THANATOS
"Ti trovo sorprendentemente... intero, da quanto posso notare, hai tutti i pezzi al posto giusto, visto l'interessante video ricevuto questo pomeriggio per gentile concessione di quella puttana di Era." Non mi lasciai ingannare dalla voce noncurante e sarcastica del Dio dei Morti.
Mi voltai, sorridendo nella sua direzione, Era si trovava abbastanza lontana, ma comunque non volevo mi vedesse parlare con Ade, visto le restrizioni. Con discrezione feci un gesto del capo verso un angolo appartato dell'immensa sala, per fortuna gremita di gente.
Lui mi seguì senza aggiungere altro. "Ci vuole ben altro per farmi perdere il sonno la notte e tu dovresti saperlo meglio di tutti." Gli dissi serio, il mio amico mi fissò intensamente, non avrebbe mai dato a vedere la sua preoccupazione, non mi avrebbe mai mancato di rispetto in quel modo, volevo si mettesse l'anima in pace per quanto avevo subito.
"Spero, tu non ti sia abituato troppo al tuo nuovo ruolo da toy-boy di quella vacca?" Alla sua domanda incrociai le braccia, inarcando un sopracciglio.
Era ridicolo anche solo pensarlo. "Neanche per idea, l'Olimpo è un ridicolo paese dei balocchi sotto acido."
Lui annuì come se fossero le parole giuste da dire. "Bene." Disse, mettendomi una mano sulla spalla, la strinse lievemente come a dirmi di tenere duro.
Lo fissai guardingo, il mio amico appariva troppo rilassato e sicuro di sé. "Cos'hai in mente?" Gli chiesi dopo poco, assottigliai gli occhi nella sua direzione.
Si stava muovendo qualcosa e forse c'entravano le minacce di Era ad Apollo di mezz'ora prima, alcuni pezzi iniziarono ad incastrarsi e ad avere senso.
Ade sorrise, quel sorriso diabolico, lo conoscevo troppo bene, non preannunciava mai niente di buono. "Un po' di cose, tra cui quella di tosare il prato."
Inarcai un sopracciglio. "Noi non abbiamo erba da tosare negli Inferi."
Il Dio rise probabilmente di una battuta nella sua testa. "Prevedo di averla, ma devo avere il tuo appoggio." I suoi occhi mi scrutarono, la sua diffidenza mi ferì, come poteva pensare sarebbe stato altrimenti?
"Lo avrai sempre, ma sono legato ad un patto vincolato di servizio presso Era per altri cinquecento anni, né mi è permesso farle male fisicamente." Dissi con una certa freddezza.
Il Dio fece un sorriso storto. "Cinquecento? Pensavo fossero mille." Gli occhi gli scintillavano di divertimento.
"C'è stata una revisione." Dissi, incrociando le braccia.
Lui fissò la sala, gli occhi si indurirono, mi voltai per capire cosa avesse variato il suo umore, vidi Era mentre parlava con Ares, quest'ultimo non sembrava particolarmente felice della cosa. "Immagino, c'entri qualcosa lo squallido teatrino di questa sera?"
Distolsi lo sguardo, ripuntandolo verso il Dio dei Morti. "Sei troppo sveglio per comandare sui morti."
"I morti non sono mai stato il problema, siete voi Dei senza cervello la piaga della mia esistenza." Disse sbuffando, alzando gli occhi al cielo.
Un sorriso genuino si propagò sul mio viso. "Molto melodrammatico da parte tua."
Il Dio rise. "Cosa ci vuoi fare?! Con l'età si diventa sensibili a certe questioni." Alle sue parole non riuscii più a trattenermi, scoppiai in una risata. Ade sensibile? Per tutti i fiumi infernali se la cosa fosse avvenuta avrei dovuto cercarmi un bunker attrezzato dove passare i miei ultimi anni.
La tensione si alleggerì, il Dio dei Morti aveva qualcosa in mente, non ero sicuro di voler sapere cosa e se avesse voluto rivelarmelo me lo avrebbe detto, ma così non era stato, questo poteva voler dire solo una cosa: nulla era deciso.

STAI LEGGENDO
La Strega e La Morte
FantasySpin-off de "Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccio" e "La Primavera e il Cacciatore". Ora che finalmente Ade ha ritrovato il suo amore e possono essere felici cosa ne sarà del Dio della Morte e del suo di amore per Ecate, Dea della Magia? Dopo...