Capitolo 8

294 13 0
                                    

ALESSANDRO

"Se non ti posso baciare..almeno fatti accarezzare..ne ho bisogno Ale..." Disse con una dolcezza sdolcinata, non lo sentivo così da moltissimo tempo. La sua mano mi accarezzava la guancia, scottava a contatto con la mia pelle. Mi guardava come se non riuscisse quasi a vedermi, era bellissimo così in penombra sotto la luce del tramonto, che quasi non mi accorgevo che spostava la sua mano sotto la mia nuca. Il mio corpo si bloccò all'istante aspettando quel piccolo contatto che mi fece tremare le mie labbra, cazzo, di nuovo la solita situazione. Lui però appoggiò la sua fronte alla mia socchiudendo gli occhi. Mi sorprese, non era da lui comportarsi così, di solito durante una conversazione o una discussione era il suo modo per zittirmi alla perfezione. Perché adesso si stava trattenendo?
Poi ricordai, lui pensava che ero impegnato e senza aspettare oltre, presi l'iniziativa appoggiando le mie labbra alle sue.

Senti che si irrigidì all'istante a quel toccò improvviso. Alla fine entrambi non eravamo abituati alla mia impulsività, ma quell'uomo stava riuscendo a tirar fuori una parte di me nascosta in quel momento di completa lucidità. La sua mano divenne più salda sul mio collo portandomi più vicino a lui. Il bacio divenne più intenso e le nostre lingue incominciarono a giocare tra di loro.

Mi ritrovai sul letto senza rendermene conto e il mio cervello si risvegliò dalla passione incontrollata.
Lui si distaccò un poco per guardarmi negli occhi, volevo di più, ma non potevo in quel momento. Non adesso che dovevo rimanere lucido per via della gara.
"Scusami.." riusci a dire con il fiato corto.

"Ale..." Incominciò a dire guardandomi dritto negli occhi, ma fu interrotto dallo squillò del suo telefono. "Adesso chi è?" Disse irritato prendendo il suo telefono da dentro la sua giacca che ancora indossava.

Perché stava ancora con la giacca indosso?

Senza staccarsi da sopra di me, rispose al telefono, rimanendo in ascolto irritato.
Alzò gli occhi al cielo e si alzò distrattamente e inventando una scusa essendo che a quanto pare il suo staff era fuori dalla sua stanza.

"Sto arrivando. Sono da Mahmood, sono venuto a restituirgli le chiavi della stanza. No, mi sono fermato a bere qualcosa con lui. Cinque minuti e Arrivo." Disse serio, sembrava quasi scocciato nel mentre che chiudeva la chiamata sospirando esasperato.
"Scusami Ale, ma devo andare.." disse quasi controvoglia "..mi prometti che cercherai di stare tranquillo?" Domandò inchinandosi nuovamente verso di me. La sua era una supplica? Mi sorrise vedendo la mia faccia perplessa e si avvicinò alle mie labbra per lasciarmi un altro bacio.

"Non ti devi preoccupare. Tu più tosto? Mi dispiace non poterti dare una mano." Incrociai distrattamente le mie dita alle sue. Spostò il suo sguardo su di esse quasi sorpreso e sorrise come un bambino."Tu non immagini neanche quanto io sia felice in questo momento" alzò la mia mano intrecciata verso le sue labbra, gli sorrisi senza risponderlo.

"Se riesco passo più tardi. Nel caso a domani." mi baciò di nuovamente.

"Non pensi che forse è meglio che..." Incominciai a dire, ma lui mi zitti con un altro bacio "Non ci pensare nemmeno." Disse serio.

Mi salutò con rammarico dopo che il suo staff venne direttamente a chiamarlo nella mia stanza. "Giuro un giorno di questi gli licenzio tutti quanti." Disse irritato prima di uscire dalla camera.

Da lì non lo vidi più fino al giorno dopo.
Aveva un completo blu scuro e sembrava nervoso mentre parlava con Amadeus. Quest'ultimo come ogni anno, fece il suo discorso d'incoraggiamento e incominciò a dare le dritte su quello che sarebbe potuto succedere da lì in poi durante la serata.

"Praticamente ci dobbiamo aspettare di tutto?" Disse Emma con una certa nota divertita.

"A quanto pare." Disse la Mannoia sedendosi accanto a lei.

RAPIDE (Mahmood&Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora