ECATE
Giravo tra le vie di una città sconosciuta senza sapere bene dove andare, volevo solo mettere più distanza possibile tra me e quello stronzo di Thanatos e all'inizio era sembrata un'idea geniale ma ora appariva solo un'idiozia.
Dove cazzo potevo andare?
Grazie all'intruglio di Dioniso le luci della città apparivano ancora più forti e le mie gambe non sembravano voler collaborare alla mia stabilità.
Sospirai rassegnata... Oh dannazione! Davvero gli avevo detto di essermi innamorata di lui?!
Alzai una mano per strofinarmi gli occhi presa dall'immensa e colossale cagata appena fatta, nella foga del momento mi era sembrata una buona idea ma adesso a ripensarci mi faceva solo arrabbiare di avergli mostrato la mia vulnerabilità.
Non eravamo infanti, un Dio non dimostrava debolezze o affetto in questo modo, ero cresciuta negli Inferi, noi non facevamo questo genere di cose.
La voglia di sotterrarmi mi colse così forte da farmi iniziai a meditare fosse davvero la cosa giusta da fare.
Alzai gli occhi, per colpa di tutte quelle luci e quei grattacieli non si riusciva a vedere il cielo, era impressionante, millenni per rivedere le stelle e alla fine non mi era concesso nemmeno quello.
Sospirai nuovamente cercando di capire cosa fare, di certo Thanatos mi avrebbe trovata, ci riusciva sempre, e poi avevamo un compito da portare a termine. Avevano mandato noi due per un motivo, ma la sola idea di rivederlo alimentava un fuoco di rabbia e delusione cocente.
Scrollai le spalle, l'avrei superata come tutte le delusioni della mia vita e poi ora negli Inferi non ero più sola, se Persy fosse stata lì con me mi avrebbe già rimessa in riga. Pensare al suo essere bacchettona riusciva sempre a farmi ritrovare la concentrazione.
Assorta com'ero nei miei pensieri non vidi il palo del semaforo e ci andai a sbattere, un dolore martellante alla fronte imponeva la mia attenzione su dove mettere i piedi in quella città. Non ero abituata a dover guardare dove mettere i piedi, anche perché conoscevo l'Oltretomba come le mie tasche tanto da permettermi quelle leggerezze, ma ogni ora che passavo sulla terra ogni cosa sembrava volermi ricordare di non essere a casa, questa nuova consapevolezza stava soppiantando la felicità provata lasciando il posto ad uno stato di smarrimento.
Odiavo sentirmi così persa e dovetti ammettere che la presenza confortante di Thanatos mi aveva dato sicurezza.
Mi strofinai la fronte dolorante e i miei occhi si posarono su un'insegna luminosa blu, la gente stazionava fuori con delle sigarette in mano, nubi di aromatico tabacco mi colpirono, sembrava così buono e i drink che stringevano nelle mani mi invitavano a loro.
Avevo bisogno di bere e forse farmi una bella scopata.
Mi avvicinai sorridendo alla folla e mi diressi dal più grosso bastardo avessi visto sulla terra.
"Posso averne una?" Chiesi indicando la sigaretta tra le sue dita. L'uomo doveva essere sulla trentina, i capelli castani erano legati in un codino sulla nuca, la barba era appena accennata, la pelle olivastra era invitante ma ciò che mi lasciò senza fiato furono i suoi occhi dorati, sembravano risplendere nella notte come due gemme.
Non male.
Lui mi fissò intensamente e senza dire una parola tirò fuori dalla tasca un pacchetto blu e me lo porse aperto, presi una sigaretta non riuscendo a distogliere lo sguardo da lui. Continuando a non dire una parola tirò fuori un accendino di metallo quadrato e con uno scatto del pollice ne scaturì una fiammella ipnotica, mi fece accendere e senza averne mai fumata una in vita mia aspirai come stavano facendo tutti, il calore del fumo arrivò fin nei polmoni dove ne uscì con un improvviso colpo di tosse.

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La Strega e La Morte
FantasySpin-off de "Il Dio dei Morti con gli occhi di ghiaccio" e "La Primavera e il Cacciatore". Ora che finalmente Ade ha ritrovato il suo amore e possono essere felici cosa ne sarà del Dio della Morte e del suo di amore per Ecate, Dea della Magia? Dopo...