Capitolo 31

114 8 1
                                    

AUTRICE

Le molteplici emozioni ché provoca un amore quasi al capolinea è quello di avere una voragine nel petto che ti collassa al suolo, ecco come si sentiva Marco in quel momento. Sconfitto. Amareggiato. Deluso. Arrabbiato.
Non poteva immaginare che Alessandro, quell'uomo che poco tempo fa gli aveva soltanto chiesto del tempo per urlare, per così dire, al mondo che era suo e soltanto suo.

E invece? Il destino o chi c'era dietro aveva già deciso per loro due.

Marco, aveva fatto una grossa cazzata, uscire con chi sapeva che il suo amato poteva non accettare.

Nel primo momento, che organizzò quell' uscita lì con quel personaggio che pensava, nella sua testa, che fosse solo un'amicizia senza secondi fini e non pensò alle presunte conseguenze di ciò comportava. Non penso neppure ché potesse esserci in ballo il suo rapporto.

Erano giorni che Alessandro non gli rispondeva né alle chiamate e né ai suoi messaggi, ciò, pensò, che volesse significare che erano nuovamente al punto di partenza. Vedersi ma non sfiorarsi. Vedersi e non parlassi.

Le notti a seguire le passava a rimuginare sull'accaduto come se almeno quello lo riquorasse dal tutto il resto.

Invece Alessandro, era sempre più rancoroso, si doveva ogni volta trattenere per non chiamare un taxi e andare da quell'uomo che prima di quella settimana era la persona più importante, ovviamente dopo sua madre,  della sua vita.
Odiava il fatto che dopo tutto quello che fosse successo avesse ancora una voglia tremenda di vederlo, di affondare dentro di lui e fargli capire che non doveva mai più pensare di essere in possesso di qualcun altro, ma doveva soltanto pensare a lui, e soltanto lui.

La data di partenza per il tour europeo arrivò come un battito di ciglia. Era entusiasta di partire e di circondarsi dell'affetto dei suoi fan.

Ogni tanto guardava il suo telefono durante il percorso verso l'aeroporto, il suo cuore aveva sempre un tonfo di delusione nel non trovarsi almeno un Ciao, oppure un augurio per l'imminente iniziò tour. Marco, aveva smesso di scrivergli già da due giorni fa. E questo lo portò a ridere in una risata quasi amara che portò l'interesse del suo vicino di posto. "Finalmente avete fatto pace. Non riuscivo più a vederti con il muso." Disse Stefano sorridendo. Alessandro però lo guardo senza un espressione ben precisa e questo portò l'uomo a chiedersi se non avesse detto qualcosa di sbagliato. "Neanche oggi ti ha scritto?" Chiese prendendo una bottiglietta d'acqua dalla borsa. Alessandro sbuffò e spostò il suo sguardo per guardare fuori dal finestrino "Ti stupisce? A me no. E tipico suo smollarmi e fare il solito codardo. Forse è per questo che nessuno lo può vedere." Disse con tutta la cattiveria che gli uscì fuori al solo pensiero di essere stato nuovamente uno stupido. "Non dire cose che non pensi Ale." Disse Stefano con un sorriso triste. "Stefano..." Si bloccò non aveva voglia di parlare di quella persona, non oggi, almeno, quindi spostò nuovamente il suo sguardo verso il finestrino e disse "Hai visto che cielo meraviglioso c'è oggi?" Disse sorridendo e il suo pensiero andò comunque al suo amato.

Marco a differenza di Alessandro non riusciva nemmeno ad alzarsi dal letto.

Non sapeva neanche quante volte sperò che quella notte appena passata che il ragazzo arrivasse alla sua porta. Non gli interessa neppure essere riempito di insulti o altre cavolate simili. Voleva solo vederlo.

Il suo telefono squillò per un messaggio appena ricevuto, sperò che fosse lui.

"Non so se ti fa piacere saperlo, ma forse fra non molto ti cercherà. Però per favore, scrivilo che mi sembra un'anima in pena. Siamo per salire in aereo."

Gli balenò un sorriso amaro sulle labbra. A quanto pareva era arrivato il fatidico giorno, non avrebbe visto Alessandro per un bel po'. Sospirò rassegnato. Rispose all'amico con un semplice Grazie, e con le lacrime a gli occhi scrisse al suo amato.

"Non so quanto serva il mio augurio per questo inizio tour. Ma in ogni caso in bocca a lupo. Ti aspetto."

Scese dal letto con malavoglia, si sentiva fiacco e giù di morale, non aveva toccato cibo per due giorni interi e forse la causa era quella. Voleva tanto preparare le valigie e raggiungere il ragazzo, invece si trattenne, anche se fosse partito, Alessandro non l'avrebbe voluto comunque tra i piedi. Sospirò rassegnato.

Alessandro rilesse multeplici volte il messaggio appena arrivato. Il suo cuore batteva stranamente per la felicità. Comunque sarebbero andate le cose Marco lo avrebbe aspettato comunque. Perché era felice? Non era lui la persona ferita. Non era lui la persona tradita e non era lui ad avere una rabbia repressa. Decise di risponderlo con cattiveria. Perché era quello che si meritava.

"Infatti Mengoni, non mi serve il tuo augurio. Non mi serve l'augurio di un traditore e di un paraculo. E mi sembra di averti già detto di SPARIRE. Non aspettarmi. Perché come te, io non aspetto nessuno."

Rilesse il messaggio, chiuse gli occhi e inviò. Si sentì inizialmente una merda e lo dimostrò il fatto che avesse le lacrime a gli occhi, ma poi si tranquillizzò e decise di mettere realmente un punto alla questione. Marco invece, si sentì il mondo crollare, non poteva credere che ciò che aveva appena letto fosse vero. Alessandro era una furia e lo sapeva.
Ma realizzare che sarebbe stato difficile da riconquistare non gli balenò fino a quel momento.

Cercò di ricomporsi, se doveva riprenderselo avrebbe fatto di tutto. Anche umiliarsi.

"So quanto tu sia incazzato e me ne rendo conto. Mi dispiace davvero Ale. Non pensavo che l'avresti scoperto così. Sono stato egoista e mi dispiace. Io continuo ad aspettarti come ho sempre fatto. "

Inviò il messaggio sbragandosi sul suo divano nella sua casa che gli sembrava troppo grande per una sola persona. Aspetto con ansia la sua risposta per tutta la durata della giornata a seguire e nei giorni successivi. Ma non ebbe la risposta che si aspettava, ciò che ebbe fu soltanto il suo silenzio. Decise, quindi,  che per ogni post che avrebbe pubblicato Alessandro sui social nei giorni futuri gli avrebbe inviato un messaggio in codice che solo lui avrebbe capito. Perché di una cosa ne era sicuro...le sue canzoni parlavano di lui.

RAPIDE (Mahmood&Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora