Maree di Sogni e Dolore.

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MATTHEO MARVOLO RIDDLE

«Che cazzo ti è saltato in mente?!» urlo contro mio fratello, appena mi materializzo nella sua stanza

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«Che cazzo ti è saltato in mente?!» urlo contro mio fratello, appena mi materializzo nella sua stanza. Mi avvicino con passo deciso e lo afferro per il bordo della maglietta, sbattendolo contro il muro, furioso come una bestia.

«Devi smetterla di pensare a lei!» mi rimprovera, e io allento la presa, abbassando lo sguardo. Lui azzarda un ghigno, soddisfatto. «L'amore ti rende debole. Sbaglio o sei tu quello destinato a prendere il comando di questa setta?» dice, riferendosi ai Mangiamorte, mentre io stringo i pugni, cercando di contenere la rabbia.

«E te con Abigail?» ribatto, alzando lo sguardo, pronto a colpirlo con la verità.

Lui si gira, freddo. «Non c'è mai stato nulla,» risponde, dirigendosi verso la finestra. Si ferma lì, con le braccia incrociate, fissando il cielo grigio.

«Cazzate!» grido, sbattendo le mani contro la sua scrivania. Lo fisso, la rabbia che mi brucia dentro. «Perché non ammetti che la ami

Lui resta in silenzio. Io mi avvicino, ma lui non risponde, lo sguardo fisso fuori dalla finestra. Lo fisso per un attimo, poi, esasperato, giro i tacchi per andarmene.

«Sei solo un codardo,» sputo fuori mentre mi dirigo verso la porta.

«Perché non ho altra scelta,» dice infine, con la voce bassa.

Mi fermo, sospiro, e giro il capo verso di lui per un istante, prima di andarmene e tornare ad Hogwarts.

Appena entro nella mia stanza, mi trovo davanti una scena imbarazzante. Pansy e Theo, praticamente uno sopra l'altro, si stanno baciando come se non ci fosse un domani. Le mani di Theo sono già sotto la maglietta di Pansy, chiaramente impegnato a togliergliela.

«Ew! Non davanti a me!» urlo, sbattendo la porta e rovinando il loro momento. Pansy si alza in fretta, visibilmente imbarazzata, mentre si sistema la maglietta e bacia Theo velocemente.

«Ti amo, a dopo,» dice, come se nulla fosse, prima di girarsi verso la porta. Theo rimane completamente spiazzato da quell'affermazione.

«Cosa hai detto?» le chiede incredulo, il volto sorpreso.

Pansy sorride, ignorandomi completamente, e si avvicina alla porta. «Ho detto che ti amo,» ripete, con un mezzo sorriso.

«Oh... Ti amo anch'io,» risponde Theo, cercando di trattenere un sorriso, ma fallendo miseramente. Sembra un idiota felice.

Finalmente, qualcuno si degna di notare la mia presenza. Theo mi guarda, il sorriso ormai stampato in faccia, e cambia subito espressione.

«Cazzo, sei un coglione! Avevamo stabilito degli orari!» mi rimprovera, alzandosi dal letto.

Lo guardo seriamente. «Avrai altre occasioni,» gli dico con noncuranza, mentre cerco il mio diario tra le cose. Ma non lo trovo. Dove cazzo l'ho messo?

Theo, ancora su di giri per la scena con Pansy, continua a girare per la stanza. «Allora, la prossima volta che starai con Veronica, ti interromperò io!» esclama. «Cioè, mi ha detto che mi ama! Stavamo per fare l'amore!» continua, parlando a vanvera, mentre io sono concentrato solo su una cosa. L'unica cosa che mi fa sentire come se mi mancasse una parte di me: il mio diario.

Quel malconcio diario che è sopravvissuto alle fiamme. L'ultimo regalo che mi ha fatto mia madre per il mio sesto compleanno. L'ultimo compleanno che abbiamo festeggiato insieme. L'ultimo prima di tutto, tranne ieri.

Theo si avvicina a me, notando la mia tensione. «Fratello, tutto ok?» mi chiede, la voce un po' preoccupata.

Rimango immobile, osservando il caos che ho creato nel cercarlo. Quel diario è per gli altri solo un inutile manoscritto. Ma per me è la mia vita. La vita di uno stupido ragazzo che cerca di sfuggire al suo destino, o forse, a sé stesso. Un ragazzo cresciuto nel dolore.

«Qualcuno ha preso il mio diario,» dico freddamente, senza guardarlo.

Theo sa quanto sia importante per me quel diario, sa quanto ne ho bisogno per ragionare. Mi siedo sul letto, con le mani sul viso, cercando di capire chi cazzo sia entrato nella mia stanza. Chi osa sfidarmi.

«Qua qualcuno vuole essere il mio nemico,» sibilo, la rabbia che inizia a montare dentro di me. Comincio a strofinarmi le mani, cercando di non esplodere, di non tirare un pugno o distruggere qualcosa. Ma è dura.

Theo si siede accanto a me, cercando di calmarmi. «Non sei da solo. Lo troveremo insieme, è per questo che servono gli amici, no?» dice, cercando di trovare un lato positivo, anche se nemmeno lui sa come.

Forse sta cercando di mentire a sé stesso, fingendo che tutto vada bene. Quando nemmeno lui sa con chi sta avendo a che fare. Il futuro Signore Oscuro. Colui che è una fusione di sangue sporco e puro. Un mostro, cresciuto nell'ombra di un padre che ha accumulato solo dolore.

Veronica Yvonne Collins

«Quindi sì, ci sposeremo tipo per Natale... Sai quanto amo la neve, il Natale, tutto lo spirito natalizio che riunisce le famiglie...» Astoria pronuncia l'ultima frase con una punta di malinconia negli occhi, lo sguardo perso nel vuoto. Io, sdraiata sul letto dell'infermeria, allungo la mano e la stringo tra le mie, cercando di rassicurarla. Siamo ancora qui per controllare se io stia bene, ma a questo punto è lei che sembra avere bisogno di conforto.

«Ritroverai tutto ciò che ti è stato tolto. Draco è la persona giusta con cui potrai ricostruire quello spirito natalizio, senza paura di essere giudicata,» le dico con un sorriso incoraggiante. Lei mi guarda e, nonostante il nodo in gola, accenna un sorriso, tirando su col naso.

«Poi ci sarà Cassie che lancerà i petali... Si è offerta subito. Non voglio che il suo spirito si spenga quando compirà sedici anni. Voglio che lei resti felice e si salvi da questa stirpe,» continua Astoria, il tono della voce che cerca di aggrapparsi a qualcosa di positivo, per poi scivolare di nuovo nell'ombra di quei pensieri pesanti. È sempre così con lei: prova a vedere il lato buono, ma finisce per perdersi nei timori e nelle incertezze. E in fondo, a cosa servono le amiche, se non per aiutarci a trovare un po' di luce in mezzo al buio?

Sorrido. «Cassie è una testa dura. Secondo me, sarà lei a comandare tutti con una bacchetta!» esclamo ridendo, immaginando la scena. Solo a pensarci, mi viene da ridere.

Astoria scoppia in una risata sincera, asciugandosi una lacrima che le scivola lungo la guancia. «Lo penso anch'io!» risponde, ridendo di gusto per la prima volta da giorni.

SPAZIO AUTRICE🥲
Indovinate chi è piena di cose da studiare? Io! Scusatemi per il ritardo! Spero vi piaccia.

Dark Hearts || Mattheo Riddle.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora