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Mi trovavo in auto insieme al mio ragazzo, Louis ed eravamo diretti a casa di Harry, il suo migliore amico.
"Allora, cosa hai fatto di bello oggi?" mi disse mentre guidava la macchina, tra poco saremmo arrivati a destinazione.
"Ero al college, come al solito" ridacchiai e continuai a parlare. "Ho studiato tutto il giorno fino a quando mi hai proposto di venire con te alla festa." lo guardai per pochi secondi e spostai nuovamente lo sguardo sulla strada.
"Spero che non ti sia stressata troppo a studiare, ti serviva una bella pausa." mi fece un occhiolino veloce.
"Hai ragione, sei la mia salvezza in questi casi, te ne sono grata." gli dissi. "Ti amo." aggiunsi poco dopo guardandolo negli occhi e appena arrivati scendemmo dall'auto.

Ci conoscevamo da cinque anni e siamo stati fidanzati da due. È sempre stato una gran persona per me e non so come e cosa farei senza lui, mi ha aiutato in qualunque contesto, soprattutto in questi ultimi tre anni a causa di tutto ciò che mi è successo, un qualcosa che ancora oggi cerco di ricordare ma non riesco a farlo. Ultimamente però, le cose tra di noi non andavano molto bene, avevo notato la sua gelosia diventare quasi ossessione e pensavo di parlargliene ma non ne avevo mai il coraggio, come se avessi paura di perderlo e probabilmente era così. Ma dovevo trovarne almeno un po' per capire realmente le sue intenzioni e del perché si stava comportando in quel modo.

Tornata tra me mi resi conto che ci stavamo tenendo per mano e che stavamo varcando la porta di quella grandissima villa. Erano ancora le nove, ma già si sentiva l'odore, o meglio, la puzza dell'alcool che mi insidiava le narici facendomi pizzicare il naso.
Louis mi teneva stretta a se, sembrava avesse paura di lasciarmi andare. Girammo un po' per le stanze quando ad un tratto vedemmo Harry avvicinarsi a noi con passi svelti.
"Hey amico!" disse vicino al mio ragazzo, si poteva sentire il suo alito già pieno d'alcool e a guardarlo non mi sembra certo una persona tale da ubriacarsi fino a perdere il senno.
"Harry!" parlò Louis lasciando la mia mano e abbracciandolo poco dopo.
Dopo aver parlato più o meno cinque minuti il ragazzo va via salutando altri ragazzi e rimaniamo di nuovo "soli", Louis si volta verso di me e mi sussurra all'orecchio.
"Vai nella seconda camera a destra di sopra, aspettami li, io prenderò qualcosa da bere per movimentare un po' nostra la festa." mi indicò la strada e la notai subito dopo.
"Ok amore." annuii andando di sopra lentamente e mi diressi nella stanza da lui indicata, chiusi la porta e mi sedetti sul letto comodo in attesa di Louis. Ero tra i miei pensieri e dopo qualche minuto aprirono la porta ma non era Louis, era un ragazzo moro, occhi a mandorla scuri, molto carino, pieno di tatuaggi e con due bicchieri di vodka in mano.
"Oh, scusami tesoro, ho sbagliato stanza." disse con un bel sorriso.
"Non preoccuparti." ricambiai il sorriso senza esitare.
Se ne andò chiudendo nuovamente la porta e dopo neanche un attimo arrivò Louis con due bicchieri. Guardandolo sembrava già stordito, forse avrà bevuto qualcosa prima di salire da me.
"Oh quanto sei bella." mi disse posando i rispettivi bicchieri sulla mensola e avvicinandosi a me.
Si mise su di me iniziando a stuzzicarmi e mordermi leggermente il collo.
Che il divertimento abbia inizio.

Il giorno dopo.

Era mattina, mi svegliai alle sette e la mia amica di stanza, Violet, urlava perché ero ancora in pigiama e dovevo sbrigarmi. Mi alzai con fatica e corsi in bagno facendo una doccia veloce, uscii in intimo e mi vestii velocemente siccome il tempo ero poco e non notai neanche cosa misi addosso. Presi la borsa con tutto l'occorrente e i miei disegni e uscimmo dalla nostra camera.
Fortunatamente anche lei frequentava il mio stesso corso, così ero più tranquilla e non avevo bisogno di fare nuove conoscenze. La giornata era piuttosto fredda e stava anche piovendo, era il mio clima preferito.
"Har, forza entriamo." disse Violet.
"Si." le risposi ancora tutta assonnata per colpa della sera precedente.
Ci sedemmo in prima fila, in attesa degli altri trenta ragazzi.
Ero al corso di disegno, amavo farlo perché era un modo per sfogarmi, l'unica con cui lo facevo verbalmente era Violet, riusciva a capirmi soltanto con lo sguardo e a volte le bastava questo per aiutarmi a sorridere.
Finalmente arrivarono gli altri e la lezione iniziò. Il professore ci incoraggio a disegnare cosa stavamo pensando in quel momento e io ci riflettei davvero poco. Dopo aver finito ci chiamò uno alla volta e notai che ero l'unica alunna che ha preso come soggetto una persona e mi fece sentire un po' a disagio ma non potei fare a meno di ricordarmi di lui. Quel ragazzo mi era rimasto impresso nella mente come una fotografia, come se già lo conoscessi e rabbrividii al solo pensiero. Rimasero tutti sorpresi di questo compresa Violet, siccome non era da me disegnare una persona. Non gli avevo raccontato ancora nulla, infatti mi guardò un po' confusa e con un sogghigno come per dire "dopo ne parliamo".

Finite le lezioni tornai in camera, non mangiai nulla perché avevo intenzione solo di studiare oggi, così mi sedetti sul letto, presi il libro di storia dell'arte e iniziai a studiare.
Dopo dieci minuti entrò Violet e mi disse di raccontargli di quel ragazzo.
"Harmony cos'è quel disegno di un ragazzo?" disse ridendo.
"Violet, non lo conosco, l'ho visto solo due minuti ieri mentre aspettavo Louis." risposi in fretta deglutendo leggermente.
"Ma non è da te disegnare persone se non per qualche ragione specifica e lo sappiamo bene entrambe."
"Si lo so, mi sembra di averlo visto già da qualche parte, o meglio, come se lo conoscessi ed è una sensazione un po' stramba." la guardai con uno sguardo interrogativo mentre lei mi annuì soltanto.
"A proposito, quando finiamo di studiare, andiamo al parco? Non voglio stare chiusa qui, e poi è venerdì." pregò cambiando discorso e facendo il broncio.
"Ok, ho quasi finito, inizia a prepararti anche se avevo deciso di studiare tutto il giorno." sbuffai ironicamente.
"E che sarà mai, una passeggiata dobbiamo fare, faremo subito." Acconsentii e lei andò vicino all'armadio e io finii di studiare. Qualche minuto dopo chiusi i libri e li posai sulla scrivania preparandomi di conseguenza e uscimmo andando verso il parco. Dopo una decina di minuti arrivammo e prendemmo un gelato sedendoci poi in una delle panchine lì presenti.
Iniziammo a parlare del più e del meno, fino a che mi accorsi che anche lui era lì. Catturai l'attenzione di Violet.
"Vedi quel moro, ecco, é quello li." sussurrai.
"Ah, ho capito chi è." si fermò fissandomi.
"Cosa c'è?" le chiesi guardardola e inclinando un po' la testa siccome mi stava fissando.
"Nulla è che frequenta anche lui il nostro corso ma è da un po' che non si fa vedere, mi pare abbia altri corsi a cui pensare quindi si fa vedere poco. Non ci fai mai caso alle persone che ci sono in classe vedo e per di più fattelo dire Har, ma è davvero carino." mi diede una pacca sulla spalla continuando poi a parlare stuzzicandomi. "Dai perché non vai a parlarci, magari ti fai un nuovo amico." rise facendomi poi una smorfia.
"Ti prego, lo sai che non sono mai in vena di farmi nuovi amici." conclusi la discussione continuando a guardare il ragazzo che era di fronte a me. Mi sentivo strana e in soggezione guardandolo, cosa che non provavo quasi mai con nessuno.
"Non ti sei accorta che ti squilla il cellulare?" mi fece tornare nel mondo reale Violet.
"No." ammisi.
"É soltanto un messaggio.. di Louis."
"Bene, leggilo." Si avvicinò per leggerlo insieme a me.
"Okay."

Da: Louis♡.
'Faresti bene a fare la brava. Attenta a chi guardi e sai che io non ci penserò nemmeno due volte a fare quello che non ti immagineresti mai.'

"Che cazzo significa?" dissi girando di poco il telefono e le feci vedere meglio il messaggio spaventandomi leggermente.
"Non chiedermelo." mi guardò quasi impaurita a sua volta Violet.
"Va bene gli rispondo."

A: Louis♡.
'Cosa significa Louis?'

"Lo vuoi sapere?" sentii la sua voce dietro di me, mi voltai con lentezza credendo di avermi seguito. Vidi i suoi occhi fissarmi con un espressione indescrivibile, non credo di averlo mai visto in questo modo.
"Si." risposi con sicurezza.
Si avvicinò a me con disinvoltura e con la stessa mi diede uno schiaffo forte da farmi girare il viso. Stavo per controbattere quando sentii una voce dietro di me.
"Ti hanno mai detto che le signorine non si toccano?" ci girammo tutti verso quella voce rendendoci conto che era il ragazzo moro. Violet mi guardò sentendosi a disagio ma non riuscì ad entrare nel discorso. Io non seppi cosa fare e Louis lo rispose nervoso.
"Tu fatti i cazzi tuoi." lo puntò con un dito.
"Me li farò, quando non la toccherai più."

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