MATTHEO MARVOLO RIDDLE
Tutto è pronto per la mia prima vera festa di compleanno, una festa con le persone che mi stanno a cuore. È una sensazione strana, a dire il vero, perché ho sempre sottovalutato l'importanza di avere queste persone vicino. Ho sempre pensato che fosse meglio abituarsi a stare soli, che fosse inutile affezionarsi troppo agli altri. Dopotutto, la gente va e viene, e per quanto ci teniamo, nessuno rimarrà per sempre. Forse è una mia idea, o magari un desiderio che mi sono portato dentro per anni, finché non ho conosciuto Veronica. Lei mi ha fatto capire cosa significa davvero amare. Un sentimento che pensavo impossibile, misterioso e oscuro, più della magia di mio padre.
«Speri che venga?» mi chiede Theodore, avvicinandosi al bancone delle bevande con la solita aria di chi sa già la risposta.
«Non mi aspetto nulla.» Rispondo, cercando di apparire indifferente. Ma sì, eccome se spero che venga.
Mentre parlo, mi giro verso i dormitori, il cuore che batte un po' più forte, nella speranza di vederla varcare la soglia da un momento all'altro. Ma niente Veronica. Invece, la porta si apre ed entra Abigail.
Indossa un lungo abito nero con uno spacco laterale vertiginoso. La gonna è coperta da uno strato leggero di tulle che ondeggia mentre cammina, e il tessuto è cosparso di piccoli brillantini che riflettono la luce della stanza. I capelli sono raccolti in uno chignon, anche se qualche ciocca ribelle le incornicia il viso, mettendo in risalto il suo trucco perfetto. È davvero splendida. Non appena entra, tutti nella stanza si girano a guardarla, attratti dalla sua eleganza.
Ma c'è una persona che non le toglie gli occhi di dosso: mio fratello.
«Cosa ci fa tuo fratello qui?» mi chiede il mio amico, guardandomi con un'espressione strana, quasi incredula.
Stringo i denti, sentendo la rabbia crescere dentro di me. «Vorrei saperlo pure io,» rispondo, cercando di mantenere la calma, ma la mia voce tradisce l'irritazione.
ABIGAIL CARROW
Scese le scale, mi dirigo decisa verso il bancone delle bevande. Ho bisogno di qualcosa di forte per rilassarmi e prendere tempo. «Un Manhattan bello forte, per favore,» chiedo al barista, mentre mi guardo intorno con discrezione. A pochi metri da me, lo vedo. È proprio lui.
Il barista mi porge il drink e, mentre porto il bicchiere alle labbra, una voce familiare mi blocca sul posto. «Non sei troppo piccola per bere?» chiede con quel tono sarcastico che riconoscerei ovunque. Mi giro lentamente, già sapendo chi è. Il ragazzo dai capelli scuri e gli occhi chiari mi guarda con quel suo solito sguardo presuntuoso.
«Tu, invece, non sei nella lista degli invitati, Thomas,» rispondo con un tono tagliente, fissandolo senza nascondere il mio fastidio.
Non faccio in tempo a voltarmi di nuovo verso il bar che sento la sua mano afferrarmi per il polso, trascinandomi bruscamente in un angolo buio, lontano dagli occhi indiscreti della festa.
«Hai fatto come richiesto?» mi chiede senza troppi giri di parole, lo sguardo freddo e impaziente. Alzo un sopracciglio e gli faccio un ghigno, annuendo con sufficienza. «Non capisco perché ti preoccupi tanto del tuo fratellino,» lo provoco, sapendo bene quale tasto toccare.
La sua reazione non si fa attendere. Thomas si innervosisce e mi spinge contro il muro con forza. «Abigail, stai fuori da questa storia. Non meriti nemmeno un mio sguardo, ma lo sto facendo per Mattheo, non per proteggerti.»
Sorrido con aria maliziosa, avvicinandomi un po' troppo al suo viso. «Lo sappiamo entrambi che in questo momento moriresti dalla voglia di baciarmi,» sussurro con un sorrisetto provocante.
«Nei tuoi sogni,» risponde lui, visibilmente irritato, ma cerca subito di riprendere il controllo. «Ora pensa solo a fare quello che ti ho detto.»
«Non preoccuparti,» dico con un tono velenoso, sistemandogli la cravatta con un gesto indolente. «Sarà un gioco da ragazzi rovinare la loro relazione.» dico mentre lo guardo allontanarsi.
VERONICA YVONNE COLLINS
Io e le ragazze varchiamo l'uscita del dormitorio, e davanti a noi si apre la sala comune, colma di studenti che ridono e si divertono. Scendiamo le scale, ancora tutte insieme, ma appena arriviamo giù, Draco ci raggiunge e senza pensarci troppo ruba Astoria per portarla a ballare. Noi altre ci scambiamo sguardi complici, trattenendo sorrisi sotto i baffi.
Poi è il turno di Theodore, che si avvicina a Pansy e la invita a scatenarsi sulla pista da ballo. E infine arriva Lorenzo, che con un gesto deciso prende Daphne per mano e la trascina a ballare. Li guardo, e con un sorriso appena accennato penso che era ovvio: sapevo già che tra quei due c'è qualcosa.
«Disturbo?» mi chiede una voce che non avrei mai voluto sentire, familiare e al tempo stesso sgradita. Mi giro lentamente verso di lui.
«Sì,» rispondo secca, dirigendomi senza troppa fretta verso il bancone delle bevande. «Acqua e limone, per favore,» dico al ragazzo dietro il bancone, sedendomi su una sedia.
Non passa molto che Riddle mi segue, cercando di giustificarsi. «Senti, Veronica, sono stato uno stronzo a non avertelo detto...»
Lo interrompo bruscamente, senza neanche guardarlo negli occhi. «Uno stronzo, egoista e presuntuoso. Cos'altro devo aggiungere?» dico, mentre il cameriere mi porge il bicchiere. Lo porto alle labbra, ma prima che possa bere, la sua voce mi ferma di nuovo.
«Non credo che dovresti bere quel bicchiere,» dice lui, con quel tono arrogante che mi fa venire voglia di ridere.
Scoppio in una risata ironica, lasciando che il bicchiere rimanga a mezz'aria. «Cosa vuoi, Riddle?» gli chiedo, già stanca della sua presenza.
Lui mi guarda dritto negli occhi, senza esitazione, e con una freddezza che mi mette a disagio risponde: «Te.»
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Dark Hearts || Mattheo Riddle.
FanfictionVeronica Collins, una giovane anima segnata dall'ombra del padre, incontrerà Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, un essere che disprezza il sentimento e si diverte a manipolare gli altri. Egli scommetterà sulla vulnerabilità di Veronica, spera...