Veronica Collins, una giovane anima segnata dall'ombra del padre, incontrerà Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, un essere che disprezza il sentimento e si diverte a manipolare gli altri. Egli scommetterà sulla vulnerabilità di Veronica, spera...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Sono seduta sulla torre di Astronomia, con la schiena contro il muro e il cielo stellato a destra che brilla intensamente accanto alla luminosa luna, che illumina delicatamente le acque e i rilievi. Mi fa sentire meno sola, avvolgendomi e proteggendomi dai miei pensieri più oscuri.
Sto fumando, sentendo la brezza autunnale che mi fa rabbrividire. Sono passate tre settimane dal test di ammissione al sesto anno, è andato bene e ho stretto legami con Astoria e Parkinson, anche se con quest'ultima non mi fido molto. Con Malfoy pure, abbiamo capito di avere molte cose in comune: come un padre da disprezzare.
Con Zabini, ho stretto un legame quando mi ha invitato alla sua festa di compleanno esattamente due settimane fa. Era un tipo molto pignolo e simpatico, ma allo stesso tempo pervertito.
Con il fratello di Davide, avevo già stretto un rapporto quando ho conosciuto quest'ultimo. Ci eravamo scambiati al massimo cinque parole in tutta la nostra vita.
Mentre con Riddle, lasciamo perdere.
È da un po' che non ricevo notizie né da mio padre né da mia madre. Non so se preoccuparmi o restare serena senza responsabilità.
Mentre guardo il cielo scuro, vedo il mio gufo, Aaron, arrivare da lontano con stile. Il suo bianco piumaggio si distingue tra i riflessi dorati della luce del tramonto, con alcune penne scure che aggiungono un tocco di classe. I suoi occhi, con quel bel colore arancione-ambrato, brillano, dandogli un'aria misteriosa mentre si avvicina. Teneva una lettera nel becco.
Avevo parlato troppo presto?
Appena si avvicina a me, mi alzo e lui si aggrappa alla ringhiera. Lo accarezzo con gesto delicato e dico «Buonasera Aaron» mentre prendo la lettera. Quest'ultimo rimane lì per svariati secondi e quando mi siedo nuovamente a terra, lui si posa sul mio ginocchio, come ha sempre fatto negli anni passati. Questo gesto mi fa capire quanto io ispiri tranquillità e fiducia a lui.
Presa la lettera leggo il destinatario che è mia madre, mi arriva una fitta allo stomaco quando la apro e inizio a leggere.
Cara Veronica,
Spero che tu stia bene. Mi dispiace sentire che da quando sei andata via, la casa sembra più vuota e il clima è diventato cupo. La tensione sembra aumentare, specialmente con tuo padre più nervoso e violento a causa delle riunioni. È difficile per me vedere il suo lato gentile solo quando ha desiderio di intimità, mentre il resto del tempo devo affrontare il suo comportamento oppressivo. Mi spiace dover condividere queste parole con te, ma sono stanca di questa situazione. La mia voce sembra non avere peso, e ribellarmi sembra inutile. Vivo nell'ombra del giorno e mi sento dimenticata durante la notte. Capisco che lui non è più mio, ma non voglio essere trattata come se fossi solo un oggetto. Ho bisogno di rispetto e dignità.