VERONICA YVONNE COLLINS
Seduta ancora nella torre di astronomia, tiro un sospiro mentre trago dalla sigaretta ed espiro liberando ogni particella di fumo, con lo sguardo perso nell'orizzonte. Sento qualche passo, quindi mi tiro su spegnendo la sigaretta.
Mi giro verso l'entrata della torre e mi soffermo sulla figura coperta dal buio che mi sta raggiungendo, sorrido appena capisco che è il ricciolino.
«Non dovresti fumare, devi smetterla», mi dice lui, avvicinandosi alla ringhiera della torre con lo sguardo rivolto all'orizzonte davanti a me. Sospiro infastidita. «È l'unica cosa che mi sai dire?», dico alzando gli occhi al cielo. «Sì, Veronica, in un certo senso ci tengo», mi risponde voltandosi verso di me. Il mio respiro inizia ad essere irregolare, sentire i suoi occhi su di me mi fa sentire strana.
«A cosa?», cerco di ignorare il mio stomaco in subbuglio per via del suo sguardo. «A te», mi dice seriamente e io faccio un mezzo sorriso.
«Mi sento presa per il culo», ironizzo e lui mi guarda serio, con uno sguardo impassibile. «È possibile che non te ne frega un cazzo?», alza il tono avvicinandosi a me e io sbuffo. «Che ti passa per la mente?», mi chiede irradiato e io rimango in silenzio, mentre lui si avvicina sempre di più.
«Vorrei capirlo pure io», dico, abbassando lo sguardo e poi posandolo sull'orizzonte. Lui sospira muovendo il capo e si allontana posando le mani sulla ringhiera, come se stesse cercando di placare la rabbia.
«I tuoi lo sanno che fumi?» mi chiede lui, guardandomi preoccupato. «Pensi che a mio padre interessi?» scherzo io, anche se non c'è nulla in questa frase da scherzare.
«Tua madre?» mi chiede e io a quelle parole irrigidisco e sospiro. «Lo sa», dico guardando il cielo.
«Perché non ti ha fatto smettere?» mi chiede lui, ritornando ad avvicinarsi a me e io sospiro. Non ne voglio parlare, non voglio parlare di lei.
«Sai Riddle, tu sai il mio nome, non la mia storia», dico con tono innervosito, per poi andarmene. Ma la sua mano si lega al mio polso, trascinandomi verso di lui, e mi ritrovo a pochi centimetri dalla sua bocca e il suo respiro lo sento sulla mia pelle che diventa pelle d'oca.
In questo momento si sentono solamente i nostri respiri accompagnati dal vento e dal fruscio degli alberi e dell'acqua.
Lui annulla ogni nostra distanza, posando le sue labbra sulle mie, creando un bacio pieno di foga e passione. Mi prende le guance per non lasciarmi andare e allora io allaccio le mani attorno al suo collo. Senza staccarci, iniziamo a indietreggiare fino a quando sento il muro contro la mia schiena e ci stacchiamo per la mancanza del fiato e lui mi guarda negli occhi.
«Non riesco a resistere alle tue labbra», mi dice, facendo scendere le sue mani sui miei fianchi, facendo combaciare i nostri corpi e io a quella frase sorrido spontaneamente e lui ridacchia.
«Mi piace l'effetto che ti faccio», mi dice, mentre una sua mano prende il pacchetto di sigarette dentro la mia tasca della felpa. «Un giorno mi ringrazierai», mi dice, per poi mettere il pacchetto dentro la tasca della sua felpa, allontanandosi da me. «Sei uno stronzo», dico, cercando di prendere il pacchetto e lui si scansa e si allontana sempre di più da me, per poi andarsene e io sbuffo, sbattendo la schiena contro il muro.
Che stronzo.
Mi alzo da terra dopo cinque minuti e mi dirigo rapidamente verso la sala comune, dove trovo Astoria, Pansy, i fratelli Nott, Malfoy, Zabini, Berkshire e l'ennesimo stronzo di turno.
«Va tutto bene, Veronica?» mi chiede Astoria, seduta accanto a Malfoy, il cui ghigno mi fa venire voglia di dargli uno schiaffo mentre ha la mano sulla coscia della ragazza. Io forzo un sorriso annuendo, guardando male il suo ricciolo.
-Non la pensi così, lo sappiamo tutti,-
Sta zitta.«Mi sento stanca, vado a dormire. Ci vediamo domani,» dico alla ragazza, con gli sguardi degli altri su di me mentre mi allontano. La ragazza annuisce e mi dà la buonanotte, seguita dagli altri, tranne Mattheo con quella sua faccia da cazzo.
Entro nella mia stanza, chiudendo la porta dietro di me, e mi dirigo verso il bagno per farmi una doccia veloce. Appena esco, avvolta in un asciugamano, noto una figura che rovista tra le mie cose e prendo un colpo.
«Chi diavolo sei tu?» dico, stringendo l'accappatoio. Il ragazzo ridacchia e si gira verso di me, illuminando il suo viso con la luce della luna: Tom Riddle.
«Così saluti le persone? Molto educata,» mi dice lui con un ghigno guardandomi dall'alto verso il basso, e io gli faccio il dito medio.«A te hanno mai insegnato a bussare?» ribatto, mentre prendo il pigiama poggiato sul letto con passo svelto, sentendo i suoi occhi su di me.
Il ragazzo indossa un maglione scuro con pantaloni dello stesso colore, i suoi capelli sono ben sistemati e ha le mani nelle tasche dei pantaloni.Lui ridacchia e io mi precipito in bagno per cambiarmi di fretta.
Esco e lo trovo seduto sul mio letto.«A cosa devo la tua visita?» chiedo, appoggiandomi alla mia scrivania con le mani incrociate e il sopracciglio alzato.
«Ci sono certe cose che devi capire, come per esempio il dover stare lontano da mio fratello...» arriva dritto al punto, avvicinandosi a me e io lo guardo confusa.
«Perché dovrei?» chiedo mentre lui si posiziona davanti a me con passo lento. «Fallo e basta, non farmi incazzare,» mi dice a un palmo dal mio viso con uno sguardo deciso e impassibile.
Qualcuno sta per entrare nella stanza e, nel momento in cui distogliamo lo sguardo verso la porta, lui sparisce.
«Ehi Veronica, che fai lì impalata?»mi chiede confusa la mia compagna di stanza. «Nulla,» rispondo prima di sedermi sul letto.
«Mh... comunque, quando mi racconti di te e Mattheo?» chiede con un ghigno malizioso mentre si siede accanto a me. Sbuffo e mi tuffo la testa sul cuscino. «Non è successo nulla,» dico cercando di ignorare la domanda.
«Sì sì, allora quello che ho visto alla festa di compleanno di Pansy?» insiste la ragazza. «Se proprio vuoi saperlo, abbiamo fatto sesso,» dico sinceramente, e la ragazza esulta facendo salti di gioia. «Lo sapevo!» esclama entusiasta. «Com'è stato?» continua, avvicinandosi a me mentre mi sollevo con i gomiti.
«Non era come me lo aspettavo, soprattutto da Mattheo. Il suo tocco era delicato, come se avesse paura di farmi male. Per un attimo ho pensato di non essere abbastanza, ma lui mi ha fatto sentire così a mio agio che credo mi abbia fatto perdere la testa...» ammetto, posando la testa sul cuscino e guardando il soffitto, ricordando ogni dettaglio.
«Abbiamo una Veronica innamorata qui!» esclama la mia amica, e io ridacchio. «Non lo so, forse, ma ho paura...» confesso alla mia amica, che mi guarda con aria comprensiva.
«Non sono cresciuta per avere affetto o darne, e questo mi rende fottutamente incapace...» sospiro guardando la mia amica, che mi osserva con empatia.
Nessuno dice nulla e, appena Astoria si mette sotto le coperte, faccio lo stesso dicendo: «Lo vuoi sapere una cosa?».
«Cosa?»mi chiede Astoria, aspettando di spegnere la candela sul suo comodino, guardandomi con aria curiosa. «È stata la mia prima volta...» ammetto, e lei sorride. "Sai una cosa?" mi dice lei, facendo cenno di continuare.
«Conosco Riddle da una vita, per via dei Mangiamorte, e solo ora mi rendo conto che ogni volta che ti guarda, gli si illuminano gli occhi. Anche i suoi comportamenti da quando ti ha conosciuto... penso proprio che non sei l'unica ad essere persa,» confessa, e io sorrido come un'ebete.
Lei ridacchia e io le lancio un cuscino, facendola ridere ancora di più. Entrambe ci auguriamo la buonanotte.
SPAZIO AUTRICE:
Scusatemi se sono sempre in ritardo nel postare, ma non mi ero accorta di non aver controllato il capitolo prima. Ho dovuto farlo tutto in fretta, quindi perdonatemi per gli errori...
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Dark Hearts || Mattheo Riddle.
FanfictionVeronica Collins, una giovane anima segnata dall'ombra del padre, incontrerà Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, un essere che disprezza il sentimento e si diverte a manipolare gli altri. Egli scommetterà sulla vulnerabilità di Veronica, spera...