''Ti va di stare in giardino?'' mi domanda Luke da sotto le coperte.
Ci siamo appena messi a letto dopo una giornata a dir poco pesante: alla mattina siamo andati a fare uno degli utlimi controlli e Luke per sicurezza gli ha spiegato del fatto che si sogna molto spesso l'incidente se non addirittura farne degli altri. Per tutta risposta gli hanno detto che i primi mesi sarà difficili perché è ancora traumatizzato anche se non può sembrare; è una reazione psicologica e non c'è da vergognarsene.
Poi siamo andati a farci una nuotata e Luke non ne voleva proprio saperne di uscire da quella vasca. Penso che abbia fatto una maratona di non so quante vasche, avevo perso il conto.
Dopo pranzo ci siamo ritrovati con gli altri nel garage di Ashton a fare le prove per l'esibizione che ci sarà tra tre settimane. Hanno suonato diverse ore tanto che il sole alle nostre spalle era calato lasciando posto ad una splendida luna piena, il cielo senza nuvole era decorato da splendide costellazioni e piccole stelle solitarie che vagano in quell'universo immenso.
E ora siamo qui, stremati, almeno io, dopo una giornata piena di cose.''Perché vuoi andare in giardino?'' domando sistemandomi meglio con la testa sul cuscino.
Uuuuh che posizione perfetta! Cuscino girato in diagonale in modo da poterlo abbracciare in qualche modo.''Non ho sonno... e poi, è bello guardare le stelle. Ti va?''
Alzo gli occhi al cielo, come faccio a dire di no ad un musino così dolce, a quegli occhi così azzurri e brillanti da far venire invidia alla notte e alle stelle, e a quel tono così tenero.
Abbattuta e sconsolata abbandono la mia posizione perfetta per infilarmi una felpa di Luke e le pantofole.''Forza andiamo'' lo prendo per mano e scendiamo piano le scale per poi aprire la porta sul retro e sdraiarci sul dondolo a due piazze.
Aveva proprio ragione, guardare le stelle è sempre un'emozione. Guardare le stelle ti da quel senso quasi di impotenza, ti fa pensare che alla fine sei così piccolo in mezzo a quell'universo con mille e mille galassie a distanziarci l'una dall'altra.
Che non esiste soltanto il nostro sistema solare, che alla fine, in qualche modo... non siamo soli.
E no, non sto parlando di alieni. Sto parlando che l'universo è talmente infinito che non possiamo sapere che cosa c'è al di la di questa campana di vetro tutta nostra.
Guardare quei puntini brillare nel cielo ti fa venir voglia di pensare a come una cosa così bella e straordinaria, che non sia stata creata dall'uomo possa esistere.
E pensare che il sole non è nemmeno la stella più grossa nella nostra galassia o comunque vicina al nostro sistema.Giochiamo a indovinare le costellazioni base: Carro maggiore, carro minore, la mocca del caffè e così via..
Da piccolina sapevo trovare anche le costellazioni dei segni zodiacali, ora ciao... chi se le ricorda più?
Ricordo di una stella di nome Sirio, la più brillante di tutte e forse anche un po' solitaria, è la prima stella che vedi nel cielo appena sale il crepuscolo.Non so per quanto tempo rimaniamo sotto a quel telo di selle ad osservarci, so solo che è bello e che mi sto rilassando.
''A volte vorrei essere una stella per vedere il nostro mondo da un altro punto di vista...'' dice tutto d'un tratto Luke fissando ancora il cielo.
Giro lo sguardo sul suo profilo perfetto: nasino all'insù, perfetto. Zigomi morbidi, ha un filo di barba che gli dona, capelli spettinati ma pur sempre perfetti. Gli occhi sono stanchi, li vedo dalle piccole ombre che riesco ad intravedere con il riflesso della luna, tuttavia sembra rilassato ed è questo l'importante.
''Sarebbe bello, sì...'' dico ancora guardandolo.
''Sarebbe bello essere una stella o sarebbe bello potermi continuare a fissare?'' scherza puntandomi addosso quello sguardo malizioso ma allo stesso tempo divertito.
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Blue eyes ~Luke Hemmings
FanfictionMi chiamo Bianca Queen, vivevo a Londra con la mia famiglia fino a quando mi sono dovuta trasferire in Australia... e la mia vita è totalmente cambiata per via di un ragazzo dagli occhi azzurri, il quale nome è Luke Hemmings.