L'Oportunità Perduta.

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MATTHEO MARVOLO RIDDLE

Tra baci senza fiato, entrambi ci rifugiamo nel mio dormitorio

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Tra baci senza fiato, entrambi ci rifugiamo nel mio dormitorio. Appena chiudo la porta dietro di noi, la raggiungo verso il mio letto. Lei mi sta aspettando, seduta con le gambe accavallate, sorridendo e guardandomi con quegli occhi che riescono a leggermi l'anima come nessuno sa fare, proprio come ai vecchi tempi.

Sorrido, iniziando a sbottonarmi la camicia dopo aver posato la giacca sulla scrivania accanto all'entrata. Mi avvicino alla mia biondina, ma lei si alza e mi ferma, sorridendo maliziosamente. Mi perdo nei suoi occhi, confuso, prima di accorgermi che è lei che mi sta sbottonando la camicia, lentamente e terribilmente provocante. Alterno il mio sguardo tra i suoi occhi e le sue labbra tinte di rosa che mi chiamano. La bacio subito, e la sento sorridere. Di scatto, sorrido anch'io, sentendomi libero. Dopo che ha finito di sbottonarmi la camicia, la tolgo e la lancio in un angolo scuro della stanza.

Entrambe le sue mani si intrufolano tra i miei ricci, che solitamente non faccio mai toccare a nessuno, se non all'unica ragazza che desidero dalla prima volta che l'ho vista. Mi fa sedere per poi farmi sdraiare, mettendosi a cavalcioni su di me, con la mano sinistra sul mio petto, senza staccarsi dalle mie labbra. Sento il suo tocco leggero e delicato, che mi fa impazzire. Entrambe le mie mani le accarezzano la schiena ancora coperta dal suo vestito bianco, con l'intento di cercare la cerniera e toglierlo, oppure, per l'impazienza, gliel'avrei strappato.

Vedendomi in difficoltà, lei si stacca dal bacio per riprendere fiato, si sposta i capelli frettolosamente e nei suoi occhi si legge il desiderio di spogliarsi. Inizia a liberarsi del vestito con delicatezza. Appena sento che la cerniera è scesa, l'aiuto a toglierselo. Quel vestito, bellissimo ma allo stesso tempo una tortura per i miei occhi, finalmente scompare.

La biondina si toglie le ballerine e, assieme al vestito, le posa su una sedia. Rimane così in intimo bianco di seta, che le risalta ogni forma del corpo. Mentre lei si guarda con orrore, io non riesco a distogliere lo sguardo, rapito dalla sua bellezza, senza un briciolo di vergogna.

«Qualcosa non va?» mi riporta alla realtà la biondina, ridacchiando mentre si avvicina e mi sposta delicatamente i ricci ribelli dalla fronte.

«Sei perfetta» riesco a dire, prima di unire le nostre labbra in un bacio che combacia perfettamente, come i nostri corpi quando si abbracciano o due cuori spezzati che si riuniscono.

Questa sera, per la prima volta, l'ho vista piangere. E per la prima volta mi sono ripetuto nella testa che avrei fatto di tutto per non poterla più ferire.

«Così mi sembri un po' ruffiano» scherza lei, staccandosi dalle mie labbra che volevano ancora un po' di lei.

«Ah sì?» rispondo, giocando al suo gioco. Lei annuisce, guardandomi negli occhi e cercando di trattenere una risata.

Allora la prendo per i fianchi e la ributto sul letto delicatamente, per paura di farle male anche solo toccandola. Inizio a farle il solletico sui fianchi, sentendo la sua meravigliosa e dolce risata che mi fa ridere a mia volta.

«Mattheo, b... basta!» mi supplica la ragazza dagli occhi smeraldi.

Io ridacchio. «Solo se mi baci».

Smetto di farle il solletico mentre lei mi guarda con aria pensante, poi fa di no con il capo. Riprendo a farle il solletico finché non sento le sue mani prendere il mio viso e riunire le nostre labbra. La stringo verso di me e poi la faccio salire su di me mentre mi sdraio. Il bacio è passionale ma delicato, un bacio di mille parole e promesse che non avrei mai osato fare se non con Veronica Yvonne Collins, ovvero la migliore amica del fratello del mio migliore amico e figlia del braccio destro di mio padre, Regulus Black.

Le sposto i capelli che ricadono sul mio viso senza staccarmi dalle sue labbra. Con un movimento rapido, ribalto la situazione mettendola sotto di me. Le sue mani, che prima erano sul mio viso, scivolano verso la cintura che sfila con destrezza, tirando giù la zip dei miei pantaloni. Ci stacchiamo per riprendere fiato, e mi tolgo frettolosamente i pantaloni rimanendo in boxer. Lei mi guarda con uno dei suoi sorrisi che sembra richiamare una giornata di sole. Mi tolgo le scarpe e mi ributto nelle sue braccia che mi accolgono calorosamente.

Sembra poco pensierosa ma non lo è affatto. Nella sua testa ci sono una marea di domande e desiderio di una risposta.

«Non so cosa mi sia preso quella volta là, non volevo baciarla...» le dico a un centimetro dal suo viso. Lei mi guarda, non convinta della mia spiegazione. «Non so veramente cosa sia successo. Fin quando non è arrivato Theodore, non capivo nulla. Ma poi mi aveva detto che ci avevi visto e lì ho realizzato la cazzata che avevo fatto...» le spiego la verità, anche se lei non ne sembra certa.

So benissimo le voci che girano sul mio conto e so benissimo che non me ne frega un cazzo delle ragazze. Ma Veronica non è come le altre ragazze, lei è diversa. Quando ha visto il bacio che non doveva esserci tra me e Abigail, mi sono incazzato con me stesso. Eppure, il fatto che abbia abbracciato Davide, nonostante siano migliori amici, mi ha ferito come quando ho beccato lei e Theodore sulla torre d'astronomia, volevo spaccargli la faccia.

«L'unica cosa che devi sapere è che quando ci siamo baciati ho pensato a una sola persona. Una ragazza dai capelli biondi e gli occhi color smeraldo con qualche goccia dorata, con delle labbra sofficissime e rosate, guance che quando le faccio un complimento si tingono di rosso: come in questo momento.» le faccio notare il suo rossore alle guance. Lei mi lancia una cuscinata in faccia.

«Sei un cretino,» dice cercando di coprirsi il viso, ma non riesce perché le blocco subito le mani e mi avvicino alle sue labbra lentamente. Qualcosa però mi ferma, un mal di testa atroce. Mi metto accanto a lei, prendendomi la testa tra le mani per il dolore. Veronica si preoccupa immediatamente.

«Mattheo, che cosa succede?» mi chiede spaventata, provando a toccarmi. Mi scosto appena sento il suo tocco. Mio padre mi sta controllando, cazzo.

Dopo svariati minuti, con Veronica che gira per la stanza cercando di aiutarmi senza successo, il mal di testa piano piano scompare.

«Che cazzo ti è preso, mi hai fatto preoccupare.» dice appena vede che mi sono ripreso. Non le rispondo, mi siedo con la testa tra le mani e i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

«Mattheo, rispondimi.» chiede alzando il tono della voce mentre si pone davanti a me. «Puoi andartene via ora.» riesco a dirle. Non voglio che mi veda così: debole.

«Rimani sempre lo stesso Mattheo, vai a farti fottere!» mi urla mentre si mette il vestito in malo modo e le ballerine frettolosamente. Rimango a guardarla andare via silenziosamente: avevo rivinto l'ennesima opportunità.

SPAZIO AUTRICE :
Scusatemi per eventuali errori e per il pessimo capitolo, ma non mi sono sentita bene ultimamente, spero che vi sia piaciuto il capitolo 🫶🏻

Scusatemi il ritardo ma non mi prendeva internet.

~Tory.

Dark Hearts || Mattheo Riddle.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora