Malinconie

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Sono passate da poco le sette di sera e mamma sta preparando la cena. In questi due giorni non abbiamo fatto altro che sistemare le valigie, andare a cercare nuovi mobili e piante per il giardino che ora ha decisamente un aspetto migliore.
Mentre la mamma è ai fornelli io preparo la tavola sul retro della casa nel giardino più grande e messo meglio di quello sul davanti.
Sono passati solo due giorni da quando abbiamo messo piede qui, ma ancora devo abituarmi.

"Bianca porta fuori da bere per favore! " mi urla mamma dalla cucina.
Alzo gli occhi al cielo e vado a prendere la caraffa di acqua e tea freddo alla pesca.

"Mamma dov'è Jace? "

"È andato a prendere qualcosa in un negozio di musica che ha visto questa mattina in giro con papà"

"Oh, ok "

Finisco di preparare la tavola e poco dopo arriva mio fratello con una nuova chitarra. Mi spiega che c'è un meraviglio negozio di musica a qualche minuto di macchina da casa nostra, "devi assolutamente andarci. Hanno addirittura i microfoni rosa " e scoppia a ridere.

"Direi che mi sembra giusto " rispondo di rimando addentando un pezzo di focaccia ripiena.

"Dobbiamo andare a vedere il college ragazzi." Ci dice papà.

"Lo sappiamo." Rispondiamo in coro io e mio fratello.

"Ho già chiamato la dirigente, ci aspetta per un colloquio domani mattina verso le otto. Cercate di svegliarvi presto e senza fare una doccia lunga due ore, chiaro?"

"Cristallino" risponde Jace ironico.
Tra un morso e l'altro finiamo di cenare e sparecchiamo il tutto.
Il tempo questa sera è piacevole. C'è un leggero vento che rinfresca la pelle dopo il caldo di tutto il giorno.
Il sole deve ancora calare del tutto e intorno a noi è tutto tranquillo.
Prendo una sdraio e mi corico insieme alle mie cuffie alla ricerca di un po' di pace.
Non so quanto tempo rimango così, mi accorgo di essere stata fuori tutta la sera solo quando Jace mi raggiunge trascinandosi dietro una seconda sdraio e sedendosi a gambe divaricate. Una sigaretta tra indice e medio destri.

"Mamma e papà sanno che fumi?"

"Ho 21 anni Bianca, non serve che gli dica le cose." Risponde espirando del fumo. "L'unica cosa positiva di questa casa è che abbiamo il Wi-Fi "

"Esagerato"

"Ok.. dimmi, ti sei già andata a fare una sim australiana con un numero nuovo e qualche promozione?"

Alzo gli occhi al cielo e faccio no con la testa. Finché non mi sarei fatta una sim nuova, con il numero ancora inglese avrei speso una barca di soldi a sentire i miei amici su whatsapp.
A proposito.
Prendo il cellulare e scrivo un messaggio sul gruppo. In questi due giorni ci sono stata pochissimo per via delle varie faccende da fare.

*ehi ragazzi! Come vanno le cose a Londra?*

Poco dopo ricevetti la risposta di Steve:
*Ehi piccola. Qui va tutto bene, ora sono in pausa ma tra poco riprendo a lavorare. Manchi tanto.*

Non so perché, forse per la lontananza da casa mia, la mancanza di amicizie, dei miei amici, scoppio a piangere davanti alle parole di Steve.
Sento troppo la sua mancanza. Lo conosco da qualche anno e subito siamo diventati amici, ci siamo conosciuti ad una festa in piscina di un nostro amico e da subito era scattato un legame di complicità e appoggio reciproco. Mi ha sempre sostenuto nelle mie idee, anche quelle ribelli. Tranne alla scelta del trasferimento. Volevo stare a casa, a casa mia con i miei amici e il mio stupido college, invece lui mi ha convinta a partire e che un modo per vederci e sentirci l'avremmo trovato comunque.
Non mi ero accorta che mio fratello fosse rientrato, così compongo il numero di Steve e aspetto una sua risposta.
Dopo qualche squillo la sua voce risuona nel mio timpano.

"Bianca?"

"Steve?" Rispondo tra le lacrime.

"Ehi piccola che succede?"
Non riesco a dire quanto mi manca, quanto sentire la sua voce mi fa stare bene in questo momento, quanto vorrei essere tra le sue braccia e dirmi che era tutto un sogno.
"Piccola è successo qualcosa?" Mi domanda ora più preoccupato.

"No... è... è solo che mi sento così sola senza di voi... senza di te." Mi trema la voce e scaccio via lacrima che stava scendendo sulla mia guancia.

"Ehiehi, non osare a piangere senza di me! Ascolta piccola ora ti devo salutare ma appena posso ti chiamo ok? Fatti Skype così possiamo vederci. Mi manchi tanto anche tu, e pure agli altri. Stai tranquilla, va tutto bene."

La nostra telefonata finisce così, senza io che gli dico ciao e lui che scappa al fianco di suo padre.
Poi improvvisamente vedo un'ombra muoversi nel giardino della mia amica, faccio un salto per lo spavento.
"Scusa, non volevo spaventarti... ne urigliare la tua telefonata..." parla il ragazzo.

"Sei il fratello di Samantha?" Domando cercando di rallentare il battito cardiaco.

"No..." lo sento respirare, e una nuvola di fumo accerchia la punta rosso fuoco della sigaretta appena accesa. "Sono Luke, un amico di suo cugino."


Blue eyes ~Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora