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THANATOS


La vista era annebbiata e il costato mi faceva un male cane, con una mano cercai di tenere la parte lesa, gemetti quando due delle costole tornarono a posto, per la terza sarebbe stato più complicato, doveva aver perforato il polmone visto il sangue nella mia bocca.

Quando la vista tornò normale individuai il lupo nella mia stessa posizione, l'unica perplessità però fu vederlo stare meglio di me.

Strinsi i denti e mi alzai.

Le opzioni erano due: o quel cane guariva più velocemente di un Dio, o Ecate aveva dosato la sua magia per fargli meno male. Sperai più nella seconda ipotesi, la prima poteva essermi di ostacolo.

Il branco di lupi circondò l'alfa per aiutarlo a rialzarsi, ma il lupo li spinse via ringhiando.

La voglia di prenderlo a pugni era ancora fortissima. "Non finisce qui." Gli promisi invece.

"Nemmeno per idea." Mi rispose prontamente sputando sangue. Digrignai i denti comprendendo la verità.

Quel figlio di puttana aveva una guarigione migliore della mia.

Lo fissai per cercare di cogliere segni di debolezza e quando non ne trovai mi incazzai ancora di più, ricordai la spinta che mi aveva dato in soggiorno, quel bastardo era estremamente forte.

Non avrei dovuto sottovalutarlo in futuro.

Lentamente e zoppicando mi diressi verso la casa, notando subito il vetro riparato delle finestre, Ecate doveva aver usato di nuovo la magia per sistemare la situazione.

Dannazione, la Dea aveva usato i suoi poteri!

La rabbia che aveva offuscato i miei pensieri si diradò lasciando spazio a un'emozione più spaventosa: la preoccupazione per la sua incolumità.

Senza degnare nessun altro di attenzione mi affrettai a entrare in casa per controllare se stesse bene.

La casa era stata ripulita alla perfezione, il piano in marmo in cucina luccicava e non vi era più nessuna traccia di quanto era appena successo. Ares se ne stava comodamente appoggiato al bancone con una busta di patatine, quel fastidioso sgranocchiare mi avrebbe mandato al manicomio se non fossi stato così allarmato.

Con lo sguardo perlustrai nuovamente la stanza, ma era vuota.

"ECATE!" Urlai facendo tremare persino le pareti.

"La Dea non è momentaneamente in casa, si prega di richiamare più tardi." Mi informò il Dio della Guerra, a sentire quelle parole un gelo mi ricoprii le ossa.

Andai verso la cucina, il Dio era così rilassato da sembrare fuori luogo. "Dov'è?" Gli intimai minaccioso.

"Cosa succede?" La voce del lupo era confusa dal mio atteggiamento allarmato. Lo fissai, le mani mi prudevano, ma avevo questioni più importanti da risolvere, così lo ignorai.

Tornai a fissare Ares pretendendo una risposta. "Era se l'è portata via." Le sue parole ebbero l'effetto di una spinta, lasciai andare il Dio fissando nuovamente il soggiorno vuoto, l'aria era ancora elettrica, percepivo la sua magia ovunque, ma nulla sulla sua presenza.

Con la coda dell'occhio vidi il lupo annusare l'aria, storcendo il naso un secondo dopo. "Per quale motivo la regina dell'Olimpo ha portato via Ecate?" Chiese infine.

"Perché ci è vietato usare i nostri poteri per tutta la durata in cui siamo chiamati ad essere i giudici di questo processo." Lo informò Ty, anche lui era rientrato in casa con al seguito tutti gli altri.

La Strega e La MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora