I'd Be So Ashamed If I Were In Here.

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Furnald Hall, era la sala del mio dormitorio, aveva la reputazione di essere un posto tranquillo. Anche se questo significava meno socializzazione, ma non mi dispiaceva affatto. Quel giorno, sentii su di me come un centinaia di sguardi e il silenzio era assordante.

La camminata lungo il corridoio del bagno al mio dormitorio la sentii più lunga del solita. E la mia mente vagava ancora nelle cose che erano state dette da Lance ed a malapena notai la precarietà di uno dei quattro libri che tenevo fra le braccia.

Ma prima che potei notare il loro stato di precarietà, uno di loro cadde, e naturalmente il rumore improvviso mi spaventò, facendomi cadere a terra tutto quello che aveva tra le mani, cercando di raccogliere il mio materiale maldestramente.

Un sacco di persone erano in corridoio, ma nessuno, non una persona mi aiutò. Ci fu un silenzio improvviso che cadde su ogni singola persona. Ognuno stava lì, a guardarmi, e con fatica raccattai le mie cose, senza dire una parola.

Appena mi alzai camminai velocemente, tenendo la testa china e stringendo al petto le mie cose, cercando di ignorare i deboli sussurri al mio passaggio.

-Nel bagno? Lei e Calum Hood? Quel Calum Hood?-

-Già,proprio lui-

-Come può conoscerlo? Io è da quando sono qui che cerco di andare alle sue feste-

Il mio polso accelerò e cominciai a sentire le vertigini. Naturalmente ero a portata d'orecchio e capii immediatamente che le voci fossero su di me. Era solo questione di tempo.

La mia mente lampeggiò a quella sera in cui Calum venne qui da me. La ragazza con le unghie dipinte di un blu elettrico che perdeva tempo a lavarsi le mani e che Calum la congedò con freddezza. Il pettegolezzo non si  diffuse così velocemente di quanto pensassi. Ma non ero sorpresa che avesse fatto notizia che '' la matricola e il ricco e famoso cattivo ragazzo: Calum Hood, erano in bagno insieme alle due del mattino''. Credo che nessuno ci avrebbe creduto in un primo momento.

Ogni sguardo che ricevevo era praticamente identico a gli altri. Un misto di incredulità, gelosia e disgusto.

Le mie mani incominciarono a tremare e improvvisamente mi sentii male. Una ragazza mi derise, quando per poco non mi vide accelerare il mio passo, sentivo le lacrime di ansia pizzicarmi dietro gli occhi e mi sembrava che le pareti di quel corridoio si stringessero sempre più attorno a me.

Appena arrivai davanti alla porta della mia stanza, presi un respiro profondo, e mi concentrai per aprire più rapidamente possibile quella porta ed entrare dentro. Ma nervosamente armeggiai maldestramente con la chiave tanto che la feci cadere.

Sentii una risata proveniente da qualcuno alle mie spalle. Feci del mio meglio per ignorarla e aprii la porta, chiudendomela dietro alle mie spalle.

La prima cosa che vidi appena fui dentro, fu Roxanne distesa nel letto a pancia in giù profondamente addormentata. I suoi capelli bruni erano un po' più chiari da quello che vidi e indossava ancora i vestiti di ieri sera.

-Roxanne...- Dissi, appoggiando i miei libri sulla scrivania e rapidamente cambiandomi in una felpa della Columbia grigia e degli skinny color magenta.

-Mmmh- Lei gemette, senza muovere un muscolo.

-Sei sveglia?-

-Lo sono adesso-

-Non hai lezione fra.... tipo dieci minuti?-

Ci fu un silenzio spaventoso.

Poi improvvisamente le coperte si alzarono e Roxanne saltò rapidamente giù dal letto, per poi dirigersi verso il suo telefono e simultaneamente togliersi i vestiti di ieri sera.

Out Of Order || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora