Capitolo 19

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Guardai con attenzione quel piccolo sacchetto sul tavolo, mi aveva veramente meravigliato, si ricordava ancora della mia routine, anche se qualcosa la avevo cambiata, ma quel piccolo particolare mi rese felice, per me la colazione valeva come premio e lui lo sapeva. Sapeva quanto fosse difficile per me farla. Soprattutto quando ero da solo.
C'erano giorni che prendevo solo un caffè e poi via in studio a provare.
Nella mia vita ho dovuto affrontare molte difficoltà soprattutto per il mio problema con il cibo, quindi nel corso degli anni ho dovuto cercare una soluzione per regolarmi ad esso.

Ricordo che per Ale invece, era fondamentale, anche se valeva farla a mezzogiorno. Si arrabbiava se veniva a sapere che non avevo mangiato nulla e tutt'ora era così adesso che ci pensavo.
Non ha mai smesso di preoccuparsi per me e ciò mi fecce sentire stordito.
Forse perché mi resi conto che anche sé come lui son stato in molti letti, nessuno valesse quello condiviso con lui.

La mattina passò velocemente, sistemai casa, annaffiai le piante che chiedevano pietà e ordinai qualcosa per pranzo.
Volevo chiamarlo, ma non volevo risultare pesante d'altronde non mi aveva ancora risposto a nessun messaggio da ieri mattina. Decisi di mettermi le cuffie e di ascoltare un po' di musica prima di accendere la TV per vedere la sua intervista a Domenica In.

Il disco è veramente qualcosa di forte, pieno di emozioni contrastanti e di capitoli della sua vita che volevo esplorare anche io. Volevo sapere cosa mi ero perso di lui in questi anni di tira e molla, era strano trovarmi al punto di sentirmi quasi geloso di chi anche se per un'istante fu accanto a lui.

Ascoltai con più attenzione ogni traccia, ogni strofa, per non parlare della sua voce. Le mie emozioni divennero devastanti quando con più attenzione senti un ritornello in particolare, un ricordo spuntò nel mio cervello rendendomi fragile.

FLASHBACK

31 agosto 2021, Verona.

Oggi c'era il concertone. Il caldo era incessante. Non vedevo l'ora di ripartire per il mare. Stavo parlando con Elodie, quando uno degli artisti arrivò sconcertato "Ragazzi! Qualcuno ha il numero di Mahmood?" Domandò preoccupato. Intervenne subito Elodie che stava al mio fianco "Si, io perché?" Domandò titubante. "A quanto pare il palazzo in cui vive è andato a fuoco. Non si sa se sta bene o meno.." disse l'artista scuotendo la testa sconcertato. "Stai scherzando? Quando è successo? Oddio." Elodie tremante prese il suo telefono dalla borsa. "Cazzo. Spero stia bene." Disse terrorizzata. Arrivò subito Blanco al suo fianco. "Ehi, vedi di stare calma. Cerco di chiamarlo io." Disse serio e cercò subito di telefonare al ragazzo senza avere nessuna risposta.
Cercavo di rimanere calmo. Marco pensa positivo. Doveva partire, no? Così ti ha detto. Quante probabilità ci sono che lui fosse in casa? Stai calmo.

Cercai di ingoiare la mia ansia per non farla tra vedere alle persone davanti a me. "Se provate a chiamare alla madre?" Domandai cercando di rimanere impassibile. Elodie mi fulminò con lo sguardo, sapevo che gli dava fastidio che rimanevo così gessato. Fecce un respiro, "Non ho il numero di Anna." Disse Elodie alzandosi. "Potrei rintracciare Filippo o non so." Disse guardandomi con le lacrime a gli occhi che sembrava una supplica silenziosa. "Tranquilla provo a chiamarla io." Dissi cercando di essere discreto, mi fecce un cenno di consenso. Digitai il numero con le mani tremanti avevo paura di ciò che mi avrebbe detto. Portai il mio telefono all'orecchio e mi allontanai di poco da loro, Blanco mi guardò perplesso.

"Pronto? Anna?" Dissi cercando di stare calmo.

"Marco..." Rispose con voce tremante.

"So che la mia chiamata ti potrebbe sembrare in opportuna...in questo momento..." Dissi sentendo le mie gambe tremare. "Dimmi che sta bene.." la supplicai chiudendo gli occhi.

RAPIDE (Mahmood&Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora