N/A: PASSATE A LEGGERE DANGEROUS GAME || CALUM HOOD, LA MIA NUOVA FANFICTION.
Calum's P.O.V
Sabato, 9.25 a.m.
Margot fece la sua comparsa scendendo l'ultimo gradino delle scale e camminò verso la sala da pranzo, con addosso una felpa del mio vecchio liceo e un paio di calze grigie. I suoi capelli rossi le incorniciavano il viso, facendo risaltare i suoi occhi verdi.
La mia felpa era quasi qualche taglia in più, ma nonostante ciò le arrivava a metà coscia era innegabilmente provocante, ma in un modo senza pretese. Margot si accorse che la stavo guardando e sorrise, timidamente tirò giù la felpa prima di sedersi sulla sedia difronte a me nel tavolo da pranzo.
Guardò fuori dalle ampie vetrate con vista sulla città che circondavano la sala da pranzo, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e appoggiò i gomiti sul tavolo.
-Hai dormito bene?- Mi chiese.
Raramente riuscivo a dormire sonni tranquilli.
-Si, bene. Tu?-
Lei mi sorrise, annuendo.
-Si-
Mi schiarii la gola.
-Sicura di aver dormito bene? Avevi freddo?-
-No, dormo sempre bene quando vengo qui- Abbassò lo sguardo, sorridendo. Potevo dire che fosse in imbarazzo – E mi dispiace essere sempre qui-
-No -Scossi la testa - Mi piace averti qui-
Ci fu un breve silenzio, ma lo interruppi.
-Sicura di aver dormito bene?-
-Si, Calum- Rise – Ti prometto che ho dormito bene-
-Ok- Presi un sorso di caffè e poi guardai verso di lei- Oh, giusto. Cosa vuoi da mangiare?-
-Fai tu- Si morse il labbro inferiore - Ma non crearti problemi-
-Nessun problema. Che cosa vuoi? Cereali? Frutta?- Mi alzai e mi morsi il labbro inferiore per il nervoso. Considerando che avrei fatto qualche cazzata - Ti avrei fatto preparare dei pancakes o qualcosa di simile ma oggi Nilda si è presa il giorno libero-
Lei scosse la testa ardentemente.
-No,sul serio. Non vorrei crearti problemi o niente. La frutta va benissimo -
Camminai verso lo scaffale dei vini della cucina, dirigendomi poi sul lato opposto e raggiunsi il frigo. Fortunatamente quando lo aprii, trovai la macedonia che Nilda aveva preparato ieri sera. Ne presi qualche cucchiaiata, mettendola dentro una ciotola bianca e una forchetta in esso, sperando che fosse ancora buona.
-Vuoi qualcosa da bere?- Chiesi dalla cucina, a voce abbastanza alta in modo che mi potesse sentire.
-Umhh... del succo va bene-
Presi un bicchiere e lasciai la cucina portando il tutto con me. Passai la ciotola con la macedonia a Margot e le posai il bicchiere di fronte. I suoi occhi si illuminarono e mi ringraziò, sistemandosi sulla sedia, sedendosi a gambe incrociate prima di afferrare la forchetta.
-Wow, sembra buona- Disse portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di prendere la forchetta e raccogliendo un pezzo di ananas - Mi piace- Alzò lo sguardo e mi sorrise- Questa è guava?-
-Umh, credo di si. Penso che ci sia dell'ananas, guava, fragole e mango-
-E' buona- Mi sorrise, mettendomi fuori ogni volta.
Bevvi un sorso del mio caffè scrutandola da sopra l'orlo della tazza. Non avevo mai avuto modo di stare con lei la mattina dopo. Ogni volta che lei dormiva qua, io non c'ero quasi mai la mattina successiva.
Margot stava mangiando mentre io bevevo il caffè osservandola, ed anche se fossimo rimasti in silenzio, questo momento era così perfetto da far male.
Mi faceva male, ogni frammento di quel momento. Margot mi beccò ad osservarla, si morse il labbro inferiore, sorridendo. Nessuno di noi due avrebbe detto nulla, entrambi ci stavamo godendo la mattinata ed era questo il nostro modo di stare seduti uno di fronte all'altro.
Ogni volta che mi guardava, la sua pelle chiara e i suoi occhi verdi che sembravano diventare più luminosi quando il sole li rifletteva, sentivo il mio cuore essere strappato e il petto farmi male. Perchè il suo sorriso era troppo contagioso da poter essere ignorato, ed era troppo bella per esistere e tutto questo era troppo bello per essere vero.
Margot non faceva altro che farmi bene, ma io ero anche il tipo di persona che avrebbe mandato tutto a puttane e lei non meritava tutto questo.
Prese un'altra forchettata dalla sua macedonia e guardò fuori dalla vetrata, e non feci altro che continuare a fissare le sue labbra. Non riuscivo a smettere di guardarla e ogni singolo sguardo lo sentivo come un passo verso la fine, quando lei sarebbe stata strappata via da me.
Margot era entrata nella mia vita come un colpo di fortuna, un evento casuale, qualcosa fuori dal mio controllo e sapevo che lei mi avrebbe lasciato in questo modo.
Bevvi un sorso dal mio caffè e lei andò verso la grande vetrata, appoggiandosi contro vetro e ammirando il panorama della città sottostante. Gli alberi colorati di arancione e rosso, la vivace città che conoscevo fin troppo bene.
-Non è bellissimo?- Chiese
Non stavo nemmeno guardano la vetrata, i miei occhi erano solo su di lei.
-Si lo è-
E poi i miei pensieri vennero interrotti dal suono metallico del mio cellulare che segnava un messaggio.
Da: Michael
Ti stai godendo il tuo week-end da una botta e via?
Compiaciuto pezzo di merda. Scossi la testa, quasi ridendo e rapidamente gli risposi scrivendo un '' vaffanculo '' prima di bloccare il mio telefono.
-Che cos'era?- Margot chiese.
Rimisi il cellulare nella tasca dei miei pantaloni della tutta grigia.
-Niente-
Mi alzai e andai verso la vetrata, avvolgendo le mie braccia intorno alla sua vita da dietro.
-Cosa ti piacerebbe fare oggi?-
Sospirò prima di canticchiare pensierosa.
-Nulla-
Sentii il suo corpo contro il mio e immediatamente pensai che ci fosse sempre stato qualcosa di autodistruttivo in me, forse che distruggeva anche tutte le persone che mi stavano attorno. E quando l'avevo vista la prima volta avevo voluto che mi stesse lontano, e ancora adesso lo facevo. Ma più cercavo di allontanare Margot, più fallivo.
Così mi chinai e bacia la parte superiore dei suoi capelli.
-Allora completiamo questo nulla insieme-
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Out Of Order || Calum Hood
FanfictionMargot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione ingenua e una paura di innamorarsi. Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entr...
