ECATE
"Cosa cazzo vorrebbe dire che mi ami?!" Le mie parole mi uscirono aspre quasi derisorie, non volevo dargli quel tono, ma non ero riuscita a controllarmi.
Mi amava?!
Avevo sperato per tantissimo tempo di sentirgliele dire, ma ora, non ero più sicura di nulla, sembrava tutto così affrettato e forzato.
"Pensavo fossero piuttosto chiare come parole." La sua voce monotona era una tortura, così razionale.
Iniziai a camminare per la stanza meditando su quelle parole, quella dichiarazione d'amore era stata come un pugno nello stomaco. "Non dopo tutto quello che ci siamo detti." Gli dissi cercando di mettere insieme i pezzi, cercai di ripercorrere tutti i nostri scambi.
Com'era potuto passare dal non provare nulla per me, perché secondo lui quei sentimenti erano stati seppelliti così in profondità da non lasciare possibilità alcuna, alla dichiarazione di poco prima?!
Perché adesso?
Perché così?
"Come? Perché?" Gli chiesi fermandomi per un secondo dalla mia marcia. La mia mente vorticava come fossi ubriaca, non riuscivo a darmi pace, era tutto così senza senso, non dopo New York, non dopo il motel.
"Non c'è un come né un perché. È così e basta." Quel tono apatico mi avrebbe fatta impazzire molto prima di qualsiasi altro evento, le mani mi prudevano dalla voglia di scuoterlo.
Mi avvicinai alla Morte sperando con tutto il cuore che riuscisse a dire qualcosa, qualsiasi cosa mi facesse cambiare idea, ma dentro di me si era bloccato qualcosa, era come avere in mano l'ultimo pezzo di un puzzle, ma nonostante tutti i miei sforzi questo non voleva combaciare.
"E ora? Cosa ti aspetti che faccia?" Gli chiesi sinceramente confusa, lo fissai cercando di trasmettergli le mie insicurezze, nella speranza capisse, avevo un disperato bisogno di sentirlo stringermi e rassicurarmi sul futuro, ma lui non fece nessuna di queste cose.
"Potresti iniziare a prendere in considerazione la possibilità di stare insieme." Disse semplicemente, come se fosse l'unica soluzione plausibile.
Semplice.
Iniziavo a odiare questo termine, niente lo era da moltissimo tempo per me.
"Mi serve tempo per pensare." Gli dissi infine e visto che non lo aveva fatto lui mi strinsi le braccia con le mani, in una sorta di auto abbraccio triste, iniziavo a sentire freddo e quella giornata era sembrata infinita.
Lui mi fissava intensamente, l'espressione dura e immobile. "Non c'è molto su cui pensare."
Con queste parole iniziai a sentirmi meglio, anche perché la rabbia fece capolinea rimpiazzando la desolazione. "Dei, quando fai così sei insopportabile." Sbuffai iniziando a meditare di ucciderlo. In quel momento, iniziai a pentirmi di avergli detto quanto fosse giusto essere freddi ma compassionevoli.
Che mi sia di insegnamento per la prossima volta; le buone azioni non restano mai impunite.
"Non capisco perché ti stai irritando adesso?" La Morte inarcò un sopracciglio corvino, era veramente sconcertato dal mio atteggiamento.
LUI?!
Questo era troppo persino per lui.
"Dannazione Than! Mi hai appena detto di amarmi e lo hai fatto nello stesso modo in cui avresti ordinato una pizza ad asporto." Gli sbraitai contro. Ormai, senza forze mi accasciai sul bordo del letto davanti al Dio, fissandolo.

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La Strega e La Morte
FantasySpin-off de "Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccio" e "La Primavera e il Cacciatore". Ora che finalmente Ade ha ritrovato il suo amore e possono essere felici cosa ne sarà del Dio della Morte e del suo di amore per Ecate, Dea della Magia? Dopo...