VERONICA YVONNE COLLINS
Io e Pansy entriamo nell'enorme sala della casa, o meglio, del castello dei Greengrass. Le pareti sono rivestite di arazzi scuri e candelabri intricati, un ambiente elegante e un po' sinistro che sembra quasi respirare l'oscurità di quei tempi.«Eccovi!» ci accoglie la festeggiata, avvolta in un lungo abito verde scuro, incantevole, che si fonde con l'atmosfera circostante. Il colore del suo vestito richiama i toni freddi e misteriosi della sala, rendendola parte di quel mondo, come una figura eterea.
Sorrido come un'ebete e attiro la mia amica tra le braccia, sentendo un'ondata di felicità pura per lei. «Auguri, cicci!» le dico con dolcezza, quella dolcezza che riservo solo ai momenti più intimi con Astoria. Solo lei sa tirare fuori questo mio lato tenero, come ama scherzare, facendomi sentire come un "pasticcino alla crema".
Lei ride e mi risponde con un sorriso che illumina tutta la stanza, un sorriso sincero e brillante, quasi capace di sfidare l'oscurità attorno. «Grazie, bellezza! Ma quanto siamo stupende stasera?» commenta, osservando prima me e poi Pansy. Quest'ultima, sorridendo, fa una giravolta, facendo ondeggiare il suo vestito nero semplice e lungo, che richiama il colore dei suoi capelli lisci e delle sue ciglia lunghe e intense.
Io indosso un abito lungo di velluto rosa scuro, con uno spacco che mi dà un tocco audace. Ultimamente ho sviluppato una vera fissazione per questo colore; sembra quasi un piccolo lusso tra tanti toni scuri. «Grazie, Astoria, anche tu sei meravigliosa!» risponde Pansy con un sorriso, scambiando con la festeggiata i due baci di rito.
Noto che intorno a noi, tra i volti degli ospiti, ci sono i Mangiamorte. La tensione nell'aria è palpabile, quasi soffocante, e una parte di me vorrebbe solo fuggire. Mi guardo intorno, in cerca di quegli occhi color miele che, nonostante li abbia spesso ignorati, ora mi fanno battere il cuore ogni volta che li incontro. Lo vedo infine dall'altro lato della sala, Mattheo, vestito con uno smoking che gli sta divinamente. Sta parlando con Theo, il viso segnato dalla stanchezza e dal dolore.
Non posso fare a meno di pensare a quanto debba soffrire Theodore. Dopo la morte del fratello, tutto sembra essere andato in pezzi per lui. Da quel che so, ha persino iniziato a usare sostanze pur di trovare un po' di sollievo. Tutto attorno a lui si sgretola, persino il suo rapporto con Pansy.
Pansy, notando lo sguardo di Theodore, mi chiede con voce incerta: «Pensate che oggi avrà voglia di parlarmi?»
Mi riporta alla realtà, e per un istante mi sento dispiaciuta nel vedere quanto il dolore di Theo colpisca anche lei. «Secondo me dovresti lasciarlo stare...» le dico, cercando il suo sguardo confuso, e le sorrido per rassicurarla. «Piuttosto, vieni a ballare!»
La trascino sulla pista con Astoria, cercando di lasciarci alle spalle la tristezza. Astoria ride mentre si muove in modo buffo, quasi scoordinato, e mi prende in giro: «Sei una pessima ballerina!» Il suo commento fa scoppiare Pansy a ridere, e per un attimo ci dimentichiamo degli sguardi giudicanti attorno a noi.
Sento ancora lo sguardo di Mattheo su di me, e quando lo guardo, lo vedo sorridere, mettendo in risalto quelle fossette che adoro. Un desiderio si insinua in me, quello di averlo accanto, ma mi trattengo; non voglio metterlo in pericolo.
Tra la folla, noto Abigail e Tom che parlano a bassa voce, quasi cercando di non farsi notare. Lei lo guarda con occhi sognanti, le pupille dilatate, un sorriso perso, mentre lui le risponde con uno sguardo freddo e impenetrabile. Chissà se anche lui ha sofferto tanto quanto Mattheo. Chissà se ha subito le stesse torture da suo padre, che lo hanno reso l'uomo scuro e apatico che è ora. Mi chiedo come sarebbe stato tutto se non fossimo nati in questo regime di paura e rigidezza.
Forse, in quel mondo, ci saremmo liberati delle ombre che ci avvolgono ogni giorno, senza dover nascondere le nostre paure o sacrificare i nostri desideri. Astoria e Draco avrebbero potuto concedersi il lusso di innamorarsi piano, con la spontaneità di chi non teme giudizi o imposizioni. Pansy e Theodore avrebbero trovato la forza per essere onesti l'uno con l'altra, costruendo qualcosa che fosse solo loro, autentico e resistente come le cose vere. E Davide... Davide sarebbe stato felice, forse in un luogo sereno, accanto a Blaise, senza il timore di un domani incerto.
In un altro mondo, forse anche io sarei stata diversa. Avrei vissuto senza l'ansia costante di perdere chi amo, senza quella paura che mi assale ogni volta che li vedo allontanarsi. Forse avrei scoperto la gioia di vivere ogni attimo senza il peso di segreti e bugie. Ma questa non è la mia realtà. Nella mia realtà, siamo intrappolati in un ciclo senza fine, obbligati a fare scelte che non ci appartengono, e il prezzo di ogni piccola felicità è sempre troppo alto.
[...]
Dicembre si avvicina, portando con sé il freddo e il ritorno delle misteriose lettere scure, che mi ricordano del mio obbligo di presentarmi da Voldemort a Natale. Non riesco più a concentrarmi sui test e sulle verifiche. Ogni tentativo di ottenere bei voti sembra vano, come se tutto questo non avesse più senso.
L'unica cosa che mi dà la forza di alzarmi ogni mattina è Mattheo. I suoi sorrisi, che sono solo per me, sono l'unico conforto. Ascolta ogni mio pensiero, ha pazienza per ogni mio sfogo, ed è lì, sempre.
Seduta rannicchiata sulla torre di Astronomia, finisco la mia sigaretta, riflettendo su come la mia vita sia cambiata in pochi mesi. Ho affrontato ostacoli che mi hanno fatto maturare, sentire in pezzi, ma nonostante tutto sono ancora qui, ancora in piedi.
«Sapevo che ti avrei trovato qui.» La sua voce mi arriva come una dolce melodia, e senza girarmi butto fuori il fumo, lasciando che la notte stellata di Hogwarts faccia da sfondo ai nostri silenzi. La bellezza della notte è travolgente, e mi chiedo quanto sia sottovalutata.
«Dovresti smetterla, questa è la tua quindicesima sigaretta di oggi...» mi dice con tono preoccupato. Rido, trattenendo le lacrime, e appoggio la testa al pilastro vicino, guardando la luna, che conosce ogni mio segreto. «Solo?» rispondo con ironia, consapevole di quanto mi stia distruggendo pur di non affrontare i miei problemi.
Mi accarezza il ginocchio e mi chiede: «Hai mangiato?» Annuisco, anche se non ho davvero appetito. Ultimamente mi trovo a lottare con il controllo delle porzioni, preoccupata di essere giudicata solo per un numero sulla bilancia. Ho perso il controllo, di tutto, e una paura costante di perdere anche lui mi logora.
«Non mi perderai. Non ti libererai di me così facilmente, biondina...» dice con sarcasmo, accarezzandomi il ginocchio. Lo guardo, spegnendo la sigaretta, mentre lui continua: «Nonostante i tuoi difetti e le tue paure, io sarò sempre qui, con le braccia aperte.»
Mi attira a sé e ridacchio, sentendo il cuore colmarsi di un calore che credevo di aver perso. «Sto conoscendo un lato di te che non ho mai visto...» gli dico, mordendomi il labbro, con gli occhi lucidi. Lui mi guarda e mi risponde: «Non ti ci abituare, questa è la prima e ultima volta.»
Rovinando l'atmosfera scherzosamente, lo spintono e lui ride. La sua risata è contagiosa, la mia medicina, un suono che vorrei sentire ogni giorno, a ogni ora.
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Dark Hearts || Mattheo Riddle.
FanfictionVeronica Collins, una giovane anima segnata dall'ombra del padre, incontrerà Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, un essere che disprezza il sentimento e si diverte a manipolare gli altri. Egli scommetterà sulla vulnerabilità di Veronica, spera...