𝑼𝒏 𝒄𝒂𝒏𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒏𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆.
𝑼𝒏𝒂 𝒅𝒆𝒔𝒊𝒈𝒏𝒆𝒓 𝒆𝒎𝒆𝒓𝒈𝒆𝒏𝒕𝒆.
𝑼𝒏 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒕𝒐 𝒊𝒎𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒅𝒂 𝒅𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊𝒄𝒂𝒓𝒆.
Sono passati cinque anni dall'ultima volta che Maisie è tornata a casa, prima di...
"Le donne forti camminano con i piedi sanguinanti fra i cocci dei propri sogni. Il dolore affonda, ma loro non si fermano. Mai." -Anonimo
Soundtrack: I Can Do It With a Broken Heart – Taylor Swift
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La sera della finale della Run War arriva più in fretta di quanto mi aspettassi, e non sono mai stata così determinata a vincere. Lo ammetto, quando mi sono iscritta, non credevo che sarei mai arrivata fino a questo punto. Lo avevo fatto quasi per scherzo, una sfida banale nata per provocare Davian.
Adesso è molto di più.
Non si tratta solo di vincere, ma di affrontare il mondo a testa alta senza sentirmi inferiore a nessuno, senza temere di essere giudicata.
Posso farcela.
Me lo ripeto da giorni, è diventato il mio motto per affrontare le giornate, e non è stato affatto semplice. Ci sono stati momenti in cui credevo che la vergogna mi avrebbe mangiata viva, dove l'ansia mi faceva immaginare i peggiori scenari possibili, e gli sguardi critici della gente erano diventati la mia gabbia personale.
Ho pianto parecchio, non lo nascondo. Arrivava la notte e mi concedevo di buttare fuori ciò che durante il giorno trattenevo, perché non c'era più bisogno di fingere. Permettevo al dolore di salire a galla, e la mattina dopo mi alzavo come se non fosse mai accaduto. Ho lavorato alla mia collezione nonostante non abbia avuto la possibilità di portarla alla Paris Fashion Week. Ho fatto acquisti per il mio atelier, investendo in ciò in cui credo. Mi sono migliorata, passo dopo passo.
Il cibo ha smesso di tormentarmi, o almeno, è ciò che sto cercando di fare assieme alla mia psicologa. Oltre a Davian, non sono riuscita a confessare a nessuno di averne avuto bisogno, e sapevo che lui avrebbe capito. Volevo che fosse un qualcosa di mio, la mia maniera di aiutarmi a essere la Maisie che non ha paura di affrontare il mondo, e non si lascia più frenare da ciò che teme. Sto cercando di accettarmi per ciò che sono, crepe e cicatrici comprese. Ci impiegherò del tempo a guarire, ne sono consapevole. Però andrò avanti lo stesso, nonostante non stia del tutto bene.
Sento due mani che si posano sulle mie spalle, non ho bisogno di girarmi per sapere di chi si tratta. Il suo profumo è casa, il suo tocco è una certezza, il mio punto saldo.
«Sei pronta, leonessa?»
Mi giro a guardarlo, e la sua bellezza mi colpisce come se fosse la prima volta, non mi abituerò mai.
Indossa la solita giacca di pelle nera, e una maglia bianca abbastanza scollata da far intravedere le collane che indossa, con un jeans scuro gli fascia le gambe in maniera decisamente illegale. Non ha nulla di eccentrico, eppure cattura la mia attenzione in un istante. I suoi occhi sono fissi nei miei, e ci vedo la stessa determinazione, la stessa brama.