The Calm After The Storm

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-Ti prometto che staremo qui per un minuto e poi ce ne andremo - Camminò Ashton con la mano in tasca, dandomi una sguardo di rassicurazione, se si trattasse di rassicurare me o lui non lo sapevo.

Annuii silenziosamente e svoltammo in un angolo che non conoscevo. Era venerdì sera e Calum normalmente organizzava feste, ma eravamo ancora a Williamsburg e Calum era a Manhattan, così mi sentii un po' più a mio agio.

-Se vuoi stare un po' di più, tranquillo. Non ci sono problemi- Non volevo che per lui fossi come un'incombenza.

-No, va bene. Davvero, non ho bisogno di rimanere molto. Devo solo farmi vedere da una persona e poi andare-

Ashton teneva una confezione di birra da sei in mano e con l'altra suonò il campanello, appoggiandosi allo stipite della porta con indifferenza. Guardai la confezione da sei e fui colpita come lui non avesse nemmeno bisogno di un documento falso per comprarla. Questi erano gli amici di Ashton e io ero la più piccola qui.

La porta scricchiolò momentaneamente per poi aprirsi, rivelando un volto che avevo già visto prima.

Ashton sorrise.

-Allora, ho sentito che c'è una festa stasera e si faranno un mucchio di stronzate, così ho pensato di venire- Ashton sollevò la confezione da sei in alto -Perchè io sono un bravo ragazzo, ma ho anche sentito che chi ha organizzato la festa è un testa di cazzo e che il padre è un famoso regista e ha troppi soldi da buttare via-

Lui sorrise.

-Ashton Irwin, presuntuoso stronzo-

-Michael Clifford, pezzo di merda- Ashton sorrise e si strinsero la mano prima di chiudere il loro braccio sinistro intorno alla loro parte posteriore con le mani ancora giunte, battendosi più volte la spalla in un abbraccio.

-Mi conosci fottutamente troppo a lungo, amico-

-Merda, lo so-

-Questa è Margot- Sorrisi e mi presentai, anche se già lo conoscevo, implorai in silenzio che Michael non disse nulla riguardo all'ultima volta che ci vidimo a casa di Calum. Mi sorrise ironicamente, come se sapesse qualcosa e senza dire una parola mantenne il segreto che mi avrebbe potuto rovinare.

-Piacere di conoscerti, Margot-

Michael ci introdusse dentro, verso la cucina e l'aria era già praticamente densa di fumo, ma con un sacco di persone diverse, era un'ambiente differente pieno di risate.

E meno strisce bianche sopra ai tavolini da caffè.

Ashton si accese una sigaretta e si riempì il bicchiere mentre parlava con Michael del suo anno passato da Junior.

La risata di Ashton fu abbondante e piena, echeggiando per tutta la stanza per poi avvolgere il suo braccio attorno alla mia vita e attirarmi a se e accarezzandomi il fianco, tracciando linee immaginarie. Dopo tutto era felice e sarei potuta stare in quella posizione per sempre, con le sue braccia che mi tenevano saldamente. Ma la posizione delle sue braccia era scomoda e imbarazzante, e io non mi sentivo bene a differenza da quando lo aveva fatto Calum con la sua presa delicata come se avesse paura di ferirmi da un momento all'altro. E non sapevo per quale motivo ma Ashton e Michael continuavano a ridere e in quel momento mi sentii improvvisamente sola.

-Sei una matricola?-

Sbattei due volte le palpebre velocemente e mi sentii come se fossi appena riemersa da sott'acqua, ma sorrisi comunque. Era la prima volta che aprivo bocca da quando ero arrivata a questa festa.

-Si-

-Come sei finita a frequentare Ashton?- Mi chiese un ragazzo con i capelli alla Kurt Cobain e una felpa della New York University, riempiendosi il bicchiere di birra.

Out Of Order || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora