10. Acanthophis antarcticus

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In questo capitolo è presente una scena abbastanza forte, metterò un emoji all'inizio e alla fine della scena (🫵🏻) così potete saltarla.

POV KIA

Entro dentro scuola con la testa bassa, senza guardare nessuno. Anche se non penso ci sia qualcuno a quest'ora.

Non solo ho ansia che tutti parlino di quello che è successo ieri, ma ho anche paura che Luis si faccia vivo e mi dia fastidio, cosa che io non voglio...

E so che sarei più tranquilla se James e Derek fossero qui... purtroppo però non ci sono. 

James mi ha scritto stamattina, dicendomi che oggi non sarebbe venuto a scuola per un impegno. Io ho risposto che andava bene ma non va bene niente, perché ora ho paura, ho paura che Luis si possa avvicinare e so per certo che lo farà...

Ha sempre saputo che sono debole, e se mi trova da sola userà questa cosa contro di me per farmi stare male, e al solo pensiero di restare da sola con lui mi tremano le viscere, quasi mi viene da vomitare.

E non ci sarà neanche Derek siccome mamma gli ha ordinato di stare a casa per riposarsi, dopo ieri. Derek era contrario e ci ha litigato, voleva venire per stare con me, inoltre era strano quando è tornato a casa, era triste... non l'ho mai visto così.

Non gli ho chiesto niente però, anche perché se vorrà mi parlerà, non lo obbligo di certo.

Un dolore allo stomaco per poco non mi fa cadere a terra. Ho una voragine che mi supplica di essere chiusa in qualche modo ma il mio cervello mi impedisce di rimediare a questo buco, a questo malore.

Ieri a pranzo sono uscita con James, abbiamo mangiato e abbiamo passato il pomeriggio insieme, poi sono tornata a casa e ho evitato di cenare. Non riuscivo a mangiare.

Uno, perché ho iniziato ad agitarmi nel pensare a come avrei affrontato la giornata oggi e al fatto che avrei potuto incontrare Luis, di conseguenza mi si è chiuso lo stomaco. Due, perché la vocina è tornata a farsi sentire, era meno evidente ma c'era e io non riuscivo a mangiare.

E stamattina è stato peggio, molto peggio.

Ero quasi tentata di mettere in atto il mio solito metodo per svuotarmi da tutto... e non avevo neanche mangiato.

Questo è successo dopo il messaggio di James, in cui mi ha avvisata della sua assenza. Ho iniziato a sentirmi male, a voler vomitare, ma mi sono trattenuta... per fortuna.

Con gli occhi che bruciano e il labbro inferiore che ancora fa male a causa del taglio, mi fermo davanti all'armadietto e lo apro, tirando fuori il mio quaderno di storia.

Trasalisco quando l'anta viene sbattuta con forza e chiusa, il cuore batte all'impazzata mentre fisso una mano grande posata sul mio armadietto a palmo aperto.

Non riesco a muovermi, so perfettamente chi è la persona che ora è dietro di me e lo sapevo, diamine se lo sapevo che sarebbe arrivato, che mi avrebbe trovata...

E so anche che il pugno che ieri mi ha tirato e che, in teoria, doveva colpire James, l'ha soddisfatto alquanto. Lo so per certo, so che farmi male, anche se per sbaglio, l'ha soddisfatto, lui è fatto così.

«Oh... mia piccola Kia...» sposta i miei capelli su una spalla e prende la mia nuca con la mano, stringendola forte, tanto da farmi sibilare di dolore. Il quaderno mi cade a terra. «Non ignorami e parla, per colpa tua adesso ho il naso rotto...»

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