13. I'm back

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POV ALISHA

Picchietto le dita su una coscia mezza scoperta dalla gonna della divisa. I miei occhi vagano fuori dal finestrino, scrutando il giardino e il parcheggio  della mia scuola.

Dovrei uscire dalla macchina, ma se lo facessi ritornerei alla realtà.

Ho passato un'estate bellissima, soprattutto l'ultimo mese in Italia con i miei due padri. E non ho avuto incubi, o per meglio dire, li ho avuto ma raramente.

È da quando ho tre anni che convivo con gli incubi, anzi, con il ricordo di ciò che era successo prima che diventassi orfana e che i miei genitori attuali mi adottassero.

Sono stata molto fortunata, sono magnifici con me, purtroppo però i ricordi riaffiorano sempre più forti e io compio gesti che a molte persone possono sembrare orrendi... infondo al cuore vorrei non farlo, ma la mia testa mi spinge lo stesso.

Se papà Jason lo sapesse, gli si spezzerebbe il cuore. Per questo tento sempre di nascondere la mia tristezza.

Spesso mi agito nella notte, e papà Jason tenta di stare con me, di abbracciarmi e confortarmi, e quando sono tra le sue braccia, o tra quelle del mio altro papà Samuel, mi calmo e mi sento completa, inoltre gli incubi spariscono.

Tuttavia, quando loro non ci sono e i ricordi tornano, io sono costretta a spingermi oltre il limite.

«Piccolina...» papà Jason accarezza lentamente e con dolcezza la mia testa, attirando la mia attenzione. Fisso i suoi occhi azzurri e lui sorride. «Se non te la senti, possiamo ritardare ancora di una settimana, sai che non c'è problema.»

Un piccolo sorriso incurva anche le mie di labbra, nego con il capo. «Tranquillo papà, e poi voglio tornare. Sai che non vedo l'ora di rivedere Amy e le altre.»

Appoggia le labbra sulla mia fronte, in un piccolo bacio. «Va bene tesoro, chiamami sei hai bisogno di un passaggio, mi raccomando.»

Annuisco, il cuore si scalda a causa della gentilezza di papà. Apro la portiera, scendo dalla macchina e lo saluto agitando una mano.

La macchina parte e papà sfreccia via, abbasso la mano e raddrizzo la schiena, dandomi forza da sola. Incastro una ciocca di capelli ricci dietro all'orecchio, sospiro e poi mi giro, guardando l'edificio ampio di fronte a me.

Da fuori assomiglia un po' a un museo, mi è sempre piaciuta la mia scuola. Ho avuto fortuna in questo campo, in realtà, ho avuto fortuna ad essere stata adottata da due genitori amorevoli che mi danno tutto l'affetto del mondo.

E io li amo da morire.

Il giardino è vuoto, questo perché probabilmente sono già entrati tutti all'interno della scuola. Ho saputo, grazie a un messaggio di Amy, che sono stati chiamati in palestra per fare uno dei giochi.

Io parteciperò, ovviamente. Verrò inserita in un altro gruppo, uno composto da due partecipanti e, se non mi sbaglio, è quello di Kia e un altro ragazzo di cui mi ha raccontato... si chiama James se non ricordo male.

Cammino verso l'edificio e poi faccio il mio ingresso, successivamente raggiungo la palestra.

Mi fermo davanti alle porte, sospiro per darmi forza e poi lentamente apro una delle due ante. Britney si ferma dal parlare appena nota che sono entrata, le sue labbra si incurvano in basso, dando vita a un espressione schifata.

Lei non mi è mancata sicuramente.

Le uniche persone che mi sono mancate sono Amelia, Kia e tutti gli altri componenti del mio gruppo. Siamo tutti come cugini e abbiamo un rapporto stretto, come potevano non mancarmi?

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