Capitolo 26

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Con una lentezza quasi infinita si alzò dal suo posto per venire verso di me e senza distogliere lo sguardo dal mio si inchinò per appoggiare le sue labbra sulle mie. Era un bacio casto come quelli che mi dava la mattina prima di ripartire.
Non sapevo se esserne contento oppure spaventato, ma quel brivido che mi provocò lungo la schiena divenne più intenso, più sessuale. Lui mi sorrise, i suoi occhi erano luminosi per qualche emozione che non riuscivo a vedere. Appoggiò la sua fronte alla mia e sospirò leggermente "Non hai idea di quanto tu mi sia mancato." Mi manco un battito, da dove veniva tutta questa dolcezza improvvisa? "Ah sì? E quanto ti son mancato?" Domandai divertito. Fecce una leggera smorfia mortificata e sfiorò le mie labbra con il suo pollice per poi tornare a sfiorarmi le labbra con le sue, stavolta era un bacio più sciolto, più deciso e più seducente.
Cercai di alzarmi, ma mi tene saldo alla sedia finché non mi prese le mani con le sue e mi guardò come se mi stesse chiedendo o supplicando per qualcosa che volevamo entrambi. Senza smettere di guardarci incominciammo a spogliarci a vicenda, so che avremmo dovuto raccogliere i vestiti prima che i ragazzi ritornassero a casa, ma ci avrei pensato più tardi.

Le nostre labbra non si staccavano neanche per prendere aria, era come se stessero respirando fra di loro. Mi ritrovai sdraiato sul mio letto, nel nostro letto, perché quel letto ha visto il peggio di noi; le litigate, le suppliche, i pianti, i baci e le nostre finte riconciliazioni, ma forse stavolta, non era per tutto finto.

I suoi baci mi facevano solletico lungo il mio viso.

Mi sorpresi di me stesso ritrovandomi stringere con le mani le lenzuola e a supplicare la sua bocca di continuare a farmi arrivare all'apice del piacere.
Era situazione surreale per me, ero sempre io che mi abbassavo a lui ed ora mi ritrovo lui a far godere me. Mi sentivo euforico nel mentre ché risaliva sù lasciandomi una scia di baci, quando sfiorò le mie labbra con una delicatezza passionale lo spinsi di lato a me. Era il mio turno nel farlo arrivare all'apice ed era come ritornare a casa.

MARCO

"Marco, era Stefano..." Disse Marta seria.

Mi girai verso di lei alzando un sopracciglio perplesso. " È successo qualcosa?" Dissi preoccupato.

"No...ma mi ha detto di dirti che probabilmente Alessandro non riuscirà a venire e ché sicuramente non si farà sentire per quello." Disse tornando a guardare il suo PC. "Non ricordavo fosse così emotivo." Disse scuotendo la testa.

Mi sedetti affianco a lei "Siamo praticamente un mese senza vederci.. e non credo che sia stato lui a chiedere a Stefano di cercarmi. Alessandro è una persona chiusa.." dissi sospirando.

"C'è un treno per Napoli alle cinque." Disse pensierosa, "Oppure c'è volo alle sette e arriveresti lì intorno alle otto e mezzo." Disse con lo sguardo attaccato al PC.

"Mmm...credi che mi vorrebbe li?" Girai il suo PC verso di me.

"Mi pare che non avevi così tanti dubbi tempo fa quando di nascosto prendevi è partivi da lui." Disse divertita.

Poche ore dopo mi trovai a prendere l'aereo con il cuore in gola.
Mi ero ripromesso che finché non mi avrebbe richiesto lui di andare di nuovo in quel appartamento non l'avrei fatto io di mia spontanea volontà. Invece, eccomi qui con due pizze in mano e con un'ansia che mi soffocava al solo il pensiero del suo rifiuto. Era cosi strano rifare di corsa quelle scale come l'ultima volta in cui bussai come se non ci fosse un domani.
Era strano ritrovarmi lui davanti perplesso, stupito e incredulo. Non sapevo se fosse contento o meno di trovarmi li, sapevo solo che con mia incredulità avesse ancora tutte le cose che gli avevo regalato, tra cui un quadro che gli regalai per il compleanno qualche anno prima. Quel quadro lo trovai tanto tempo fa' in una galleria d'arte, aveva la stessa energia che mi provocava ogni volta che vedevo quel ragazzo chinò sul suo quaderno impegnato a trascrivere le sue canzoni nel mio studio. Quella cascata mi ricordava quel maledetto muro che creavano le sue emozioni, lo descriveva ogni volta che ci vedevamo. Ho un muro nel cuore.
Non so perché tardai così tanto nel consegnarli il mio regalo, mi sentivo così ridicolo e non sapevo il motivo.
Mi sorpresi ancora di più trovarlo appeso in una casa che aveva così tanti ricordi di noi.
Sapeva che ero io il mittente e sapeva anche di quanto ero imbarazzato nel tirare fuori il coraggio di ammettere che c'era qualcosa fra di noi che non si era mai spento.

"Bello questo quadro." Disse Elodie curiosa.

"Vero? Me l'ha regalato un fan per il mio compleanno qualche anno fa." Disse Alessandro mentre raggiungeva l'amica "Mi rappresenta no?" Disse divertito girandosi verso di me.

"A te non piace?" Chiese Elodie infastidita, presumo dal fatto ché non ero partecipe alla loro discussione.

Ragazza, chi pensi che sia il fan? "Si, conosco anche l'artista." Dissi cercando di fare l'indifferente.

"Sempre tutto so io." Disse scherzando alzando gli occhi al cielo.

Gli guardai entrambi e scoppiai in una risata isterica che per fortuna contagio pure loro.

Dopo cena, andammo in un locale al nord di Napoli dove ci aspettavano altri nostri amici. Evitavo di guardare Alessandro ballare, era una droga per me e lui lo sapeva bene. Dovevamo evitarci per non essere visti da tutta quella gente.

"Sai..che ho visto due vecchietti che si divertono più di te?" Le labbra di quella voce sfiorarono il mio lobo. Senza guardare chi fosse fecci scivolare il mio braccio lungo i suoi fianchi e in automatico lo avvicinai a me "Non dovresti fare così." Dissi alzando la voce per farmi sentire da tutto il frastuono.

"Quello che si sta facendo vedere sei tu." Rispose ridendo guardandomi le labbra. Cazzo. "Ale...lo sai." Dissi serio guardandolo con rammarico. Lui distolse il suo sguardo dal mio per guardare l'enorme sala piena di gente davanti a noi "Beh..se non è con te..." Incominciò a dire divertito "potrei provare con quel ragazzo..." Strinsi leggermente la mia mano sul suo fianco sentendo quella mezza frase e il suo sguardo scivolò sul mio. "Vedere ma non toccare." Dissi infastidito. Mi sorrise malizioso, sapeva che mi urtava vederlo ballare con altri ragazzi davanti a me. "E per quale motivo non dovrei?" Disse sarcastico.
"Lo sai" dissi serio.

Una mano toccò la mia spalla "Ragazzi? Va tutto bene?" Chiese Elodie perplessa.

"Si. Stavo chiedendo a Marcolino se si stava divertendo." Gli rispose Alessandro sorridendo.

"Mmm sicuri?" Disse guardandoci entrambi.

"Ma si. Va' tranquilla" disse sorridendo alla ragazza.

"Mmm mi nascondete qualcosa?" Disse preoccupata guardando soprattutto me che avevo lo sguardo sulla pista.

"Mengoni?" Richiamò la mia attenzione. "Cosa c'è?" Chiesi infastidito, lei di rimando guardò la mia mano che stringeva salda il fianco del ragazzo, la guardai anche io indifferente e sali il mio sguardo su quello di Ale che mi guardò dubbioso, lo sorrisi baciandolo dolcemente sulle labbra, lui sgranò leggermente gli occhi appena mi staccai leggermente da lui per avvicinarmi all'orecchio della ragazza "Tengo saldo ciò che mi appartiene. Non dirgli che ti ho detto questo. Ma si..c'è qualcosa." Dissi divertito.
Lei ci guardò entrambi e scoppiò a ridere "Lo sapevo!!".

Quei ricordi mi facevano salire l'adrenalina alle stelle. Era la prima volta che dicevo cosa provavo per lui a qualcuno che non era della mia famiglia.

Dopo averlo spogliato, scesi a di sotto di lui che era come una micia per il mio corpo. Pensavo che la nostra passione si fosse spenta per sempre e invece rieccoci l'uno legato alla bocca dell' altro.

Sentire le sue labbra su di me era come toccare il cielo con un dito.
Il muoversi della sua lingua era come mangiare la mela avvelenata dell'Eden.

"Asp..etta.." dissi supplicandolo.

Mi guardò perplesso "Che cosa c'è?".

Lo tirai verso di me, baciandolo dolcemente e mandandogli una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
"Ho semplicemente voglia di te." Dissi serio. Mi guardò divertito affacciandosi verso il cassetto del comodino, frugò al suo interno e mi tirò una scottolina rossa tra le mani. "Dobbiamo finire ancora questi." Disse divertito.

Il dopo fu realmente il paradiso sceso in terra.

RAPIDE (Mahmood&Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora