Capitolo 20:🌶️

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Siamo arrivati a casa.
Mi chiedo come faccia a non sentirsi imbarazzato dopo quella conversazione.

"Stupido, perché hai preso le bottiglie di vetro non riesco ad aprirle"

"Muori di sete" dice guardando il telefono.

Sto cercando di aprirla in tutti i modi. Ho cercato anche delle soluzioni su Google e le sto provando tutte.
Lui è concentrato sul telefono e non mi presta attenzione.
Ce l'ho quasi fatta.

"Ahia" mi scappa un gemito di dolore.

L'ho aperta si, ma ho fatto troppa pressione e il vetro mi si è rotto in mano.
Si gira di scatto quando sente il rumore di vetri per terra.

"Dio, mocciosa non sai aprire nemmeno una bottiglia" mi prende in giro.

Poi vede il sangue colare dalla mia mano e si alza preoccupato.

"Come cazzo hai fatto?" chiede prendendomi la mano e mettendola sotto l'acqua.

"Non lo so" dico ritraendola con uno scatto.

"Stai più attenta ragazzina" continua prendendola di nuovo.

"C'è la faccio da sola" dico per poi prendere il disinfettante e una garza.

"Fammi vedere" cerca di afferrarmi la mano.

"Non serve non è niente " rimetto a posto le cose che ho utilizzato
.
"Sei cocciuta" se ne va infastidito.

Sono tornati tutti e ora stiamo cenando.
Ormai sto dormendo in camera da sola. Dormendo per modo di dire.
Da un lato ho la camera di Thomas. Non potete nemmeno immaginare le urla che escono da quella stanza. Dall' altro c'è la camera di Luca. Si porta a casa una ragazza nuova ogni sera e ognuna urla più della precedente.
Oggi per non sento niente da quella camera. Avrà deciso di prendersi una pausa.
Parli del diavolo e ti arriva un suo messaggio.

"Certo che poteva venire qui se voleva parlare" dico prima di aprire la notifica.

L:"Ti va se ti insegno come si fa?"

Non so a cosa si sta riferendo alla pasta o all'hamburger.

"A che ti riferisci?"

L:"Provare piacere"

"No grazie sto bene così "

In realtà volevo imparare come si fa ma di certo non da lui. Primo sarebbe stato imbarazzante ma lui non pensa mai alle conseguenze.
Anche se mi ero promessa che non l'avrei fatto neanche io.
Secondo SAREBBE STATO IMBARAZZANTE.
Pensandoci bene queste non sono scuse valide, ma ormai ho risposto.
Qualcuno bussa alla porta.
Vado ad aprire.

"Ti serve qualc-"

Neanche il tempo di finire la frase che mi prende per un fianco e mi spinge dentro con il suo corpo. Chiude la porta a chiave e spegne la luce.
Non è così buio qualcosina si riesce ancora a vedere.

"Cosa non capisci di 'No grazie sto bene così'?" domando infastidita, in realtà sto solo cercando di nascondere la mia ansia.

"So che lo vuoi mocciosa, quindi ti insegno " dice facendo un passo per avvicinarsi a me, di conseguenza ne faccio uno indietro.

"Non mi serve il tuo aiuto" continua ad avanzare.

"Tu dici una cosa, il tuo corpo ne dice un altra"

Sono arrivata al bordo del letto. Sono bloccata. Si abbassa per raggiungere la mia altezza e mi sussurra
"Scegli tu continuiamo quello che avevamo iniziato nel guardaroba o ti insegno a provocarti piacere"

Deglutisco il groppo che avevo in gola, cerco di parlare ma non esce una parola.

"Non abbiamo ancora iniziato e già hai perso il controllo. Questo significa che sceglierò io"

Ci pensa un attimo e risponde.

"Faremo entrambi" si toglie la maglietta e aggiunge

"Sei fortunata ragazzina di solito queste cose le ricevo, non le faccio io" sospira vedendomi esitante "questo però solo se lo vuoi anche tu" dice rimettendosi in piedi.

"Non voglio che ti fermi. Tutto questo mi piace. Ma allo stesso tempo sembra così sbagliato"

"Non potevi darmi risposta migliore Lucy" si riavvicina.

Delicatamente mi toglie la maglietta e inizia a baciarmi il collo. Scende sempre più giù.
Con la bocca sposta una parte del reggiseno, stuzzicandomi il capezzolo con la lingua.
Il mio respiro si fa sempre più affannoso.
Riprende la sua discesa. Arriva al bordo dei pantaloni. Mi guarda in cerca di un segno di approvazione, faccio cenno di si con la testa.
Me li toglie delicatamente, senza staccare i suoi occhi dai miei.
"Dio quanto amo quegli occhi" penso.
Si rialza.
Sono seduta sul letto, lui è in piedi, inclinato, in modo da raggiungermi.
Infila una mano dentro le mie mutande in pizzo blu. Una volta trovato il clitoride inizia a fare dei movimenti circolari.
Faccio un gemito di piacere e mi mordo il labbro inferiore.
Aumenta la velocità. Inclinò la testa all'indietro per il piacere.

"Guardami Lucy".

Con una mano, posizionata vicino la mia schiena, sta reggendo il suo corpo.
Il mio petto si muove avanti e indietro, a una velocità allarmante, toccando così il suo petto.
Continua a aumentare la velocità.
Rialzo la testa per guardarlo, ma il piacere è troppo, cerco di mantenere lo sguardo.
Si ferma causandomi un gemito di disapprovazione.

Sorride e dice "Tranquilla non ho finito".

Si mette in ginocchio davanti alle mie gambe. Mi toglie l'ultimo pezzo di stoffa, ormai umido, che mi stava coprendo. Infila la testa in mezzo alle mie cosce.
Con la lingua riprende il movimento che aveva interrotto poco fa.
Ha entrambe le mani sui miei fianchi, ne porta una lentamente sul mio seno, e inizia a stuzzicarlo tirandolo verso di sé.
Inclino nuovamente la testa, ormai non resisto più.

"Manca poco, resisti ancora un po'" dice con voce roca e sensuale.

I miei gemiti di piacere si sentono sempre di più fino al raggiungimento del culmine.
Le gambe tremano, lui si rialza soddisfatto e con un sorriso dice

"La prossima volta fallo pensando a me" prende la sua maglietta e se ne va.

Mi rivesto e ormai distrutta vado a dormire.


Innamorata di uno stronzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora