Anything But Calling Her Or Thinking About Her

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Calum's P.O.V

Lei era proprio come lui e cazzo, io odiavo questa cosa.

Ma la cosa che odiavo di più, fu come mi guardò con il suo sguardo distrutto e fu lì che la vidi l'ultima volta.

Era un mercoledì notte e probabilmente non avrei dovuto essere ubriaco marcio come lo ero. Ma sinceramente non mi importava. Avevo un armadio pieno di liquori a casa mia, ma difficilmente mi ubriacavo come si deve seduto su quel divano bianco.

-Signor Hood, desidera un altro drink? -

Signor Hood. Probabilmente avrei riso per come suonasse il cognome di mio padre, avrei potuto benissimo ribattere. Ma invece feci una smorfia e ordinai un altro whiskey.

Questo club era solamente per le persone in giacca e cravatta. Ma ero solo l'unica persona rimasta, così allentai la mia cravatta di seta e aprii con difficoltà i primi bottoni della mia camicia bianca che probabilmente valeva più dello stipendio di questo cameriere.

Le mie azioni andavano bene e il Calum di qualche mese fa avrebbe speso la metà di queste azioni in droga. L'altra metà, invece, l'avrebbe usata per comprare altra merda e probabilmente mi sarei ritrovato nel retro di qualche Ferrari o Porche o Bugatti con Casey o Brooke o Traci.

Ma adesso, usavo la metà di quei soldi per investirli in altre azioni, proprio come il resto degli stronzi, assettati di denaro di Wall Street. Proprio come mio padre mi disse che avrei dovuto fare e proprio come Alec mi disse che avrei dovuto fare.

Non mi importavano quelle cose perchè ad un certo punto la società sarebbe stata mia, anche se fossimo stati classificati quarti nella lista: Fortune 500 Company, o che le nostre azioni di classe A fossero le più alte sul New York Stock Exchange a 175.565 milioni di dollari o addirittura che il networth della Hood & Co. Fosse più di 278.950 milioni di dollari.

Numeri inutili e informazioni che perforavano la mia mente.

Quando guardai il mio telefono vidi le due chiamate da mia madre, i tre messaggi di Luke e le sei chiamate perse di mio padre e una del suo assistente esecutivo Shayna.

Invece di rispondere, spensi il telefono e finii il liquido ambrato. Una leggera smorfia si dipinse sul mio volto quando posai il bicchiere sul tavolo di mogano e feci un breve cenno al cameriere dietro al bancone.

Armeggiai con le chiavi, nonostante consapevole del fatto che non avrei dovuto guidare in quelle condizioni.

Ero ubriaco ma la mia non era quel tipo di sbornia solita che ti prendevi quando ti divertivi con gli amici. Era la seconda, quella peggiore. Quella che mi portava alla rabbia, mi rendeva pericoloso e mi faceva causare delle risse.

Proprio come mio padre.

Ma anche se avessi avuto un incidente d'auto, probabilmente ne sarei uscito pulito, solo pagando la mia causa. Avevo imparato ad agire proprio come un adolescente, finire in mezzo ai guai e poi pagare per uscirne fuori. Ma ormai non ero più un adolescente.

Per quanto stupido sembrasse, avrei preferito spendere quei soldi per comprare un nuovo vestito a Margot, anziché usarli per tirarmi fuori dai guai. Sapevo di averle rovinato il vestito quella notte in cui lei mi aveva fasciato le mani e mi sentivo come se dovessi ripulire il casino che avevo combinato. Mi feci un appunto mentale di chiamare un personal stylist che avrebbe rimediato il danno che avevo fatto, ma lo avrei fatto in seguito. Ma probabilmente mi odiava e non la biasimavo.

Tutto ciò che Amber le aveva detto su di me era vero, lei a malapena scalpiva la superficie. Avevo combinato un casino, in seguito sarei dovuto restare lì con lei, invece di alzarmi dal letto e trattandola come qualsiasi altra persona.

Anche se dovevo finire degli affari e del lavoro, ma avrei dovuto almeno la decenza di farglielo sapere.

Io ero abituato al ''una e botta via'' o alle avventure che duravano un paio di giorni, ma non alle ragazze come lei che avevano compiuto appena diciotto anni e che davano fiducia in tutto quello che incontravano.

La mia mente ubriaca pensò di chiamarla, ma sapevo che lei non mi avrebbe risposto. E io non avrei dovuto. Io non ero buono ed entrambi lo sapevamo.

Ignorai la figura di qualcuno che camminava sul marciapiede verso di me. Salii in macchina e accessi il motore, sapendo esattamente quale fosse la mia routine. Guidare fino a casa, probabilmente distruggere qualcosa per la rabbia, bere l'ennesimo bicchiere e poi crollare.

Tutto tranne che chiamarla o pensarla.

Io ero come il fuoco e lei era quella con un corpo di carta e tutto quello che avrei fatto l'avrebbe bruciata.

Out Of Order || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora