MATTHEO MARVOLO RIDDLE
Merda
«Non mi stressare, Collins,» dico alzandomi lentamente dalla sedia. Mi dirigo verso l'armadio con passi decisi, aprendo l'anta con un leggero strattone. Cerco una maglietta tra le pieghe ordinate dei vestiti, la trovo e me la infilo. La ragazzina non sembra accontentarsi della mia risposta e mi segue con lo sguardo penetrante. «Lo so benissimo che tuo padre non fa altro che stressarti, però ora ho bisogno di spiegazioni,» insiste, avvicinandosi di qualche passo.
Mi giro verso di lei, osservandola con più attenzione. Indossa un maglione rosa scuro che si accosta perfettamente alla gonna rosa, lasciando scoperte le sue gambe dalla metà coscia in giù. Le braccia sono incrociate sul petto in una postura difensiva, ma il suo sguardo è determinato. I capelli mossi le cadono sulle spalle, con una frangetta che sfiora delicatamente le sopracciglia, incorniciando il suo viso in modo da renderla tremendamente bellissima. Al collo, una collana con un pendente a forma di un infinito che brilla leggermente alla luce, un dettaglio che avevo già notato dopo il suo ritorno dalla recente scomparsa di qualche giorno.
«Quali spiegazioni?» chiedo con aria confusa, mentre infilo la maglietta e sistemo distrattamente i miei ricci con le dita. Mi avvicino allo specchio sul muro sopra la scrivania per dare un'ultima occhiata al mio aspetto.
«Per esempio, come fa una ragazzina del quarto anno a conoscere incantesimi di magia oscura senza averli mai studiati o praticati a scuola?» inizia lei, il tono tagliente come una lama. «Oppure, perché hai avuto quel mal di testa quando ero con te? E perché non mi dici che la causa del tuo mal di testa è tuo padre?» conclude senza esitazione, gli occhi fissi nei miei riflessi nello specchio.
Sento il peso delle sue parole mentre mi giro lentamente verso di lei. La distanza tra noi si riduce ulteriormente e posso sentire il suo profumo di vaniglia e cocco. «Non sono affari tuoi,» le dico con voce bassa, quasi sussurrando, a un millimetro dalle sue labbra. Poi, senza ulteriori parole, esco dalla stanza, lasciando la porta aperta dietro di me.
In che senso Abigail ha fatto un incantesimo su di me?
VERONICA YVONNE COLLINS
Mattheo mi lascia sola nella sua stanza e non riesco a fare altro che odiarlo. Il suo affare misterioso mi fa sempre avere voglia di lui o di capire cosa nasconde nella sua mente, che sembra più incasinata della mia. Mi guardo attorno e non riesco a non notare un cassetto che non si chiude per via di un calzino sporgente. So che non dovrei, ma mi infastidisce. Di conseguenza, mi abbasso e apro il cassetto per sistemare il calzino in questione. Così facendo, noto un diario rovinato, un po' bruciacchiato e di un marrone scuro, che richiama subito la mia curiosità.
Non devo farlo.
Mi dico, cercando di chiudere il cassetto, ma il mio istinto mi urla di leggerlo. Magari avrei potuto trovare delle risposte.
Fanculo.
Prendo il diario e leggo la prima pagina. Risale all'11 aprile 1987, il giorno dopo il mio sesto compleanno, quando andai a casa Nott per festeggiarlo assieme a Davide.
11 aprile 1987
"Oggi sono stato a casa di Theodore e non ho smesso di pensare a quella bambina dai capelli biondi lucenti e gli occhi verdi smeraldo. Non riesco a dimenticare nessun suo lineamento e il suo sorriso splendente. Era lì con il piccolo Nott e rosicavo sempre il fatto che io non potessi essere al posto suo... se solo mio padre lo venisse a sapere..."
15 aprile 1987
"Ormai non riesco a smettere di pensarla. Ogni volta che chiudo gli occhi, il suo viso all'improvviso compare e prende il sopravvento delle mie emozioni. È diventato abitudinario il mio incontro con quella bambina che ho saputo chiamarsi Veronica. Quando ha salutato mio fratello, avrei voluto spaccargli la faccia..."
8 novembre 1987
"Oggi è il mio compleanno e come desiderio ho espresso lei. La vedo praticamente poco per via delle faccende di mio padre, ma mi rimane il suo ritratto..."
Tiro fuori un foglio stropicciato che ritrae una bambina. Non una sola bambina: ritrae me.
Io e Mattheo ci conoscevamo di già? e Davide lo sapeva, come lo sapevano tutti... ma perché non me lo hanno detto?
Noto una pagina strappata e un nastro verde scuro sulla data di oggi: 1 ottobre 1996.
"Se mi fa impazzire ogni suo modo, ogni suo gesto e il suo sorriso contagioso, come sempre mi sono dovuto ritirare per via di mio padre, che mi controlla costantemente minacciandomi di farle del male. Quanto vorrei non stare al suo cospetto, ma mi tocca, d'altronde sono Mattheo Marvolo Riddle, suo figlio ed erede al trono della magia oscura.
Mio fratello Thomas dice solamente che lei è una ragazza, ma no, lei non lo è. Lei non è come le altre, super prese da me; lei ha quel qualcosa di inspiegabile che la rende terribilmente perfetta. Non mi interessa se ha una vita incasinata e sua sorella tra i piedi..."
Sua sorella? In che senso?
Sento dei passi e immediatamente sistemo il diario sotto il calzino e chiudo di fretta il cassetto. Mi tiro su e mi volto verso il rumore proveniente dalla porta. Vedo Davide.
«Veronica, che ci fai qua?» mi chiede confuso. Io sorrido per nascondere la paura che fosse Mattheo.
«Stavo cercando Mattheo...» rispondo, cercando di calmare il respiro. Che ansia.
«Tu perché sei qua?» chiedo a mia volta, guardando il ragazzo avvicinarsi al letto di suo fratello e prendere il libro di erbologia.
«Mio fratello ha dimenticato il libro in camera per un progetto,» mi spiega mostrandomi il libro per poi posizionarsi affianco alla porta. «Non credo che Mattheo arriverà qua, l'ho visto andare verso il dormitorio delle femmine,» dice di sfuggita prima di andarsene. Io aggrottando le sopracciglia: cosa deve fare nel dormitorio delle femmine?
Con passo svelto mi dirigo verso quest'ultimo posto e, con mia sorpresa, sento delle voci provenire dalla camera di Gwen, una ragazza dei Serpeverde, che condivide con Abigail. Riconosco quest'ultima e Mattheo. Mi avvicino di più alla porta per sentire la loro conversazione.
«Perché cazzo hai fatto quell'incantesimo?» dice Mattheo, cercando di mantenere la calma.
«Volevo aiutarti,» risponde con sicurezza Abigail. «Sai che non è facile dire che lei è una scommessa.»
A quelle parole il mio mondo crolla. Tutte quelle parole, le promesse, si sgretolano dentro di me e le lacrime punzecchiano i miei occhi.
«Come... hai letto il mio diario?» dice lui infuriato. Come era possibile che non l'avesse letta? Ma poi mi ricordo della pagina strappata.
«Oggi 30 settembre, Veronica si è tagliata i capelli e ho accettato quella stupida scommessa, ovvero di portarla a letto il giorno del compleanno di Pansy. Theodore deve già prepararsi a restituirmi i 20 galeoni... devo continuare?» Sento Mattheo strappare un pezzo di carta.
«Non lo deve sapere nessuno,» dice Mattheo. Ma nel frattempo mi metto in luce, con le mani ai fianchi, di fronte ai due.
«Credo che sia troppo tardi,» dice quella stronzetta di Abigail indicandomi con il capo con un ghigno soddisfatto.
SPAZIO AUTRICE:
Scusate il ritardo ma non ho cercato di modificarlo come potevo, ma non credo sia soddisfacente hahaha grazie dei 10mila lettori 🫶🏻~Tory
STAI LEGGENDO
Dark Hearts || Mattheo Riddle.
FanfictionVeronica Collins, una giovane anima segnata dall'ombra del padre, incontrerà Mattheo Riddle, figlio di Lord Voldemort, un essere che disprezza il sentimento e si diverte a manipolare gli altri. Egli scommetterà sulla vulnerabilità di Veronica, spera...