12. Conto in sospeso

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POV ADAM

Fisso la squadra di football della Pilgrim che è appena entrata in campo. Jeremy il bastardo è davanti a tutti i suoi compagni, come se ne fosse il capo assoluto. La sua camminata fa capire già quanto è egocentrico e irritante.

A vederlo, il sangue mi ribolle nelle vene, il suo sorriso da emerito coglione mi fa drizzare i peli delle braccia per la rabbia e vorrei solamente andargli addosso, picchiarlo e tagliarli le mani dopo quello che ha fatto a mia sorella.

È da praticamente un anno che aspetto di incontrarlo di nuovo per dargli una lezione, e oggi lo farò. Dovrei giocare e basta, concentrarmi sulla partita e vincere, cosa che farò sicuramente... e lo farò a modo mio.

Nessuno mi distrarrà dal mio obbiettivo, neanche una ragazza dai capelli rossi, che non se ne vuole andare dalla mia testa e che è perennemente nei miei pensieri.

Non la sto guardando oggi, perché non voglio distrarmi, voglio portare a termine ciò che voglio fare a Jeremy e i suoi compagni, ci penso ormai da settimane, da quando ho saputo della partita.

Cosa voglio fare?

Voglio andare addosso a tutti quelli che si mettono in mezzo ai piedi durante la partita e fargli male, soprattutto a Jeremy, che sicuramente prenderà me di mira e cercherà di placcarmi, e io voglio che lo faccia.

«Adam... cos'hai in mente?» domanda Derek al mio fianco, fissandomi preoccupato.

«Lo scoprirai, amico.» le mie labbra si incurvano in un ghigno, scrocchio il collo e abbasso la visiera del casco.

Sono pronto a iniziare questa partita, e soprattutto a dare una lezione a Jeremy Johnson.

Non mi sono accorto neanche che la palla è stata già tirata, sono corso come un automa senza rendermi conto di niente e nessuno tranne che di Jeremy, è lui che sto guardando ora, mentre qualcuno mi passa la palla.

La prendo in mano e corro tirando spallate a chiunque mi viene addosso, facendoli poi cadere a terra. Le spalle mi fanno male per la troppa forza che uso, ma neanche mi importa perché sapevo che sarebbe successo, e inoltre ho troppa adrenalina nel corpo per far caso al dolore.

Arrivo al traguardo e appoggio la palla a terra, facendo punto, tutti quanti esultano tranne la squadra della Pilgrim, che mi fissa come se fossi un nemico da eliminare... beh, per loro lo sono, ma ciò non mi fermerà dal mio obbiettivo di fare del male a tutti.

Perché se non fosse stato per i compagni di Jeremy, io avrei dato a Jeremy una lezione fin da subito, quindi sono tutti colpevoli per ciò che è accaduto a mia sorella.

La partita continua allo stesso modo da buoni dieci minuti, con io che prendo quasi sempre la palla e faccio punti, ovviamente cambiamo sempre strategia, così non capiscono che devo prendere io la palla, ma questa volta Jeremy sembra aver capito le nostre tattiche. Infatti mi sta addosso.

Sorrido soddisfatto perché era proprio questo ciò che volevo.

Con una corsa mi raggiunge, tentando di venirmi addosso, ma anche io lo faccio e lui cade a terra con me sopra.

Alza la visiera e ringhia come un animale inferocito. «Che cazzo stai facendo, Miles!?» quasi lo sbraita.

Alzo la visiera e sorrido. «Lo sai benissimo cosa sto facendo....» avvicino il viso al suo e lo blocco ancora di più a terra. «Devi capire una sola cosa, Jeremy Johnson. Se tocchi mia sorella, sei morto, e tu l'hai fatto.» con una mano tolgo il casco dalla testa perché mi da un immenso fastidio. «Non importa se è passato un anno, non me ne frega proprio un cazzo, abbiamo un conto in sospeso noi due, e non mi fermerò davanti a niente e nessuno. Avrai quello che ti meriti, perciò stai attento, perché oltre a vincere questa partita, ti farò anche molto male.» gli sputo letteralmente in faccia e lui si arrabbia, spintonandomi via.

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