Make you feel my love

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Il tempo sembra non passare più.
Le giornate si ripetono tutte uguali. Inizio a pensare di non essere più in grado di provare delle emozioni. Non so più distiguere dolore da angoscia. La fame dalla sete.
Ho perso tutto dentro di me, tutto. E potrò riaverlo solo quando Luke riaprirà gli occhi.

Se li aprirà.

Sospiro per la centesima volta di due minuti e decido di alzarmi dal letto. Sposto le coperte e filo in bagno. Non oso nemmeno guardarmi allo specchio, so di non avere una bella cerca ma che volete? Sto male, non trovo nemmeno più il senso di guardarmi.

Fuori il cielo è grigio, strano. Di solito splende sempre il sole ma sono felice che sia di quel colore così cupo, triste... solo. Mi fa ricordare come sto, in caso perdessi anche la concezione del mio umore.
Poco dopo un tuono rimbomba nell'aria facendo scendere un forte acquazzone improvviso.
Lascio perdere il fatto di essere ancora in piagiama, esco dalla porta della stanza e corro in cortile.

Corro fino a fermarmi sotto l'acqua, l'odore della pioggia e umidità mi penetra dentro fino alle ossa ricordandomi casa.
La mia Londra, la mia casa.

Apro le braccia e sollevo il viso verso il cielo, mi lascio bagnare da quelle gocce fresche scivolarmi lungo il viso rinfrescandomi la pelle. La dolce sensazione della pioggia sulla mia pelle mi fa sorridere, mi fa sentire così... libera?
Respiro appieno quell'odore forte e delicato, assaggio le gocce che non hanno gusto e mi sdraio per terra per farmi cullare dalla pioggia nel silenzio della prima mattina.

Ignoro gli altri studenti che mi guardano storto, non mi interessa, loro non possono capire.

Vengo raggiunta da mio fratello che mi chiama coperto dal tunnel che permette di raggiungere i dormitori ma non lo ascolto. Stufo di chiamarmi mi raggiunge.

''Sdraiati accanto a me... assapora questa sensazione Jace, fallo...'' ascolta il mio consiglio e si sdraia per terra accanto a me. Poco dopo pure lui è inzuppato di acqua fino alla punta dei suoi capelli.

Ci guardiamo e mi sorride. ''Sei strana sorellina''

Scrollo le spalle e chiudo gli occhi. Per la prima volta mi sento leggero dopo tanto tempo, leggera di sorridere, di provare a ridere. Sotto queste gocce posso togliermi il peso del dolore anche se per poco tempo perché non appena cerco di spostare il pensiero su come ci sto riuscendo a evitarlo, puntialmente ci ritorno sopra.

E' un dolore a ciclo unico.

Non so per quanto tempo rimango lì, e non so nemmeno perché mio fratello ha deciso di rimanere tutto il tempo con me.

''Sorellina, l'acquazzone è finito. Andiamo a farci una vera doccia e asciugarci prima di prenderci qualcosa?''

Lo ascolto solo perché l'acqua ha davvero smesso di inzupparmi i vestiti, facciamo entrambi la doccia molto velocemente. Mentre mi accompagna verso l'aula faccio una deviazione.

''Dove stai andando? L'aula è da questa parte...'' dice Jace indicando la parte opposta.

''Lo so, ma ho fame...''

Lo vedo sbarrare gli occhi sorpreso, dopo un mese che mangiavo poco niente e avere voglia di mettere qualcosa sotto i denti è un inizio. Felice e sorridente mi segue in caffetteria ordinando un capuccino con tanta, tantissima schiuma per me e una brioche al cioccolato, la più grande che ci fosse e se fosse stata piccola, due brioche allora.
Sorridevo davanti a tutto il suo entusiamo nel vedermi mangiare con gusto. Sì stavo mangiando con gusto. Questa dolcezza sulla lingua mi era mancata, e il mio stomaco ad ogni morso e ingurgito mi ringraziava vivamente.
Ammetto che ho sbagliato a non nutrirmi per tutto quel tempo, ma non avevo fame ne voglia di mangiare. Capitemi.

Blue eyes ~Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora