02.

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In quegli istanti non riuscivo a capacitarmi di cosa stesse succedendo. Louis mi aveva dato uno schiaffo mentre quel ragazzo mi difendeva a spada tratta come se mi conoscesse siccome guarda il mio ragazzo con una faccia nervosa.
"Hey tu me la vedo io con lei. Non ci conosci quindi non sei autorizzato ad intervenire." era vero ma mi stava aiutando e gli ero davvero grata.
"Louis, ma cosa ti ho fatto? Non mi sembra stia facendo qualcosa di sconvolgente, sto solo parlando con la mia migliore amica. E poi perché mi segui? Cazzo, sei inquietante." lo fissai con un espressione furibonda ed ero con i nervi a fior di pelle.
"Faccio quello che mi pare, e poi sono il tuo ragazzo, no?"  si girò nuovamente verso di me con uno sguardo fulmineo.
"Si, certo. Puoi essere anche il mio ragazzo, ma questa poi non è gelosia diventa ossessione." Mi uscirono queste parole senza pensarci due volte e mi resi conto che era quello che avevo pensato il giorno precedente.
Senza dar troppo peso al mio subconscio mi girai nuovamente verso il ragazzo moro sorridendo leggermente facendogli rendere conto che il suo intervento mi aveva fatto estremamente piacere e me ne andai a passi svelti. Ero stanca di stare ancora lì e discutere inutilmente con il mio ragazzo. 
Sentii il telefono vibrare e notai che era Violet scrivendomi che forse era meglio lasciarmi sola e aveva ragione.
Rallentai il passo ma dopo un po' per mia assurda sfortuna iniziò a piovere. "Merda" pensai. Iniziai a correre e dopo cinque minuti trovai un bar. Entrai trovando un posto libero e mi sedetti.
In un attimo arrivò un cameriere. 
"Desidera qualcosa?" mi domandò sorridendo. 
"Solo un caffè e un bicchiere di acqua naturale, grazie." ricambiai il sorriso, lui annuì e si allontanò poco dopo. 
Non sapevo ancora il motivo di quello schiaffo, avevo iniziato ad avere paura di chi avevo accanto e poi non doveva picchiarmi, odio chi mi mette le mani addosso. Non era purtroppo la prima volta che faceva una cosa del genere ma come mio solito non riuscivo ad impuntarmi e dirgli che sta sbagliando.
Ritornai alla realtà quando il cameriere posò sul tavolo la mia ordinazione, gli sorrisi ringraziandolo e lui si allontanò. Mi arrivò un messaggio. 
Da: Louis♡.
"Vieni a casa mia."
A: Louis♡.
"Per quale motivo?"
Da: Louis♡.
"Muoviti." 
Avevo un po' di terrore, o forse, ne avevo troppo. Bevvi subito il contenuto nella tazza, pagai e andai via. Fortunatamente aveva smesso di piovere quindi avrei fatto presto. Qualche minuto dopo mi trovai davanti casa sua, bussai e notai che c'era solo lui. Aprì la porta con un viso pieno di rabbia, mi tirò in casa e cominciò ad urlare.
"Brutta troia chi è quello?" disse mentre mi mise con le spalle contro il muro, avevo la fronte appiccicata alla sua e tremavo leggermente. Sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi ma decisi di non farle scendere, almeno per adesso.
"Non ne ho idea Louis, credimi cazzo. E poi non mi chiamare in quel modo, non sei autorizzato a farlo." urlai mettendo le mani sul suo petto e spingendolo via da me, non mi avrebbe mai creduto. 
"Ah si? E perché ti difendeva?" sputò ritornando vicino a me ancora più incazzato. 
"Era un posto pubblico, chiunque ha visto quella scena ridicola da ragazzo geloso. Come ti sei permesso eh? Mi spieghi come hai potuto mettermi le mani addosso? Per favore sta zitto Louis." urlai più forte che potei, le mie guance diventarono rosse, una lacrima scese ma subito l'asciugai. 
"Zitto non lo dici a me." mi prese per il collo e lo strinse forte tanto da farmi perdere il fiato. 
"B-basta Louis." lo pregai, lasciò subito la presa dandomi uno schiaffo, di nuovo.
Non mi credeva, cosa dovevo aspettarmi? Credo proprio niente. Lo guardai in faccia, come se non mi avesse fatto nulla e mi rivolsi verso di lui sorridendo ironicamente. "Sai fare solo questo, non fidarti di me e io cosa dovrei fare? Restare qui? No, non ci penso proprio Louis, non puoi trattarmi in questo modo, non ce la faccio più, non riesco neanche un secondo a guardarti negli occhi e pensare che mi hai messo le mani addosso." gli parlai con calma e lui non rispose.
"Se è questo che vuoi farmi per tutta la vita, per la tua stupida gelosia, finiamola qua." dissi a bassa voce, fredda. 
Lui mi fissò incredulo senza dire ancora una parola, così convinta di quello che facessi, presi l'anello che avevo al dito, lo posai sul tavolo e me ne andai sbattendo la porta.
Durante il tragitto per il college mi toccai numerose volte il collo e le guance dove si era formato un leggero rosso e non potei fare altro che pensare a cosa gli sia saltato in mente per potermi fare una cosa del genere. Dopo essere arrivata entrai in camera trovando Violet che studiava. Posai la piccola borsa che avevo tra le mani e mi buttai sul letto al lato opposto per non guardarla.
Stavo per addormentarmi quando mi chiamò.
"Ehy, piccola successo qualcosa?" mi domandò e facendole spazio la feci sedere. Mi voltai verso di lei e feci di no con la testa, senza parlare.
"Ti prego Harmony, so che hai qualcosa. Parlane, sfogati. Hai tutti gli occhi rossi e poi sei rossa in viso." disse sforzandomi a parlare mentre mi toccò la guancia ormai piena di lacrime. Gli raccontai tutto, per filo e per segno in cerca di una spiegazione anche da parte della mia amica.
"È finita, non riesco a stare così con la costante paura che lui mi faccia altro." conclusi. 
"Mi dispiace." mi abbracciò accarezzandomi i capelli. Si scostò dall'abbraccio e mi guardò negli occhi. 
"Ascoltami, quello che ti sto per dire potrebbe essere una frase insensata siccome è successo da poche ore quello che mi hai raccontato ma prova a dimenticarti di Louis. Si, è vero che sarà difficile perché so anche che vi conoscete da praticamente una vita ma continui di questo passo a startene qui a piangere, ti uccido. Poi, potresti mai stare accanto ad uno che ti picchia? Per come me l'hai raccontata non è stata neanche la prima volta e non riesco ad accettarlo, potrei andare a denunciarlo Harmony." mi fissò e la guardai grata di averla vicino in questo momento. "Non fa niente Violet, non starà più vicino a me, te lo prometto, non permetterò che lui possa avvicinarsi a me e sfiorarmi."
"Così ti voglio."  fece una breve pausa e ricominciò. "Se ti tocca di nuovo giuro che non lo vedrai neanche al cimitero." disse in modo calmo ma serio e feci un  breve sorriso. 
"Grazie tesoro." la abbracciai nuovamente, una ragazza come lei non esiste in nessun altro posto al mondo. 


Passò una settimana e non c'erano lezioni quindi andai al corso di canto. Era il mio obiettivo di vita e non potevo considerarlo un hobby. Volevo cantare a tutti i costi e far dimostrare al mondo quanto per me fosse importante. La scuola era abbastanza lontana dal college infatti ci misi più o meno mezz'ora. Arrivata lì aprii la porta e andai vicino al tavolo per fare l'iscrizione siccome la mia scuola precedente aveva chiuso. Passarono dieci minuti e finalmente aveva finito. 
"Potresti iniziare già adesso signorina Lee." mi propose il signore. 
"Certo con piacere." sorrisi entusiasta, non vedevo l'ora. 
"Seguimi." disse andando prima di me e seguendolo aprì la porta della classe di canto e c'erano tantissimi ragazzi e ragazze, non me lo aspettavo. Fece cenno di accomodarmi e lo feci, così iniziammo la lezione.
Un'ora e mezza dopo uscii da quella classe. Stavo per dirigermi al college ma una voce mi chiamò. 
"Hey Harmony!"

Shadow➤ z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora