Capitolo 10

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SARAH

Dopo qualche ora passata a parlare di libri, di infanzia, di posti del cuore, e a mangiare i manicaretti di Adele, ci rimettiamo in macchina. Sono quasi le undici, ma mamma sapeva dove fossi e non ha fatto storie. Prima o poi quest'estasi per Joseph finirà, e lei tornerà ad essere la madre protettiva che è sempre stata, ma per ora me la godo.

Mentre guardo la città che mi corre intorno, continuo a pensare a come, poco fa, abbia sviato l'argomento Sofia. Non ci siamo più tornati, eppure la curiosità mi sta martellando. «Ma non vi vedete mai, tu e Sofia?» azzardo, buttandola lì con finta noncuranza.

«Nel fine settimana, come te e Simone» risponde pacato.

«Sì, ma... insomma... io vivo con mia madre, non posso uscire quando voglio»

«Non sembra» ridacchia, accennando all'orario. Mi torturo le mani, un po' in difficoltà.

«A mia madre tu piaci. Non so perché ma si fida e non fa storie»

«E Simone non le piace?»

«Non molto» ammetto. Lui ridacchia ma non infierisce e io mi giro a guardarlo per analizzare ogni sua espressione. Non penso abbia secondi fini, con me. Stiamo costruendo davvero una bella e sincera amicizia, eppure da qualche tempo, lo vedo insofferente nei confronti di Simone. Quasi infastidito.

«Comunque», riprende, «Sofia passa le sue giornate tra accademia e provini, e spesso la sera viene invitata a feste a cui a me non va di andare. Riusciamo a ritagliarci momenti per noi, ma non condividiamo molti interessi» spiega tranquillo.

«Pensi che questa cosa potrebbe infastidirli?» Sono preoccupata, sì, perché, al contrario, potrei dare di matto. Eppure la mia preoccupazione non mi impedisce di coltivare un'amicizia che, al momento, mi fa stare bene. Forse sono anche un'ipocrita.

«Penso che non ci sia niente di male in un'amicizia e che non dobbiamo spiegazioni a nessuno»

«Però nessuno lo sa...» Alza un po' il mento, come fa spesso quando ha qualcosa sulla punta della lingua ma aspetta qualche secondo a dirla per trovare le parole più giuste.

«Per me non è un problema dirlo ma, per rispondere alla tua domanda iniziale, sì, potrebbe infastidirli. Non è sbagliato, comunque. Non è sbagliata la nostra amicizia. Ma se ti crea problemi, possiamo smettere». All'improvviso, mi paralizzo. Smettere? Non voglio smettere. Non voglio rovinare quello che stiamo creando, non voglio rinunciarci. Non c'è niente di male.

«No» quasi urlo. Una risatina soddisfatta è la sua unica risposta. Si ferma sotto casa mia e, come al solito, scende dall'auto e fa il giro per raggiungermi.

«Anche loro hanno degli amici. Non è un problema». La sua sicurezza, e la dolcezza con cui mi accarezza il viso, mi tranquillizzano. Se Simone mi chiedesse di chiudere con Joseph, non credo lo farei. Non saprei scegliere. Amo Simone, ne sono convinta, e sono convinta che possa fidarsi di me. Non voglio niente più dell'amicizia da nessun altro. Ma Jo mi capisce, mi ascolta, non mi giudica. Mi comprende come nemmeno Letizia riesce a comprendermi. Gli basta uno sguardo per capire come sto, e gli basta un mio cenno, spesso involontario, per trascinarmi via da situazioni che non mi fanno stare a mio agio. Simone non ci riesce mai. Per lui devo, semplicemente, stare bene dove sta bene lui.

«Ma come mai piaccio tanto a tua madre?» chiede, curioso, dopo un po'.

«Ricordi l'aperitivo organizzato per presentare Simone a mia madre?» Lui annuisce. Era fine agosto. Io e Simone ci vedevamo da un paio di mesi, ormai, le cose stavano diventando serie e mia madre continuava a fare domande. Quando ho detto a Simone che avrei voluto presentargliela, è andato nel panico; ha preteso un posto pubblico, all'aperto e si è portato dietro il suo migliore amico. «Lei odia i lecchini, quelli che vogliono piacere a tutti i costi. Simone è stato due ore a fare il simpatico, tu due ore zitto. Sei intervenuto solo per parlare di Pirandello e lì l'hai conquistata» spiego ridendo. «In più, prima che diventassimo amici, le raccontavo di quanto mi sentissi in soggezione con te, perché mi facevi sentire una bambina...»

«Non dovrebbe odiarmi, per questo?»

«Mia madre è fatta così... preferisce una brutta verità a una bella bugia. Dice che le persone troppo solari, troppo euforiche, sono finte... che nessuno può essere sempre contento»

«Comunque mi dispiace» sussurra, abbassando leggermente il capo.

«Di cosa?»

«Di come ti ho fatta sentire» sussurra, guardandomi negli occhi. «Non ti ho davvero mai vista come una bambina, e spero tu adesso mi creda»

«Ti credevo anche la prima volta che me lo hai detto. Sai... sei un introverso, e a volte gli introversi vengono fraintesi»

«Spesso invidio Simone» ammette. «Lui è sempre così... così... adatto alle situazioni. Non sembra mai fuori posto. Io mi sento fuori posto ovunque. Il più delle volte mi sento antipatico, uno che se la tira»

«Direi più sulle tue... selettivo»

«Io non ci uscirei con me, se fossi un'altra persona»

«Faresti male... non sei facile da capire, ma se ti apri doni all'altra persona un mondo a cui è difficile rinunciare. Io, adesso, non rinuncerei mai a te nella mia vita» confesso. Lui si imbarazza e comincia a guardarsi intorno. In questo è come me, odia i complimenti.

Forse dovremmo salutarci. La serata è finita, domani c'è scuola, eppure nessuno dei due vuole andarsene. Ci guardiamo quasi in imbarazzo, come se fossimo tornati all'inizio, a prima di tutto questo. Come se ci stessimo conoscendo per la prima volta. Siamo impacciati, immobili in un momento quasi infinito. Quasi magico.

È lui che, schiarendosi la voce con un colpo di tosse, rompe il momento. «E quindi l'amica tua s'è presa una cotta» bofonchia. Socchiudo gli occhi. Vuole davvero parlare di Letizia adesso?

«A quanto pare» mi limito a dire.

«Mi dispiace»

«Perché?» Mi guarda negli occhi ed io ci vedo un universo di frasi non dette, nei suoi. Si sfrega le mani mentre con la lingua, lentamente, segue tutta la superficie della sua bocca. Poi deglutisce, sorride nervoso e sospira.

«Mi interessa altro» dice alla fine. Ma certo che gli interessa altro, è fidanzato con una modella aspirante attrice che sembra appena uscita da Hollywood. Ovviamente, gli interessa altro.








Buon pomeriggio, gente!

Eccoci con un nuovo capitolo. So che la storia procede a rilento, ma voglio davvero farvi capire bene i personaggi, i rapporti che li legano, i sottotesti che legge Sarah in tutte le persone che la circondano. Prometto che, andando avanti, diventerà tutto più dinamico.

Spero, comunque, che questa storia continui a piacervi come mi state dimostrando. Vi sono davvero immensamente grata per il tempo che mi dedicate leggendo le mie parole.

Nei prossimi giorni non sarò molto presente ma cercherò di pubblicare il più possibile.

Grazie ancora e, come al solito, fatevi sentire con qualche commento <3

Sai di nuvola // HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora