- Devo rispondere a questa chiamata - Disse con le sopracciglia aggrottate mentre guardava lo schermo illuminarsi. Eravamo di nuovo nel suo attico.
Le sue mani si tolsero dalle mie. Il mio sguardo andò sulle ombre di luce della tazza verde di tè caldo che tenevo tra le mani. Mentre lui scomparì nell'altra stanza con il suo telefono attaccato all'orecchio, chiudendosi la porta alle spalle.
Il cielo era ricoperto di sfumature rosa, lasciando posto alla notte. Presi la mia tazza di tè fumante. Mi appoggiai al bracciolo del divano guardando fuori dalla grande finestra che si affacciava sulla parte più ricca di Manhattan.
Da lontano, sentii la voce di Calum alzarsi di volume e poi abbassarsi ancora, aprendo poi la porta.
- Hei- Disse chiudendosi la porta dietro alle sue spalle, prima di camminare verso il divano, presi un profondo respiro, sorridendo verso di lui.
La scorsa notte, io mi ero presa cura di lui. Così ora, credo, che lui stesse facendo lo stesso per me.
- Ti senti meglio?-
Annuii, posando la tazza sul tavolino in vetro.
- Si, un po'-
Volevo scusarmi, ma sapevo che lui avrebbe voluto delle spiegazioni che io non ero pronta a dare. E non sapevo se ne fossi stata capace.
- Sei sicura?- La sua bocca si contorse in una smorfia, interrogandomi.
- Starò bene -Gli dissi con un falso sorriso a cui ero abituata ad indossare, sperando di rassicurarlo, ma il suo viso si contorse in una espressione accigliata.
- Non è un vero proprio sorriso - Disse diretto, socchiudendo gli occhi per poi alzarli al cielo mentre la sua espressione era irritata.
- Si lo è - Mentii guardando verso il basso - Sto bene -
- Bugiarda- Ribatté duramente. Dietro ai suoi occhi c'era insicurezza e io non sapevo cosa fare. Mi prese di sorpresa, muovendo le sue dita sui miei fianchi e facendomi il solletico, facendo così sfuggire dalla mia bocca una grande quantità di risate incontrollabili. Le sue labbra si incurvarono in un sorriso quando mi vide ridere.
- Smettila!- Gridai, ridendo mentre il suo corpo si librava sopra il mio, entrambe le nostre risate riempivano la sala. Lui prese le mie braccia con una mano portandole sopra la mia testa e solleticandomi il fianco con l'altra, mentre mi dimenavo ridendo sotto il suo tocco.
- Questo - Disse, guardandomi, il suo sorriso era raggiante differente dalla sua solita personalità, tenebrosa, scontrosa e impassibile. Chinò la sua testa premendo il suo naso contro il mio - E' un vero proprio sorriso-
Le sue labbra erano pericolosamente vicino alle mie, presto entrambi ce ne rendemmo conto. Le mie gambe erano avvolte attorno alla sua vita mentre lui era sopra di me e i nostri petti in movimento si toccavano a vicenda.
- Mi dispiace - Dissi a bassa voce. L'atmosfera nella stanza era completamente cambiata. Stavo per allontanarmi da lui, le mie guance erano arrossate dall'imbarazzo, ma invece, fermamente mi afferrò, mosse le mie gambe in modo che, le mie ginocchia fossero rivolte verso l'alto, abbassandosi maggiormente tenendo il suo peso corporeo con un gomito.
Il suo braccio si insinuò dietro la mia spina dorsale, facendomi inarcare la schiena, sgranai gli occhi quando sentii le sue labbra sopra le mie, provocandomi la pelle d'oca.
Sentii una sensazione di calore allo stomaco, come un piccolo fuoco, che si estese poi in tutto il corpo. Ero solo elettrizzata dal modo in cui le sue dita toccavano la mia pelle e come il suo petto si scontrasse contro il mio.
- Cosa mi stai facendo? - Disse a bassa voce, le sue labbra erano appena contro le mie e il suo pollice si posò delicatamente sotto il mio mento.
Avrei voluto anch'io fargli la stessa domanda.
Lentamente, si sporse verso il basso fino a quando le sue labbra furono sulle mie e le sue mani mi accarezzavano i fianchi mentre tirò il mio labbro inferiore tra i denti, facendomi ansimare il suo nome, incoraggiandolo così ulteriormente.
Le sue labbra erano affamate contro le mie. Quel bacio mi stava lasciando senza fiato, annebbiandomi la mia mente e facendomi pensare a mala pena. I nostri corpi erano strettamente premuti l'uno contro l'altro. Le sue dita affondarono maggiormente nei miei fianchi, molto probabilmente lasciandomi dei lividi. Mentre io piagnucolai contro la sua bocca aperta, in parte per la sua rude presa e in parte per la nuova sensazione incredibile che mi faceva provare, ogni volta che faceva scontrare i miei fianchi contro i suoi. Non avrei mai pensato che una persona mi potesse coinvolgere così tanto, ma c'era quella parte di me che avrebbe voluto staccare la spina, facendoci fermare per quello che sarebbe venuto dopo.
Ma in quel momento, io ero la falena e Calum era la fiamma. Eravamo troppo attratti gli uni dagli altri per fermarci.
Le sue labbra viaggiarono lungo la mia mascella fino alla mia clavicola, persistendo sul mio collo e provocandomi una serie di scosse elettriche che percorrevano tutto il mio corpo.
In tutti questi movimenti disperati, le nostre labbra che combattevo contro un predominio, lui afferrò le mie cosce posizionandole attorno alla sua vita e digrignando i suoi fianchi contro i miei, marchiando la mia pelle con le sue labbra.
Le sue labbra tornarono sulle mie, mentre io fui sopraffatta dal sapore di menta e nicotina delle sue labbra e dal modo in cui muoveva le mani sotto al mio vestito. Le sue mani andarono giù e incominciarono a giocare con l'orlo del mio vestito bianco provocandomi altri brividi lungo la schiena. Lo volevo disperatamente, ma staccai le mie labbra dalle sue, fermandoci e cercando di schiarirmi le idee.
I suoi occhi si fecero più scuri, mi guardò e mi fece una domanda, suggellando così il mio destino.
- Vuoi questo?-
Si.
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Out Of Order || Calum Hood
FanfictionMargot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione ingenua e una paura di innamorarsi. Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entr...