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24 dicembre.

Eravamo tutti a casa, incluso Luke. Mi guardava spesso e sembrava in imbarazzo anche se conosce la mia famiglia dall'infanzia. A differenza della mia, compatta e felice, la sua famiglia era l'esatto opposto. Non andavano d'accordo tra di loro dopo la morte della madre e lui che era il fratello minore gli addossavano tutte le colpe perché in quel giorno c'era proprio lui, l'unico che l'ha guardata morire davanti ai suoi occhi. Questo è uno dei motivi per cui è andato via e si sta facendo carriera da solo senza l'aiuto di nessuno. La cena era quasi finita e presto i regali sarebbero stati scartati; per mia madre avevo fatto una semplice collanina che lei desiderava tanto e a mio padre una cravatta. Per Luke invece una semplice cornice con le nostre foto, di quando eravamo piccoli fino ad una recente. Quando tutte le pietanze erano scomparse io e mia madre iniziammo a sparecchiare e lavare i piatti e le posate. Dopodiché mi distesi sul divano, precisamente addosso al biondo che fece un verso di lamento e mi guardò, ricambiai col ridere e lo abbracciai. Erano le 22.00, ero quasi sul punto di dormire perché mi dava dei baci sulle guance e mi accarezzava i capelli in modo dolce e lento. "E dai ragazzi, sembrate dei morti! Su con la vita. Apriamo questi regali." sentii urlare da mia madre. "Ma i regali si aprono il 25 mamma!" sentii urlare Micheal dall'altra stanza facendosi capire. "Natale è tra due ore e visto che non abbiano niente di meglio da fare perché non aprirli?" si rivolse lei verso mio fratello incitandolo ad avvicinarsi all'albero. Per questo motivo Luke mi tirò nonostante mio malgrado e andammo tutti verso l'albero dove c'erano un bel po' di regali. Presi tutti i regali con inciso il mio nome su un bigliettino e iniziai a scartarli man mano. "Il mio aprilo per ultimo." sussurrò il biondo sorridendomi, ricambiai il sorriso e lo posai a terra. Era arrivato il momento del suo di regalo, premetto che non sapevo cosa aspettarmi da lui, qualsiasi cosa, forse. "Forza, apri." mi incoraggiò. Scartai il regalo con delicatezza e con questa aprii la scatola trovandomi due biglietti. Li presi in mano e il mio sorriso diventò uno dei più sinceri e uno dei mai visti in vita mia. "O mio dio, Luke." Quei pezzetti di carta mi avrebbero portata a Sydney, e per giunta, ci sarei andato insieme a lui. "Allora?" "Allora è che ti voglio bene da morire." li posai e lo abbracciai saltandogli addosso, iniziai a piangere dalla felicità, il mio sogno più grande si sarebbe avverato. Avrei messo piede nella città che io considero più bella, avrei visitato Port Jackson, Harbour Bridge, l'acquario, numerosi musei. Quasi svenivo dalla gioia. "Ti voglio bene anche io piccola, non potevo non lasciarti andare li, dovrai aspettare quando finirai questo anno di college, poi ci andremo." Mentre parlavamo gli altri erano andati via, o meglio si rifugiarono in cucina a fare non so cosa. Non importandomene minimamente di ciò mi avvicinai di più a Luke, guardandolo. "Sei tutto ciò che ho e che voglio. Non lasciarmi da sola." "Non potrei mai farlo, come andrei avanti se solo tu mi dai la forza." dopo quelle parole mi diede un bacio sul naso facendomi rabbrividire e ridacchiare dal solletico. "Ehy ragazzi venite qui dai!" disse mio padre, che vedendoci in quel modo continuò "o meglio, vi lascio soli..." stava per andarsene. "Ma papà cos'hai capito." risi e scesi di Luke invitandolo a seguirmi per andare dov'erano gli altri. Andai vicino a mio padre e lo guardai dandogli una piccola pacca e fargli una "smorfia" per cosa aveva capito poco fa. Ci sedemmo nuovamente e iniziammo a giocare a giochi di società, ero davvero negata.
Le due ore erano ormai passate ed era arrivato il Natale, dopo averci scambiato gli auguri tra di noi e continuato ancora per un po' a giocare ero davvero sfinita, potevo crollare da un momento all'altro con le carte in mano. Mia madre e mio fratello andavano davvero forte e infatti vinsero la maggior parte dei soldi che c'erano. "Sto perdendo tutto." sbuffò Luke facendomi ridere, alzai lo sguardo verso di lui e posando le carte al tavolo alzai le braccia. "Io non ho vinto neanche un dollaro!" ribattei. "Smettetela di lamentarvi! Sarete fortunati in altre cose." concluse il discorso Josh, mio padre, che dopo aver detto quelle parole mi guarda facendomi un breve sorriso. Dopo la partita che ovviamente persi, presi il cellulare notando due messaggi. Uno di Zayn, e l'altro di uno sconosciuto. Decisi di aprire il primo.
Da: Zayn.
"Buon Natale principessa. Mi manchi tanto. x"
Rimasi di stucco leggendo quelle parole. Non sapevo cosa esattamente volesse da me, se davvero mi amasse o volesse prendermi soltanto per il culo. Quel ragazzo è tutto un mistero da svelare, è il mio chiodo fisso. Nessuno mi aveva mai fatto sentire così in bisogno di sapere cosa esattamente provasse una persona per me.
Per: Zayn.
"Buon Natale anche a te, spero passi buone feste."
Non sapevo se dirgli o meno che mancava anche a me, sospirai e frettolosamente inviai il messaggio prima che cambiassi idea. Chiusa la conversazione, aprii l'altra.
Da: Sconosciuto."
Mh, quindi è lì che vai vero? Sydney. Non penso che ci arriverai a giugno." 
Deglutii, di nuovo lui. Ma cosa cazzo voleva da me? Neanche in questi giorni potevo stare bene e tranquilla, perché non posso vivere la vita come quella degli altri? Senza che nessuno mi perseguiti. Avevo i brividi soltanto a pensare cosa potesse farmi quella persona e iniziai ad avere la nausea e i giramenti di testa.
Da: Zayn."Cosa c'è? Non ti manco? :(. Vorrei che ora tu stessi al mio fianco, abbracciati davanti al camino e scambiarci dei baci. Quelli per me sarebbero il regalo migliore."
Per: Zayn.
Zayn ti prego... smettila. Non puoi dirmi certe cose quando poi tu sei il primo a non crederle. E voglio essere sincera. Si, mi manchi.
Dopo aver digitato quelle parole, lessi un ultimo messaggio. Mi fece sentire davvero male.
Da: Sconosciuto
"Dai sorridi che la vita è bella non stare col musone."
Avevo il respiro affannoso, lui era qui. Mi alzai di scatto e andai verso tutte le finestre che avevo nel piano di sotto e mi affacciai ad ognuna di esse, nonostante avessi una paura matta di vedere se fosse lì per davvero, dovevo anche capire se fosse realmente Liam a farmi tutto questo. Potevo sbagliarmi su di lui, che la sua era una voce soltanto simile all'altra che mi aveva chiamato la scorsa volta. Avevo così paura che tutto si capovolgesse, che la mia famiglia andasse nei guai, che io andassi nei guai. Anche se effettivamente è come se ci fossi già. Ho paura che possa farmi oltre a dei semplici messaggi spaventosi e al solo pensiero mi vennero le lacrime agli occhi. Cosa avrò fatto di male per meritarmi un'attenzione così spregevole da parte di questa persona? Mi sedetti nuovamente sul divano e come mio solito tutte le emozioni che provavo in quel momento non potevo reggerle per il mio assurdo problema quindi, mentre gli altri mi chiedevano cosa stavo facendo e perché per quale motivo ero così strana iniziavo a sentire le loro voci allontanarsi sempre di più, fin quando non riuscii più a sentirle.

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