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ECATE


Se le parole minacciose di Thanatos di prima avevano portato sconcerto, quelle di Alexander adesso avevano sconvolto tutti.

Nessuno osava fiatare.

Luna?

Non capivo perché stavano trattenendo tutti il respiro.

"Porta rispetto cane se vuoi vedere un'altra alba." Thanatos si era alzato dal suo posto nuovamente, aveva allungato il braccio alla sua sinistra mettendomelo davanti come a proteggermi.

Come se avessi mai avuto bisogno di una gran testa di cazzo per gestire la mia incolumità.

Con un gesto della mano cercai di abbassare il braccio della Morte, se con quelle parole il lupo mi aveva appena insultata ci avrei pensato io a rimetterlo in riga.

Dannazione! il braccio di Than era irremovibile.

Imprecai di nuovo verso me stessa, maledicendomi per non sapere di più sui licantropi. Una volta finito questo concilio mi sarei informata accuratamente, così da capire perché erano tutti ammutoliti in quel modo.

"Adesso sì che si fanno interessanti le cose." La voce pensierosa e divertita allo stesso tempo di Ty riuscii a smorzare l'atmosfera pesante.

"Possiamo continuare o dobbiamo fermarci per scongiurare una rissa ogni tre frasi? Vi sarei grata, soprattutto per la vostra incolumità, se non mi faceste alzare e, o, incazzare più di quanto non state già facendo." la voce annoiata di Atena saturò l'aria di una minaccia molto poco velata.

La cosa sconvolgente era vedere il lupo restare perfettamente impassibile nonostante il casino, Than neanche a dirlo era un fascio di nervi e io non stavo più capendo nulla.

Mi sedetti per prima, gli altri sembravano sconcertati più che indignati, Alexander probabilmente non mi aveva insultata; quindi, per me la questione poteva risultare archiviata... per il momento.

"Rilassati e prendi un bel respiro Passerotto, il lupo sta solo facendo una pisciatina nel tuo giardino."

"Un altro commento da parte tua Ares e sei morto." La voce di Artemide era ferma e piuttosto seria. L'espressione di Than mi diceva che il Dio della Guerra avrebbe pagato per tutti quegli affronti.

Senza aspettare di vedere come si sarebbero evolute le cose, presi la mano rigida e fredda del Dio della Morte e la strattonai, lui mi fissò a quel contatto.

I suoi occhi erano spettrali e un brivido percorse la mia schiena.

Non avevo mai avuto timore del Dio, ma l'inquietudine nel guardarlo era così concreta che un lieve dubbio si insinuò in me, sentivo la magia dentro di me ribollire in risposta.

Deglutii e con un minuscolo gesto del capo gli feci segno di sedersi.

Lui lo fece, cercai di ritirare la mano dalla sua, ma lui la strinse ancora di più portandosela al viso, girò il mio palmo e diede un bacio delicato sull'interno del polso.

Ad un osservatore esterno sarebbe apparso un gesto così intimo, nemmeno io sapevo come avrei dovuto reagire così lo ignorai e con uno strattone tolsi di scatto la mano dalla sua presa.

Mi voltai staccando finalmente gli occhi dalla Morte ed entrai in collisione con due occhi luminosi, questi mi fissavano scocciati.

E, adesso, perché anche il lupo sembrava avercela con me?

Sospirai.

Alex tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla giacca e con tranquillità e arroganza se ne accese una, un cameriere con discrezione fece apparire un posacenere proprio alla sua destra.

La Strega e La MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora