Capitolo 5

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Mahmood

Allungai il mio braccio per sfiorare di sfuggita all'altra persona che stava dormendo al mio fianco. Sentendo uno strano vuoto i miei occhi si aprirono di colpo. Ancora assonnato guardai la stanza illuminata con i primi raggi del sole alla ricerca della persona.

"Marco?" Lo chiamai strofinando gli occhi ancora assonnati, ma di lui non c'era nessuna traccia neanche nel piccolo bagno della suite.

Perché era andato via? E perché senza salutarmi? Forse perché gli hai detto che sei fidanzato?

Il mio cervello mi ricordò la cazzata che raccontai al ragazzo la mattina stessa. Per togliermi il dubbio di dove mai potesse essere andato, scrissi immediatamente ad Emma per sapere se per caso fosse con lui, mi rispose quasi subito per fortuna.

Queen: Buongiorno anche te ❤️ No tesoro, mi ha scritto stamattina, ha chiesto le chiavi direttamente alla hall.
Mi ha detto che ci vediamo direttamente in teatro per le chiavi. È successo qualcosa tra voi due?

Io: Ah ecco. Mi sono spaventato non trovandolo in stanza. Comunque niente di ché gli ho detto solamente che ero fidanzato..

Queen: Cazzo Ale! Ma non era finita? Lo sai che ha le mosse a terra per te! E tu gli dici una cosa così? Ci credo allora che se ne andato! Cazzo! Mo provo a chiamarlo.

Queen: Niente. Ha il telefono spento.

Io: Emma..io non posso farci niente. C'è Noah nella mia vita e lo sai bene.

Queen; Smettila di dire cazzate. Non sono Mengoni.

Bloccai subito il telefono esasperato e mi ributtai di nuovo a letto.

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Proprio adesso che si stava riavvicinando ho dovuto fare il coglione?
Perché ho questa fottuta paura di lui?

Uno scatto di serratura attirò la mia attenzione. La porta si apri di colpo.

Mi sembrava strano che fosse andato via così.

Mi girai di scatto per la speranza della sua presenza che però si spense all'istante vedendo le cinque persone davanti a me.

"Buongiornooo sei pronto?" Disse la mia assistente tutta felice. "Per niente. Sono incazzato nero" dissi scendendo dal letto.

"Hai lo stress da prestazione?" Disse Wako ridendo sedendosi di fianco a me.

"Mmmh ti ha di nuovo smollato?" Disse Lucrezia sedendosi sul divano.
"Oddio chi?" Chiese l'altro ragazzo al mio fianco.
"No.. credo di averlo smollato io.." dissi sdraiato sul letto.

La giornata era piena d'impegni e le interviste altrettanto, non vedevo l'ora di avere cinque minuti solo per me, almeno gli avrei sprecati per cercare quel cretino
di Marco invece, non vidi manco la sua l'ombra.
Il tempo passava così in fretta, che fu già l'ora delle prove.

Il teatro era pieno di cantanti ansiosi di fare le proprie prove e di giornalisti che aspettavano di prendere posto dentro il teatro o di fare qualche intervista.

Appena svoltai per il mio camerino trovai Ghali, che appena mi vide mi salutò con un grosso abbraccio.

"Ciao frà, come butta?" Disse sorridendo.

Mi presentò la sua mascotte che rappresentava un alieno viola.

Dopo averli salutati, andai  a sistemare le mie cose nel camerino, per poi andare in sala ad aspettare il mio turno per prove.
Mi sentivo in ansia.
E la mia ansia cresceva ancora di più nel non vedere la sua presenza neanche lì.

A quanto pare anche Amadeus lo stava cercando, arrivando in sala quasi disperato. "Ragazzi avete visto Mengoni?" ma di lui non c'era proprio traccia. Le persone dello staff incominciarono a chiamarlo più volte.

"Vedrai che sta sicuramente dormendo." Disse Stefano ridendo.

"Lo spero per lui." Dissi accasciandomi sulla poltrona.

"Guarda sta arrivando." Disse sorridendo.

Alzai lo sguardo verso il corridoio dove trovai Marco che stava discutendo con Marta, la sua manager.
Si scuso con tutti quanti per quel piccolo e gran ritardo.
Sul viso c'era stampato il suo solito sorriso sulle labbra che quasi sembrava gli fosse successo qualcosa di bello.

"Niente panico ragazzi. Mi sono dimenticato di mettere la sveglia." disse ridendo "Scusami Ama, grazie di aver chiamato la mia cara Marta." poi si girò verso di noi con un sorriso stampato in faccia. "Ebbene ragazzi siete pronti? Su che si incomincia." disse con tutto l'entusiasmo che aveva in corpo attraversando poi le tende rosso scuro.

Mi affacciai a vedere le sue prove da ragazzo spensierato. Il mio primo pensiero che mi venne in mente fu quello di lui che abbracciato a qualcun altro..era così troppo entusiasta e non sembrava per niente nervoso come quando mi scappò quella maledetta frase.
Ero troppo curioso di sapere.

Dopo aver finito le sue ultime prove ci raggiunse. Il suo sorriso era contagioso e sentirlo scherzare con gli altri mi dava un'insolita gelosia che non sentivo da tempo...
Forse era dovuta al fatto che rispetto a ieri non era riuscito ancora a darmi un'occhiata furtiva? Decisi di attirare la sua attenzione "Beh Marco, hai dormito bene vedo." dissi sorridendo.

Vediamo cosa mi rispondi ora.

Lui mi guardò stranito come se non si aspettasse di sentire la mia voce. Fu all'ora che sospiro esasperato.

"Si vede così tanto che ho dormito si o no due ore? Non so proprio dove sbattere la testa Ragazze, ho un mal di testa che non potete immaginare." Disse rivolgendosi ad Emma e a Marianna.

"Macché noi pensavamo che avessi fatto le ore piccole con qualcuno e non ci avevi detto niente" disse Emma con una risata."Oh Scusatemi mi sta chiamando Giuliano..torno subito" disse Emma "Marianna vieni con me?".
Le due si allontanarono lasciandoci da soli.
I nostri sguardi si incontrarono finalmente.
Il suo sembrava mortificato.

"Scusami Mahmood, per stamattina, ma ho pensato che forse sarebbe stato importuno che rimanessi lì con te. Alla fine non vogliamo che il tuo ragazzo si faccia strane idee. No?" Domandò con un sorriso finto.

Lo guardai alzando un sopracciglio. "Come al solito pensi solo a te stesso. Non hai nemmeno pensato di lasciarmi un biglietto o inviarmi un messaggio. Te ne sei andato pensando a cose senza senso. "
Risposi irritato dalla sua uscita. Il suo sguardo cambiò e la sua espressione divenne più tesa.

"Non toglie il fatto che tu sia fidanzato. Credi che mi sia piaciuto avertelo sentito dire? No cazzo. Non immagini neanche quanta voglia ho di baciarti e tu credi che io stia pensando solo a me? Non dire cazzate Alessandro. Perché oggi non sono in vena di stronzate."

Si avvicinò di più a me. Non capivo le sue emozioni. Era deluso? oppure arrabbiato?

Aveva voglia di baciarmi?

Alessandro...

Mi aveva addirittura chiamato per nome, quindi sapevo che non stava per niente scherzando.

RAPIDE (Mahmood&Mengoni)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora