N/A: Inflame -Micheal Clifford è la mia nuova fanfiction.
Calum's P.O.V
-Non ti vedo da parecchio tempo-
-E per una buona ragione-
Ashton sorrise tristemente, la sua mascella era stretta. Si guardò intorno alla cucina vuota e poi guardò oltre alle sue spalle verso la festa.
-Sai, mi chiedo sempre cosa ti sia successo. Sei sempre una persona terribile, ma qualcosa è cambiato. E mi preoccuperei se effetivamente mi importasse-
-Non c'è niente di cui preoccuparsi. Smettila di sputare merda, non è tuo fottuto dovere-
-Non essere così permaloso- Disse Ashton alzando le mani.
Ci fu un attimo di silenzio e poi mi alzai dallo sgabello dell'isola, irritato.
-Aspetta, perchè te ne stai andando?- Mi chiese.
-Hai detto che volevi parlarmi. Ovviamente, non hai niente di cui parlarmi che valga la pena del mio tempo-
-In realtà, lo stavo per fare-
-Allora illuminami. Di cosa volevi parlare-
Ashton si fece serio.
-Ti devo parlare di due cose. La prima è: voglio sapere cosa c'è tra te e Margot. E la seconda è: voglio sapere perchè hai incendiato la macchina di Aaron-
Mi rimboccai le maniche della camicia e risi.
-E perchè mai si tratterebbe di un tuo affare?-
-Perchè Aaron è mio amico e Margot è la mia ragazza-
Questa cosa mi fece ridere ancora di più.
-Ne sei sicuro?-
Ashton sbattè le palpebre più volte, insicuro.
-Come pensavo- Dissi, sorridendo e prendendo il mio bicchiere, in procinto di uscire.
-Hei! Non ho finito con te-
Sorrisi fermamente.
-Si, ma io ho finito con te-
-Margot è una ragazza bella, dolce e sta con me. Trovati un'altra puttana da scoparti-
-Tu non la possiedi- Sbeffeggiai.
-Ascolta, tutto quello che voglio sapere è cosa è successo tra te e lei. E non dirmi puttanate. Avete scopato o cosa?-
Flettei le dita formando i pugni lungo i mie fianchi.
-Non parlare di lei in quel modo-
-Stai parlando anche te allo stesso modo, stronzo- Ashton rise- Ad ogni modo, voglio dire, ero praticamente sicuro al 100% che lei fosse vergine, ma non mi importa più di tanto essere il secondo. Voglio solo sapere se lo avete fatto e se è finita o no-
-Ti ho detto che non devi parlare di lei in quel cazzo di modo-
Ashton sorrise.
-Non lo avete fatto è così! Wow, non sapevo che avrei colpito un nervo scoperto-
-Ashton, non incominciare con me-
-Wow, ti dovrai sentire una merda. Sapere che tu non potrai e io si. Ti devi fare pena, amico. Voglio dire, probabilmente lei è così fottutamente stretta- Stavo praticamente ribollendo di rabbia, lui stava crollando.- E quelle labbra carnose, cazzo. Non ti preoccupare, quando me lo succhierà per la prima volta ti manderò una letterata dettagliata per sapere cosa ti sei perso-
E prima che me ne accorgessi, il mio pugno si connesse con il suo volto.
Vidi che l'interno della sua bocca stava sanguinando, ma non mi interessava. Mi abbassai verso di lui, pronto a riempirlo di pugni, quando sentii la porta aprirsi velocemente e Luke e Michael correre dentro, mi allontanarono da lui il più velocemente possibile afferrandomi dalle braccia.
Me li scrollai di dosso, allontanandomi e mi alzai le maniche, fissando il pezzo di merda di fronte a me che era inginocchiato, cercando di alzarsi.
-Non parlare di nuovo di lei in quel modo-
Mi sentii come se volessi prenderlo a pugni nuovamente, ma non ne valeva la pena. Ashton sputò una boccata di sangue per terra, non in grado di guardarmi negli occhi.
Adesso avevo finito con lui.
-Porta il tuo culo fuori-
Margot's P.O.V
Sospirai guardando gli annunci della metropolitana che era praticamente vuota alle due del mattina.
Roxanne si era addormentata piangendo con la testa sulle mie cosce, e non la biasimavo.
Lei e Lance avevano litigato sulla via di ritorna per la casa di Lance a Williamsburg, la fece scendere dalla macchina, andandosene.
I suoi abiti erano freddi e umidi per via dei minuti sotto la pioggia, mentre io avevo preso la metro fino a Brooklyn e trascorsi quasi venti minuti sotto la pioggia battente cercando di trovarla, consapevole che mi sarei presa una polmite per via della mia febbre.
Entrambe eravamo infreddolite e bagnate, aspettando che la metro si fermasse alla fermata vicino ai nostri dormitori. Avevamo avute entrambe una giornata orribile.
E nonostante mi sentissi completamente senza speranze, qualcosa mi fece prendere il gratta e vinci nella mia tasca completamente bagnata, realizzando che quel pezzetto di carta fosse ancora lì. Dimenticandomi completamente che fosse ancora lì.
Non so perchè, ma scoppiai a piangere. E per la prima volta, stavo versando lacrime di tristezza.
E' tutto ciò era strano, perchè fu una giornata terrbile, forse la peggiore della mia vita. Era come se tutti fossero contro di me, per un motivo o per un'altro, capendo che la mia vita fosse un casino ed ero seduta sul vagone di una metropolitana di una città che avevo appena capito.
Ma quel pezzo di carta lo sentivo come l'unico frammento di fortuna che avessi. Un barlume di possibilità per le cose che andassero in meglio.
Quando uscimmo dalle metropolitana, andammo nell'unico ristorante cinese aperto fino alle tre del mattino.
-Pensi che dovrei rompere con lui?-
Gli occhi di Roxy non incontrarono mai i mie, come se si vergognasse. Vergognasse di avermi telefonato un sabato sera. Si vergognasse che la fossi venuta a prendere a alle due del mattino perchè il suo ragazzo l'aveva sbattuta fuori dalla macchina lasciandola a piedi.
I suoi capelli erano raccolti, ancora bagnati, dei cerchi viola sotto i suoi occhi e guardava verso il basso.
Era sconvolta. Entrambe lo eravamo.
-Che cos'è?-
Chiazze di vernice sulla camicia. Fumo di sigarette. Carnagione olivastra.Inchiostro sulle dita ruvide.
-Questo è qualcosa a cui sto lavorando-
Tre mesi prima. A Day To Remember. Ventiquattro punti. Troppe lacrime per poterle contare.
-Hei, perchè piangi?-
-Sono triste-
-Lo so, lo so. Ma non devi esserlo più-
Due giorni dopo. Pianto.Rottura. Porte sbattute. Poi il nulla. Cinque giorni. Cinque mesi. Nove anni. Nessuna spiegazione.
Ci fu silenzio, nessuno di noi alzò lo sguardo. Tante cose aspettavano di essere dette, che entrambe volevamo dire, ma non lo facemmo.
Così ascoltammo il ronzio del riscaldamento del ristornate cinese, guardando i nostri piatti, alla ricerca di un significato oltre a tutto il vuoto e le scuse non dette.
-No- Ripetè a bassa voce, la sua voce si strappò- Lance e io...Staremo bene...Starò bene-
E poi crollò, singhiozzando.
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Out Of Order || Calum Hood
FanfictionMargot Harris è una matricola dellla Columbia University con una visione ingenua e una paura di innamorarsi. Calum Hood è il crudele, figlio di un miliardario e un senior della Columbia University con un passato oscuro e un gusto del rischio. Entr...