Capitolo 24

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ALESSANDRO

"Ale? Mahmood?" Qualcuno mi strattonò leggermente la spalla cercando di svegliarmi.
L'insistenza di quella voce urtava i miei nervi.
Sapevano che potevo diventare facilmente irritabile se cercavano di svegliarmi in quel modo.

"Bell addormentato nel bosco siamo quasi arrivati." Disse un'altra voce che mi toccò il capo scompigliando cosi i miei capelli, divertito tornò a sedersi composto al suo posto appena vide il mio sguardo che lo fulminò appena.

"Tranquillo, manca ancora molto, per sicurezza mangia qualcosa."

Noah, era più felice di me di stare a Napoli quel giorno.
Io mi sentivo a pezzi e soprattutto pensieroso sul dove poteva mai essere Marcolino, non lo sentivo da ieri sera e mi sentivo leggermente ansioso.
Forse era il fatto che questa città aveva tanti segreti?

Non abbiamo ancora avuto modo di incontrarci e chiarire la nostra situazione, ma questo, comunque sarebbero andate le cose non era affatto un valido motivo per smollarmi così. Oppure sono io che sto pretendendo troppo da lui?

Siamo entrambi impegnati con i nostri rispettivi lavori e questo è un muro che ci separa sia artisticamente che oltre.

Ma anche se sono impegnato riesco sempre a farmi sentire. Perché lui non lo fa'? Guardai il mio telefono sospirando quando all'improvviso comparve un nuovo messaggio sulla nostra chat che avevo appena aperto.

Marco; Buongiorno Ale, tutto bene? Hai riposato? Scusami se ti scrivo solamente adesso. Approposito, sei arrivato a Napoli? In bocca a lupo per dopo.

Io; Buongiorno! Si tutto bene, tu?Appena arrivato. Grazie. A dopo.

Sentivo una non so ché distanza tra di noi. Sono io? Forse sono solo gli impegni che non combaciano tra di loro? Avevo una voglia matta di vederlo, ma non sapevo se per lui era la stessa cosa.
Avevo così tanti dubbi che non sapevo come affrontarli. Avevo un gran casino in testa, solo il pensiero che lui mi potesse già scartare dalla sua vita nuovamente come se niente fosse, era come un macigno per me.

Il mio telefono incominciò a squillare. Era lui. Cazzo. Non mi interessava chi potesse esserci davanti. Volevo sentirlo.

"Pronto?" Dissi titubante, mi aveva chiamato per dirmi che era finita?

"Ale? Tutto ok?" Chiese turbato.

"Si perché zi?" Chiesi indifferente.

"Zi? Sei sicuro che vada tutto bene?" Chiese preoccupato.

"Ma si, non preoccuparti." Dissi tranquillo.

"Hai mangiato?" Chiese curioso.

"Sto finendo adesso un panino, tu?" Mentì, non l'avevo ancora iniziato, mi sentivo un'ansia che iniziava a soffocarmi.

"No, non ancora, se si muove Marta forse." Disse irritato.

"Ah sei in giro..." Dissi cercando di stare calmo.

"Macché, sto a casa mia e solo che sto aspettando lei per buttare giù la pasta." Disse sbadigliando.

"Ti stai svegliando adesso?" Chiesi divertito.

"Il mio ragazzo mi tiene sveglio fino alle quattro del mattino." disse scherzando.

"Che fortunato" dissi sorridendo.

"Lo sono molto in effetti. Non vedo l'ora di vederlo però" disse malinconico.

"Manca poco ...te l'ho prometto appena posso vengo." Dissi deciso più del dovuto.

"Ale?" Stefano attirò la mia attenzione "dobbiamo andare direttamente lì. A quanto pare c'è già un sacco di gente." Disse chiudendo la sua chiamata.

RAPIDE (Mahmood&Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora