Six Letters, Two Syllables, One Person

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Calum's POV

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Guardai velocemente l'orologio prima di accelerare sulla strada. Mi sembravano essere passati secoli dall'ultima volta che ritornai a casa. E solo adesso mi ricordai quale fu la causa che mi rifece ritornare a casa l'ultima volta.

La casa della mia infanzia. La casa dei miei genitori. La ''residenza'' o ''villa '' estiva, aveva un viale quasi lungo un miglio, metà era occupato da boschi e l'altra metà vi erano distese di prati perfettamente curati. Era bellissima,  questo non lo potevo negare, ma tutta quella distanza non mi aiutava quando si era in ritardo di quindici minuti per incontrare mia madre.

Potevo quasi sentire la sua voce, squillante ma fastidiosamente gentile, che in un modo tra l'aggressivo e il tranquillo mi rimproverasse per il mio ritardo.

Le guardie riconobbero la mia macchina e mi aprirono il cancello dicendomi un rapido ''Bentornato''. Mi ricordai quando ero ragazzino ed ero in macchina con quel testa di cazzo di mio padre sentivo sempre un '' Bentornato signor Hood '' e adesso, cresciuto faceva un po' strano sentirselo dire. Sembrava il nome di un uomo con una moglie e una famiglia, che beveva Scotch e giocava a Golf durante il fine settimana. Era come se quel nome appartenesse a qualcun altro. Qualcuno che non fossi io.

Una volta sorpassate quelle distese di prato e guidato sul vialetto di ghiaia, parcheggiai la macchina nella parte anteriore della casa, misi le chiavi in tasca prima di camminare davanti alla porta e suonare il campanello.

Ci fu un breve momento di pace prima che sentii aprirsi il grande portone ritrovandomi mia madre, vestita con dei tacchi alti e un vestito color crema. Mi accolse nel foyer, abbracciandomi e baciandomi la guancia prima di andare nella grande sala da pranzo.

Rimanemmo nel foyer per alcuni secondi in silenzio, poi, lei aprì bocca per parlare, ma la fermai prima che iniziasse.

-Lo so. Sono in ritardo-

Mi fece un sorriso tirato, e mi sorprese che non replicasse ma rispose con un semplice '' Va bene '' . Posai le chiavi nel banco accanto alla porta e mi guardai attorno, nulla era cambiato. Qualche cornice contenente vecchie foto scattate sul bancone e un paio di nuovi dipinti al muro, ma tutto ero lo stesso.

-Volevi che ti passassi a trovare- Dissi trattenendo di alzare gli occhi al cielo. Mi sentivo così strano vestito con una t-shirt nera e degli skinny neri strappati al ginocchio, mentre parlavo con mia madre, la regina di Pristine.

-Oh si!- Disse eccessivamente cordiale come se si fosse dimenticati che io dovessi venirla a trovarla, ma in realtà è perchè lo voleva lei - Perchè non parliamo in salotto?-

La suola dei suoi tacchi color crema colpì il pavimento di marmo bianco, echeggiando nella stanza prima di sedersi sul divano.

-Come stai?- Chiese accavallando le gambe e appoggiando le mani sul suo grembo.

-Bene-

Con la coda dell'occhio vidi sul mobiletto lo Scotch che beveva mio padre e strinsi i pugni. Anche se fosse necessario per gli affari, in modo pratico, avevo sempre odiato quella bevanda. Invece mio padre amava lo Scotch e io odiavo mio padre. Quindi non era una sorpresa se odiassi ogni cosa che riguardasse quell'uomo.

-E Luke, Michael e Ashton? Ho pranzato con le madri di Luke e Micheal la settimana scorsa-

La mia mascella si strinse appena sentii menzionare il nome di Ashton, ma nascosi quell'azione con l'indifferenza.

-Stanno bene- Dissi toccandomi il piede, mia madre mi guardava con aria di rimprovero mentre fissava i miei skinny strappati e i cerotti sulle nocche.

Out Of Order || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora