33. Cross my heart, hope to die, to my lover, I'd never lie

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In questo capitolo sarà presente una scena forte che potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno, quindi, all'inizio e alla fine della scena, metterò un'emoji "🫵🏻" così chi vuole può saltarla

Buona lettura



POV RYLE

Guardo il cielo notturno, che pian piano si sta riempiendo di nuvole, sembra che il tempo si sia messo d'accordo con il mio malumore.

«È la seconda volta in meno di un mese che lo vediamo, questa cosa non mi piace.» commenta Riki, fermo al mio fianco, appoggiato alla Lamborghini.

Siamo venuti ai magazzini con due macchine diverse, quella che mi è stata regalata e che restituirò, nonché la Lamborghini, e la mia solita e amata Jeep.

«Ci ha chiamati a rapporto, per cui siamo costretti. Inoltre, devo proprio parlargli.» sibilo, aspirando il fumo dalla mia sigaretta.

In questi ultimi due giorni ho fumato come una ciminiera, perché troppo agitato e nervoso dopo la conversazione avuta con Isabella, dopo che se n'è andata, confusa più che mai.

Non saprei cosa pensare, davvero, però sto arrivando alle mie conclusioni;

Ha scelto Jace.

Insomma, mi ha confessato che l'ha baciato poco prima di andarsene via da me, e non ne sembrava affatto pentita, per di più non si è fatta sentire, nemmeno per chiedermi come stessi.

Non che mi importi tanto di questo, la cosa che mi fa incazzare è l'immagine di lei e Jace che si baciano, perché è questo che continua a girare nella mia mente da troppo tempo.

Tutta la giornata.

Ogni fottuta ora.

Ogni fottuto minuto.

Ogni fottuto secondo.

Vorrei strapparmi il cervello e il cuore, perché entrambi non mi aiutano.

Odio che pensarci mi faccia un effetto così tanto strano, fastidioso e soprattutto doloroso.

Non ho mai provato qualcosa del genere, qualcosa di talmente tanto dilaniante da stringermi il cuore in una presa salda.

Così tanto dilaniante che a momenti temo di sgretolarmi in mille pezzi piccoli.

Incastro la sigaretta in mezzo alle labbra e socchiudo le palpebre, toccandomi il bicipite sinistro, fasciato dalla manica della felpa nera.

È come se sentissi ancora le sue unghie strisciare sulla pelle e imprimersi nell'inchiostro del mio serpente, l'ho sentita entrare poco dentro di me, nella mia oscurità, portando una lieve luce che mai mi era capitato di vedere.

Non era poi cosi luminosa, ma c'era, e mi ha terrorizzato.

Eppure, stranamente, questa volta non ho odiato la paura che mi ha fatto provare, al contrario mi sono preoccupato di sentirla appieno, guardando lei in volto nel mentre.

E quando l'ho sentita... mi sono reso conto che non era la solita paura che provavo con mio padre, quando mi rinchiudeva nella soffitta di casa o quando faceva del male a Crystal.

No, non lo era.

Era la paura che sfondasse tutto dentro di me, mischiata alla paura che succedesse qualcosa ad Isabella, e la paura che quest'ultima stesse male per colpa mia.

Per ciò che è accaduto.

Però, so che per quello mi ha perdonato, o almeno penso, così mi ha fatto credere, confessandomi che non è più arrabbiata con me.

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