Capitolo 27

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ALESSANDRO

Lo guardai mentre si preparava con attenzione, il mio udito mi fece ricordare che il mio cuore stava battendo all'impazzata come se avessi quindici anni e mi faceva rendere conto ché effettivamente mi sentivo così.
Ed eccoci qua, come in un sogno proibito, un esplosione di emozioni multiple mi divorava fin dentro l'anima.
Sentirlo dentro di me mi rendeva immune anche in un probabile imminente addio. Noi eravamo così, pieni di passione e di poco amore?

Oppure, era questo l'amore che provavamo? Ritrovarci in continuazione in uno stato di hype?
La mia testa divenne annebbiata da tutte le sensazioni che mi stava facendo provare quel ragazzo che tormentava continuamente i miei pensieri. Ero come strafatto di lui in ogni senso che quasi non mi resi conto che arrivammo entrambi all'apice, ritrovandomi la sua testa nel l'incavo del mio collo. "Sto diventando vecchio." Disse con il fiatone e baciandomi il collo. "Mmm quindi pastiglieta?" Risposi scherzando.
Si alzò dal letto guardandomi con un sopracciglio alzato perplesso, non rispose subito, si tolse l'involucro battandolo nel cestino affianco al mio comodino e fece un sospiro "Non sono così vecchio." Rispose infastidito, scoppiai immediatamente a ridere per la sua faccia corrucciata "E per questo ci hai pensato su?" Domandai ancora ridendo per la sua faccia infastidita.
Salì nuovamente sul letto alzando gli occhi al cielo "Dammi altri cinque minuti e ti faccio vedere quanto son vecchio." Disse con malizia baciandomi sulle labbra.

Il mattino arrivò troppo in fretta.
Mi alzai consapevole che non avrei potuto viaggiare con lui al rientro per Milano. Come mi aveva detto Stefano? Siete troppo sull'occhio dei media. Ogni mossa può essere fatale per le vostre carriere.

Non potevo dirgli ché già metà Milano sapeva di noi, anche se sicuramente anche lui aveva già sospettato che ci stavamo risentendo da prima di Sanremo.

Perché si, oltre a Sanremo e l'Eurovision, ci son state altre occasioni in cui lui ed io ci siamo incontrati. Mi infastidiva questa situazione, che dopo così tanti sacrifici era arrivato di nuovo il momento di salutarci come due semplici amanti.

Ho già detto la nostra storia sembra quasi addirittura proibita? Che probabilmente cadrà nuovamente rapida verso il declino?

"Aah accidenti a me." Dissi tra me e me.

"Mmm che succede?" Domandò Marco con voce assonnata.

"Niente, pensavo a cosa ho da fare appena rientro a Milano." Dissi tirandomi su' a sedere.

"Ti sei già pentito?" Chiese all'improvviso preoccupato tirandosi su anche lui.

"Pentito? Perché dovrei sentirmi pentito?" Domandai divertito stiracchiando le braccia.

"Ale..per favore non mentirmi." Disse improvvisamente serio.

"Non mi sono pentito per tutte le volte che l'abbiamo fatto in un bagno. Figurati se mi pento adesso." Dissi serio guardandolo dritto negli occhi.

"Quelle sono state...." Incominciò a dire, ma si bloccò abbassando il suo sguardo per avvicinarsi a prendere le sue mutande dal pavimento accanto a lui.

"..degli sbagli? Incidenti? Può essere." Dissi poco incurante.

"Stavo per dire delle così dette prove." disse incerto.

"Prove?" Dissi perplesso.

"Prove non superate" disse alzando le spalle.

"E perché non sono state superate?" Chiesi incuriosito dalla sua faccia stranita.

"Perché..." Incominciò a parlare ma, si bloccò per un momento per guardarmi negli occhi e sospiro "mi prometti che non ti arrabbi per quello che ti sto per dire?" Disse preoccupato.

RAPIDE (Mahmood&Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora