MARCO
Le mie braccia erano incollate al suo corpo, non volevano lasciarlo andare, non volevo sentirlo di nuovo piangere in quel modo. Disperarsi soprattutto in quel modo. Mi stavo iniziando veramente a preoccupare per questa situazione. Non so cosa gli avesse fatto Liam in quelle settimane, ma so quello che ho visto e mi era bastato.
Ieri ero furioso, deluso e incazzato con lui ché non era riuscito nemmeno a dirmi che mi amava. Avevo preso ed ero uscito con Teo, per allontanarmi dalla pressione che mi dava la sua presenza, invece lui è venuto a cercarmi lo stesso, mi ha detto che mi amava a modo suo ed ora tra qualche ora sarebbe uscito dalla mia vita per non so quanto tempo, senza neanche riuscire a chiarire il nostro rapporto.Il suo telefono squillò con insistenza svegliandomi del tutto, lui invece, dormiva beatamente tra le mie braccia come un bambino, cercai di recuperare il suo telefono che per fortuna era sotto il suo cuscino. "Pronto?" Borbottai cercando di non svegliare il ragazzo. "Pronto Ale?-era Stefano, il suo manager.- Ricordati che alle 19 devi essere in stazione." Disse sbadigliando. Sorrisi divertito "Gliel'ho dirò, qualcos'altro dovrei dirgli?" Domandai divertito. "Marco? Ale sta ancora da te?" Domandò sorpreso. Baciai il capo del ragazzo stranamente felice, non aveva nascosto di star da me. "Si.." dissi accarezzando i capelli del ragazzo. "Bene. Come ti sembra?" Chiese preoccupato. "Mmm dovresti tenerlo d'occhio da parte mia." Dissi semplicemente. Lui sospirò, "Il naso si è sistemato?" Domandò dispiaciuto. "Purtroppo no, ci vogliono ancora un paio di giorni, dubito che un po' di trucco risolvi la situazione." Dissi controllando il naso del ragazzo che in quel momento era senza bendaggio. "Vedo se riesco a spostare il concerto." Disse Stefano pensieroso. "Va bene" dissi guardando il ragazzo pensieroso. "Avete risolto?" Domandò nervoso. Perché tutti ci speravano? "Non ti saprei dire per ora." Dissi sospirando rassegnato. "Marco, Ale ti ama e lo sai pure tu. Non riesce ancora a gestire certe faccende, per lui sei una cosa troppo personale per essere messa in balia delle onde che sono i suoi sbagli di gioventù. Cerca di insegnarli che vita va affrontata e che per tutto c'è un rimedio." Disse sbadigliando nuovamente. "Ti stai alzando?" Cercai di cambiare discorso, non volevo che Alessandro mi sentisse parlare di lui. "Sto in treno e non ho ancora bevuto un caffè. Comunque non cambiare discorso." Disse mezzo infastidito, sorrisi "sta di fianco a me, non posso parlare."
Dopo aver chiuso la chiamata con Stefano, mi alzai dal letto per preparare il caffè e qualche croissant che avevo nel freezer.
"Allora questi o questi?" Borbottai tra me e me. "Uno di ognuno per me." Disse una voce assonnata, mi girai divertito "Non avevo dubbi." Dissi aprendo le confezioni. Lui si avvicinò a me titubante e senza smettere di guardarmi. Appena sistemai i croissant mi girai verso di lui e gli stampai un altro bacio sulla fronte. "Siamo di buonumore oggi..." Borbottò sorpreso. "Forse Stefano riesce a spostarti il concerto di qualche giorno." Dissi allegro allungando le mie mani per prenderlo per i fianchi. "In che senso?" Disse perplesso, alzò le sue mani sul mio petto. "Che forse mi dovrai sopportare ancora per qualche giorno, ha detto che ti richiama intorno alle 11 per darti conferma." Dissi sorridendo, mi ricambiò divertito."Pensavo che non mi volessi più qui." Disse titubante. "Tu minaccia un'altra volta che vai nella stanza degli ospiti poi vediamo." Dissi avvicinandomi al suo orecchio. "Mmm sono curioso adesso." Disse divertito guardandomi le labbra con malizia, che mi provocò quel fuoco che non sentivo da tempo. Mi sembrava di tornare ai vecchi tempi, le mie mani risalirono lungo il suo corpo marmoreo era così liscio che sembrava una statua greca. Il mio sguardo seguiva il percorso delle mie mani che con famigliarità si accostavano dietro il capo del ragazzo, un sospiro di godimento fuori uscì da entrambi a quel mio semplice tocco. "Non voglio più fare cazzate." Disse malinconico stringendo i miei fianchi. "Dobbiamo abituarci a dirci sempre la verità anche se fa male." Dissi con un velo di malinconia. "Spero riesca a spostare il tuo concerto." Dissi avvicinandomi a lui ancor di più. "Mmm e perché mai?" Domandò malizioso, le mie labbra sfiorarono le sue nel mentre che lo rispondevo "Ho voglia di recuperare queste settimane perse." Dissi avvicinandolo di più a me, le nostre labbra erano incandescenti, vogliose e maliziose, le nostre lingue giocavano fra di loro e i nostri corpi erano attaccati come due calamite.Il trillo del telefono ci fecce solbalzzare entrambi "Ma ché è?" Domando Alessandro. "Sono pronti." Dissi divertito dandogli un altro bacio e spegnendo il timer. "Sembrano siano usciti perfetti..." Dissi tirandoli fuori dubbioso. Ale si affacciò a guardarli perplesso. "Andiamo al bar?" Domandò titubante e lo guardai di traverso "Dai non sono così bruciati.." dissi alzando gli occhi al cielo.
"Amore mio, io ti amo, ma quella roba non la mangio." Disse divertito andando verso il salone "Vado a cambiarmi." Disse ancora divertito, lo segui pensieroso verso la nostra ormai camera. "Dovrei andare a casa a prendere altri vestiti." Disse tra sé. Io mi sedetti ancora pensieroso e incredulo per quello che mi aveva appena detto in cucina. "Se vieni te un paio di giorni a casa? Ti scoccia?" Mi domandò sopra pensiero, guardò la sua roba dubbioso, "ho solo pantaloncini e canotte." Disse pensieroso. "Marco? Mi stai ascoltando?" Si avvicinò a me perplesso, alzai lo sguardo verso di lui e le mie labbra si liberarono in un gran sorriso lo trascinai sul letto e lo baciai con trasporto senza lasciargli tempo di riflettere. Ero felice, ero felice di sentirli dire che mi amava. "Lo prendo come un si?" Disse dubbioso con il fiato corto dopo che lo lasciai respirare. "Se mi ripeti quello che hai detto.." dissi malizioso baciandolo di nuovo, "Vuoi venire a casa?" Disse divertito, lo fulminai con lo sguardo e alzai gli occhi al cielo "no cioè si, ma voglio sentirmi dire l'altra cosa." Dissi baciandolo un altra volta. "Mmm che cosa?" Disse pensieroso, davvero non sapeva che cosa? Oppure mi stava prendendo in giro? L'ha detto senza rendersene conto? "Davvero non sai che cosa?" Domandai mettendomi seduto, mi sentivo un ragazzino nel sentirsi la prima volta amato. "Amore mio, sai quante cose ti dico? Non posso ricordamele tutte." Disse divertito mettendosi seduto. "Com'è che mi hai chiamato?" Domandai incredulo, era strano sentirmi chiamare in quel modo da lui. "Ti dà fastidio?" Domandò alzandosi sembrava infastidito. "E che mi fa' strano." Dissi incredulo, nemmeno io ero riuscito a chiamarlo così, significava ché tra i due ero io quello che lo amava di meno? "Conosco quella faccia. Che paranoia hai adesso?" Disse prendendomi il viso e costringendomi a guardarlo. "Non sono riuscito ancora a chiamarti così -dissi malinconico- tu invece con naturalezza mi ha chiamato così e mi hai detto che mi amavi senza neanche rendertene conto." Lo guardai dispiaciuto prendendo i suoi fianchi per avvicinarlo a me, appoggiai la mia testa nel suo ventre marmoreo. "E allora?" Disse perplesso, come se non si aspettasse la mia uscita. "E allora mi dispiace di non averlo ancora fatto." Dissi tenendolo stretto a me. "Marco..non significa niente, non pretendo che tu mi chiami così all'istante solo perché ti ho chiamato io così, non farti paranoie dove non ci sono." Disse accarezzandomi la testa con delicatezza, "io semplicemente ho trovato un semplice modo per chiamarti così e per dirti che ti amo, come del resto hai fatto tu, no?" Disse inclinandosi per baciarmi il capo. "Dovrei essere io dispiaciuto nel non averti detto prima che ti amavo." Disse alzandomi la testa per guardarlo "Non c'è mai stato motivo per sottolineare il nostro amore e solo che adesso abbia bisogno di sentircelo dire. Siamo cresciuti e siamo pieni di cicatrici dettate dai nostri sbagli." Disse con una smorfia, come se non si aspettasse quelle parole dette da lui. "Stai diventando filosofo?" Dissi ridendo, "Sto riprendendo Leopardi, credo mi stia contagiando." Disse alzando gli occhi divertito. "Mi sei veramente mancato sai?" Disse baciandomi dolcemente. "Finalmente me l'ho dici." Mi sdraiai nuovamente nel letto portandolo con me. I nostri corpi non si staccarono più, le nostre labbra e le nostre mani si sfiorarono desiderose per qualcosa di proibito e di prezioso che solo Dio sapeva.
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RAPIDE (Mahmood&Mengoni)
FanfictionIn questa coppia di amici e non amici, si nascondono tante similitudini, che portano a pensare che non sempre ci sia il caso di mezzo. Sarà così? Oppure saranno soltanto coincidenze? _____ Ciao a tutti, sono Andromeda. Questa è la mia Fanfiction s...