16- Tre desideri

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Misi in tavolo alcune cose che avevamo preparato per fare colazione. Preparai alcune uova strapazzate e le servii nei piatti.

Delle mani mi afferrarono i fianchi e una testa sbucò sulla mia spalla. Il suo profumo mi invase le narici e sorridere fu automatico. Ogni volta che lo guardavo o che il suo pensiero sfiorava la mia testa le mie labbra sorridevano automaticamente. Il suo pensiero mi rendeva felice, lui mi rendeva la persona più felice di questo mondo.

<< Vuoi dare attenzioni anche a me o solo alle uova? >> Mi chiese iniziando ripetutamente a baciarmi la spalla per poi arrivare al mio collo distraendomi, mentre le sue mani esploravano il mio corpo.

<< Fammi finire di preparare la colazione e poi sarò tutta tua. >> Gli risposi mettendo le mani sulle sue che lentamente mi massaggiava i fianchi cercando poi di arrivare più in giù.

Fermai le sue mani e girai la testa per riuscire a dargli un bacio. Volevo solo i suoi baci, ogni minuto, ogni ora, erano come una droga. Una droga dalla quale ero maledettamente ossessionata.

Mi afferrò una mano e mi fece fare una mezza giravolta per farmi poi finire davanti a lui.

<< Dimmi che ti manca poco, non resisterò ancora molto. Voglio baciarti fino a finire il fiato e assaporare ogni centimetro di te. >> Mi continuò a dire seducendomi a voce bassa guardandomi con quegli occhi azzurri che mi facevano perdere il controllo e la testa per quanto fossero belli.

<< Le mie sorelle si stanno per svegliare e ti conviene che mangino subito o mangeranno te per primo. >> Gli risposi mentre ridevo.

<< A te conviene non metterci molto ancora o ti mangerò lentamente per prima esattamente qui dove siamo. >>

Arrossii e gli diedi un piccolo colpetto. << Aiden. >>

<< Che c'è? >> Cercai di evitare il suo sguardo perché non riuscivo a non smettere di sorridere ed ero ormai rossa come un pomodoro. Non ero abituata ad una persona che mi guardasse così intensamente per così tanto tempo. E dall'imbarazzo non sapevo sopportare un contatto di occhi così intenso e cercavo di evitare i suoi.

Diventai pensierosa e finalmente gli feci la domanda che mi frullava in testa da un po'.

<< Credi di... >> Dissi senza riuscire a finire la frase catturata dalla voglia di toccare quelle sue labbra che quasi mi sfioravano.

<< Credi di? >> Non riuscii a dire quelle parole, non riuscii nemmeno a pensare che potesse dirmi di sì a quella idiozia. Evitai e feci per andarmene.

Lui mi fermò e si fece preoccupato. << Che succede? Per caso hai dei dubbi su di noi? >> Chiese insicuro.

Ma mi smentii subito. << Assolutamente no. È l'ultima delle cose su cui potrei avere dubbi. Tu? >>

<< No. Assolutamente no. >>

Perfetto allora andava bene così. Gli avrei risparmiato quella domanda.

<< Ti prego puoi finire la frase, odio quando le persone iniziano una frase e non la finiscono. >>

Non voleva dirgliela. Era solo una stupida illusione perché per la prima volta qualcuno mi amava veramente. << Era una cosa a caso. Non mi ricordo nemmeno io cosa volevo dirti. >>

Provai a dire sperando che mi credesse. << Sicura? >>

<< Sì. >> Gli risposi e sorrisi.

Mi avvicinò a sé e sentii dentro di me come un bisogno di essere certa che lui fosse mio, che potessi averlo e amarlo. << Ti prego baciami. >> Quella frase lo fece sorridere.

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora