ECATE
L'Olimpo era esattamente come lo ricordavo quelle dannate nuvolette rosa e persino quel profumo dolciastro, apparimmo davanti alla residenza principale, la casa di Era e dove Than aveva passato quelle settimane.
Davanti alle porte dorate Apollo ci fissava. "Ce ne avete messo di tempo." Si fece avanti, l'espressione cupa, il suo arco dorato nella mano e una faretra piena di frecce sporgeva dalla sua spalla. I suoi capelli biondi risplendevano alla luce del crepuscolo, i jeans chiari e la camicia bianca mi fecero inarcare un sopracciglio, non sembrava pronto per una battaglia, ma più per un pic-nic della domenica.
"Forse dovrei dire lo stesso." Le parole dure del sovrano dell'Oltretomba erano velate di divertimento.
"Dov'è il tuo esercito?" Chiese il Dio del Sole, sporgendosi per guardare alle nostre spalle.
Il Dio dei Morti rise, passandogli accanto gli mise una mano sulla spalla. "Non mando dei bambini a combattere una battaglia da adulti." Alle sue parole Apollo sbuffò, sottraendosi a quel contatto.
Il Dio dei Morti iniziò la sua avanzata, non si guardò indietro, avevo come l'impressione o forse era meglio dire, l'assoluta certezza, avrebbe raso al suolo quel luogo anche da solo, la falce infernale nella sua mano risplendeva, il Dio la teneva appoggiata ad una spalla nella sua progressione gloriosa.
A qualche passo di distanza Persefone impugnò la sua lancia, io sguainai la mia spada e Hyp senza dire nulla si alzò in volo, sparendo dopo poco.
Una volta arrivato alla porta, voltò il viso nella nostra direzione, l'elmo nero avvolgente sembrava risucchiare tutta la luce, la sua armatura era semplice, cuoio e pelle, nessun dettaglio pacchiano o con lo scopo di intimidire l'avversario, ma dietro quell'atteggiamento di noncuranza un velo di solennità ombrò il suo sguardo.
Ade aprì il portone d'ingresso, entrando nella sala del trono, Era sedeva su quel maledetto trono dorato, l'espressione furiosa di chi sapeva di aver perso, ma ancora troppo stupida per averlo ammesso a sé stessa, i fuochi dei bracieri erano spenti, mi mossi con cautela.
La stronza era sola, ma non dovevo sottovalutarla, non era una guerriera, ma un'eccellente stratega, non molti ne erano a conoscenza e dietro il suo aspetto da damigella in difficoltà, i suoi occhi intelligenti scattarono per valutarci dal primo all'ultimo.
Dov'era Thanatos?
Mi ero aspettata di trovarlo al suo fianco, non per combattere contro di noi, eravamo la sua famiglia e Ade il suo sovrano, nessun patto avrebbe cambiato questo, ma ero sicura che la regina lo avrebbe usato come deterrente contro di noi.
Perlustrai con gli occhi la stanza, ma non era lì e dovetti impedirmi di correre da Era e cercare di farmi dire dove fosse. Deglutii, cercando di ricordare a me stessa che a lui non fregava un emerito cazzo di me.
Questo pensiero sembrò riportare il mio livello di preoccupazione sotto controllo, il ricordo del suo sguardo mise del tutto fine al mio interesse.
Tornando al presente, a quella stanza, notai, il Dio dei Morti fermarsi, non guardava la regina come se non fosse stata degna di nota; invece, fissava il soffitto, dove gli affreschi raffiguravano la sua sconfitta contro Zeus, lo sguardo del sovrano era indecifrabile. "Te l'avevo promesso che non sarebbe finita fratellino." Accompagnò quelle parole con un sorriso diabolico. Con un gesto della sua mano, il palazzo tremò, mi coprii la testa con le braccia mentre pezzi di intonaco cadevano e pochi attimi dopo del dipinto era rimasto solo il ricordo.
La gloria di quel momento venne spazzata via dalle parole di Era. "Brucerai per il tuo tradimento." La regina dell'Olimpo si era rivolta ad Apollo, il Dio rimase impassibile davanti a quelle vuote minacce.
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La Strega e La Morte
FantasySpin-off de "Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccio" e "La Primavera e il Cacciatore". Ora che finalmente Ade ha ritrovato il suo amore e possono essere felici cosa ne sarà del Dio della Morte e del suo di amore per Ecate, Dea della Magia? Dopo...