ATTENZIONE: Il capitolo contiene scene di violenza fisica e accenni a violenza sessuale.
-Vieni alla festa? - Mi chiese Roxy con una mano appoggiata allo stipite della porta, e nell'altra teneva il suo astuccio dei trucchi.
Ero sommersa dal lavoro dopo la prima settimana anche se avessi avuto il fine settimana per completare i miei saggi, preferivo finire il tutto entro stasera. Ma ancora in me giocava l'idea di uscire di nuovo, nonostante tutto quello che era successo una settimana fa.
- Di chi è la festa? -
- Calum Hood. Ma non è nel suo attico, credo -
L'immagine del 21enne logore e insensibile che incontrai una settimana fa si fece strada nella mia mente con una sigaretta tra la bocca, sentii un sapore amaro nella parte posteriore della gola.
-Solo, non venire mai più alle mie feste. Tu non appartieni a quei posti, in ogni caso -
Scossi la testa cercando di scacciare via quelle parole. Ad ogni modo ero occupata abbastanza per non pensarci.
-Sto bene. Ho molto da fare - Dissi, portandomi una ciocca rossa dietro l'orecchio e portando il mio evidenziatore sul testo di antropologia, abbozzando un sorriso.
-Beh, l'offerta è sempre valida - Rispose Roxy brillantemente - Ci saranno altre festa a cui andare -
-A proposito, come riesce a dare feste ogni fine settimana? - Chiesi, solcando le sopracciglia.
- Non sempre sono organizzate come questa - Disse ridendo - Ed è questo il punto, la gente si presenta. Circola sempre alcol e droga alle sue feste. Quando sei ricco sfondato come lui ti puoi permettere di tutto -
-Beh, divertiti - Sospirai e Roxy si diresse verso i bagni.
Il mio telefono vibrò, lo presi e declinai gentilmente l'invito simile da parte di Luke, indecisa prima se premere il tasto per la segreteria.
Mia madre e Jake, il mio fratellino, durante questa settimana mi avevano chiamato più volte e quello che avevo fatto era stato ignorare le loro chiamate.
Mi sentivo male per non averli risposto, ma era ancora troppo presto e non sapevo se riuscissi ancora a sentire le loro voci. Mi rendeva troppo triste e colpevole e mi mancava essere a casa, quando, invece, disperatamente non lo volevo. Sopratutto dopo tutto quello che era successo.
Una volta assicuratami che Roxy se ne fosse andata, mi sedetti sul piumino blu del mio letto iniziando ad aprire la mia segreteria. Il primo messaggio era di mia madre. La sua voce era fredda e dura, con una ferita cucita dietro ad ogni parola.
Non la biasimavo.
Il secondo era di Jake, sussurrava nel telefono di casa. Era arrabbiato e aveva tutte le ragioni per esserlo. Aveva solo otto anni e non poteva capire cosa stava succedendo o perchè tutti erano tristi o perchè li avevo lasciati così all'improvviso.
-Me lo hai promesso-
Quando successe, tutti avevamo cercato un modo per far fronte a quella situazione. Per Jake era rabbia, confusione e lacrime. Per mia madre era il silenzio. E io ancora non riuscivo a capire quello che stavo facendo.
Il terzo messaggio era ancora di Jake, e me lo aspettavo come quello di prima, in cui mi diceva che ero un'egoista per averli lasciati e per averlo lasciato solo laggiù.
Ma quando sentii nell'altra linea un minuto di pianto soffocato, tutto quello che feci fu stringere un cuscino mentre il mio respiro tremò, cercavo disperatamente di non scoppiare a piangere insieme a lui.
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Out Of Order || Calum Hood
FanficMargot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione ingenua e una paura di innamorarsi. Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entr...
