qualche pozione di guarigione, il giorno prima erano andate a ruba.
Distrattamente iniziai ad aggiungere gli ingredienti, non ero sicura di quanto rimasi lì, la campanella della porta suonò e il vecchio pavimento di legno scricchiolò, mi mossi, tornando della stanza principale.
Sorrisi alla ragazza, Shana era una ragazza del posto, una cliente abituale e un'amica, la prima e l'unica che avessi in quella città. Era alta, mi superava di una spanna buona, la carnagione scurissima e gli occhi vispi la rendevano bellissima, i capelli ricci corti profumavano sempre di rosa canina.
"Cosa si dice?" Mi chiese, ricambiando il sorriso.
"Forse dovrei chiederlo io a te." Visto che la sera prima eravamo andate a bere e mi aveva abbandonata per uno sconosciuto dopo il terzo giro, era lei a dovermi aggiornare.
La ragazza mi sorrise, stiracchiandosi con un sorriso soddisfatto sulla faccia, alzò tre dita. "Ti dico solo una cosa: tre volte." Alle sue parole risi.
"Lo rivedrai?" Le chiesi mentre mi concentravo sulle due tazze di caffè che aveva portato.
Lei ne depositò una sul bancone nella mia direzione. "Non mi ricordo nemmeno il suo nome." Mi disse ridendo, i suoi occhi scuri scintillarono di luce.
Presi la bevanda, alzandola nella sua direzione a modo di ringraziamento. "Tu, invece, non devi dirmi nulla? Ti ho lasciata mentre parlavi col suo amico."
Sospirai al ricordo, Aaron non era stato niente male, ma avevo tenuto in piedi quella conversazione solo per dare la possibilità a Shana di conoscere meglio il suo amico e quando se n'era andata, mi ero congedata anche io. "In realtà no, sono tornata a casa poco dopo." Le comunicai, i suoi occhi furbi mi fissarono intensamente con disapprovazione.
Mi piaceva Shana, era schietta e le piaceva divertirsi, eravamo anime affini.
"Prima o poi mi dirai chi è?" Mi chiese e quasi mi andò di traverso il caffè a quella domanda.
"Chi è, chi?" Feci finta di nulla.
Lei sbuffò, appoggiò la tazza sul bancone e si sporse verso di me. "Quello da cui stai scappando." Sussurrò come se fosse un segreto.
Scrollai le spalle. "Non sto scappando da nessuno." Le mentii, non volevo pensare a cosa mi fossi lasciata alle spalle dopo essere andata via dagli Inferi.
"Allora quello a cui cerchi di non pensare e non provare a mentirmi, perché ti si legge in faccia tutte le volte in cui incontriamo un bel ragazzo. I poveretti scappano dopo che li squadri da testa a piedi come se fossi pronta ad incenerirli se solo osassero avvicinarsi." Alle sue parole sospirai, forse non ero brava a mentire quanto avessi creduto. Abbassai lo sguardo verso la tazza, le mie dita giocherellavano con l'etichetta, perché continuare a mentirle?
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La Strega e La Morte
FantasySpin-off de "Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccio" e "La Primavera e il Cacciatore". Ora che finalmente Ade ha ritrovato il suo amore e possono essere felici cosa ne sarà del Dio della Morte e del suo di amore per Ecate, Dea della Magia? Dopo...