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ECATE


Con una mossa fluida alzai la cerniera degli stivali neri alti fino al ginocchio, di pelle e con il tacco largo così da risultare comodi oltre ad essere bellissimi. Li fissai, quel nuovo acquisto proveniva dalla terra ed erano una gioia per gli occhi e ancora più soddisfacente era riscuotere i favori dovuti da Ermes per usarlo come un fattorino Amazon qualsiasi.

Con un gesto rovesciai la testa all'in giù per potermi fare la coda, i capelli castani lucidi erano belli ma anche molto scomodi ci avevo pensato a lungo di tagliarli ma ogni volta mi ero fermata, a Thanatos erano sempre piaciuti lunghi.

Erano secoli che indossavo la mia vera forma, era strano vedersi uguale ma in qualche modo era confortante e tutto sommano non era nemmeno male.

Fissai il mio nuovo acquisto nello specchio a figura intera: gli stivali facevano proprio una bella figura, i pantaloni di pelle erano stretti e abbracciavano le mie curve, la canottiera nera lasciava ben poco all'immaginazione, le unghie laccate di bordeaux mi facevano sentire sexy.

Mi sentivo perfettamente a mio agio in quegli abiti moderni.

Sospirai, ero vestita in modo seducente ma mi chiedevo chi avrei dovuto irretire visto la scarsità di uomini in quel regno, erano secoli che dovevo provvedere da sola al mio piacere e la cosa stava diventando noiosa.

Il suono acuto di un timer da cucina mi avvisava di spegnere il fuoco, la pozione contro i vermi infernali era pronta. In quel periodo quelle creature stavano diventando fastidiose, si erano spostati dal Deserto della follia e stavano creando problemi in tutto il regno, non sarebbe stato più di tanto un problema se non fosse stato per la loro dimensione, erano grossi quanto un tavolo da biliardo e piuttosto voraci, sembravano apprezzare il sapore delle anime.

"Minosse!" Richiamai uno dei demoni dell'Oltretomba, quest'ultimo fece il suo ingresso in casa mia. Il fisico enorme e muscoloso era davvero delizioso, la pelle era di colore rossastra, il viso spigoloso e con la mascella squadrata era coperto parzialmente da una barba corta e bruna come i capelli tirati all'indietro in un codino, le corna facevano capolinea dalla testa ricurvandosi intorno alla testa, la base più scura si schiariva vero la punta acuminata risplendendo di un color madreperla, quando si infuriava si scurivano e si spostavano ergendosi sul capo.

Bellissimo, non eravamo mai stati amanti ma non perché lui non volesse ero io il problema, non ero riuscita ad andare a letto con altri dopo Thanatos, il ricordo del piacere provato insieme mi diede una fitta al basso ventre.

Una scintilla di rabbia si accese, scocciandomi.

Come riusciva a farmi infuriare ancora dopo tutti quei secoli?!

Ero ridicola.

Lui non voleva più avere a che fare con me e io avevo rispettato quel desiderio, non avrebbe mai avuto il lusso di vedermi implorare per la sua vicinanza.

Avevo erroneamente pensato qualche secolo prima che la nostra amicizia fosse importante per entrambi ma non mi ero mai sbagliata tanto. Quello stronzo mi aveva scaricato su due piedi, proprio il giorno in cui mi ero finalmente convinta a confessargli i miei sentimenti, all'epoca avevo voluto di più, non mi sarebbe più bastato quel legame fraterno, lo volevo tutto per me, non avrei più sopportato di vedere le arpie uscire dalla sua stanza soddisfatte e con quel sorriso ebete.

Lui era mio, ci avevo messo tantissimo a capirlo e mi avevano aiutato gli altri Dei, il legame instaurato con loro non era minimamente paragonabile a quello con Than ed era in questo modo che lo avevo capito.

La Strega e La MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora