You Don't Treat Me Well Ashton. And You're Not A Nice Guy

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Il suono del traffico sottostante si riversava dalla finestra aperta e feci del mio meglio per concentrarmi sul take-away giapponese del ristorante del piano di sotto e di quello che avevo di fronte a me. Il volto di Ashton. Avevo evitato di parlare di come si fosse fatto l'occhio nero. Qualsiasi cosa ma il fatto che lui mi continuasse a mentire mi innervosiva.

-Stai a malapena mangiando- Mi disse chiaro e tondo Ashton.

-Mi dispiace- Cercai di venire fuori con le parole, ma tutto quello che riuscii a fare fu aumentare il silenzio imbarazzante.

-Dovresti mangiare qualcosa. Hai preso, che cosa? Due morsi?-

-E' davvero buono! E' solo che non ho molta fame-

Il che era vero, ultimamente ero così al limite che praticamente avevo perso l'appetito.

-Certo, che non ne hai- Alzò gli occhi al cielo.

-Che cosa dovrebbe significare?-

-E solo... ti comporti in modo così strano. Come se fossi arrabbiata per qualcosa-

-Non sono arrabbiata per niente- Mentii, decidendo di non alzare un polverone e di dargli il beneficio del dubbio. Perchè mai dovrei fidarmi di quello che mi disse Calum, in ogni modo.

-Va bene. Allora, ti prego. Mangia qualcosa?- Chiese esasperato, sapendo che stavo camminando su una patina sottile di ghiaccio.

-Io... Non ho proprio fame- Dissi, giocando con le bacchette con il tonkatsu. Ma prima che potessi tentare di placare Ashton e non rovinare l'intera serata, il mio piatto venne rapidamente strappato via da me.

-Cosa...- Comincia, con gli occhi sbarrati, mentre lui camminava senza tanti complimenti verso la cucina con entrambi i nostri piatti in mano.

Lui non mi rispose e tutto quello che sentii fu il suono dei piatti che venivano fatti cadere amaramente nel lavandino, misi la testa tra le mani.

Senza dire una parola, Ashton tornò al tavolo e raccolse i bicchieri e tovaglioli.

-Questo era per?- Dissi alzandomi e seguendolo in cucina.

-Beh, non avevi fame- Disse con la schiena rivolta verso di me e girando la manopola del rubinetto, la sua voce era grondante di acidità.- E lo so che sei arrabbiata per qualcosa, quindi cazzo non mentirmi-

Mi venne quasi da ridere, non riuscivo a credere che fosse così ipocrita. Qualsiasi decisione avessi preso si dissolse e decisi che avrei dovuto affrontare l'argomento. Meritavo di sapere la verità e di sapere perchè mi avesse mentito.

-Vuoi parlare di mentire? Ieri sera mi hai detto che dovevi studiare, ma so che sei andato alla festa di Calum. Non volevo dirtelo perchè sentivo il bisogno di stare nel benificio del dubbio e perchè non desidero litigare. Ma ora ho bisogno di parlarne-

Rimase in silenzio così continuai.

-Dimmi come ti sei fatto quell'occhio nero. E per favore, dimmi la verità. Non sopporto che la gente mi menta-

-Sono andato alla festa di Calum e ci siamo azzuffati-

-Calum mi ha detto che eri andato alla sua festa, ma non mi ha detto che vi siete azzuffati. Perchè vi siete picchiati?-

-Calum ha parlato con te?-

-Si, non vedo...-

-Maledizone, Margot! Sai cosa provo per lui e sai che tipo di persona è. Perchè diavolo lo hai fatto?-

Ignorò quello che gli dissi.

-Ho capito che stava succedendo qualcosa da quando ti ho visto parlare con lui alla festa di Michael. Che cosa, scoperai con lui ma non vuoi scopare con me?-

-Come hai potuto dire una cosa del genere? Calum e io non abbiamo mai dormito insieme!-

-Davvero? Perchè invece questo e quello che dicono al campus e online-

-Sono solo voci, Ashton. Non avrei mai...-

-Non mi interessa. Voglio stare con te e tu vuoi stare con me e lui sta provando a fermarci. Voglio che non gli parli più-

-Non puoi dire agli altri di non parlarmi e dirmi con chi posso o non posso parlare. Non trattarmi come una bambina-

-Beh, allora smettila di agire come tale!-

Le sue parole furono come uno schiaffo in pieno viso e anche se lui sapeva che quelle parole mi facevano male, continuò.

-Dovresti essere grata che io volessi stare con te. E se non vuoi accettare l'offerta che ti è stata posta, allora è solo una tua perdita. Lance aveva ragione. Vuoi essere una scrittrice, Margot? Beh, stronzate. Pensi che, poiché sei alla Columbia e ti sei trasferita a New York, saresti stata in grado di iniziare a vivere. Ebbene, quello che stai facendo in questo momento, non è vivere. Hai sempre giocato sul sicuro e sono certo che tutta la tua vita è così. Continua a scrivere il tuo diario, pensando di diventare un'importante scrittrice, ma sai una cosa? Non sarai mai una vera scrittrice. Lance è un vero scrittore. Hutch è un vero scrittore. Sono persone che hanno realmente sperimentato il dolore e non hanno speso tutta la loro vita racchiusi in una bolla del cazzo. Che vivono in una città del sud perfetta con una famiglia perfetta e cercando di vivere indirettamente attraverso dei romanzi. Uno scrittore è tale con la somma delle sue esperienze e della realtà in cui vive, e tu non ne hai nessuna. Chiamami quando avrai fumato una sigaretta e smetterai di essere una puritana-

Ashton tirò con disinvoltura la birra dal frigo e l'aprì, prendendo un sorso. Ero così arrabbiata che sentivo le lacrime premere.

-Wow- Non avevo parole. Presi le mie cose, mentre un forte dolore acuto colpì il mio petto. -Pensi che la mia vita sia perfetta? Pensi che io non abbia mai provato il dolore vero? Tu non mi conosci affatto- Uscii dalla cucina, verso la porta e lui mi seguì, appoggiandosi al divano e gridandomi dietro.

-Non dimentichiamoci che ti abbiamo fatto interessare alle feste e ai club, in primo luogo. Fai un passo da quella porta e puoi dimenticarteli. Non pensare nemmeno di ritornare strisciando dall'unico ragazzo che ti ha trattato bene-

Tenni il telaio della porta con la mano e con la schiena rivolta ancora verso di lui. La mia mente lampeggiò a tutte le feste a cui ero andata con Ashton, sentendomi come se fossi la sua ombra, essenda nota come ''la ragazza di Ashton'' invece che Margot.

-Non mi hai mai trattato bene, Ashton. E tu non sei un bravo ragazzo- Dissi chiudendo la porta dietro di me.

Out Of Order || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora