Capitolo 28

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JOSEPH

«Ohi mi ascolti? Ma che c'hai oggi?» Annuisco ad Azzurra, che mi guarda preoccupata, scusandomi.

«Stanotte non ho chiuso occhio» mi giustifico. Lei sorride comprensiva.

«Hai litigato ancora con Sarah?»

«No, anzi... abbiamo fatto pace» ammetto, mentre sento un sorrisino compiaciuto e vincente spuntarmi sul volto.

«E allora? Come mai così pensieroso?»

«Eh... come mai...» Approfitto della libreria vuota e la invito fuori per una sigaretta. Il lunedì mattina non c'è mai troppo lavoro e riusciamo a prendercela comoda. Ci sediamo sullo scalino all'ingresso e mentre lei attiva l'iqos, io giro un drummino, rimettendo poi tutto in tasca e accendendolo.

«Allora? Non tenermi sulle spine» mi incita. Faccio un tiro profondo, tenendo un po' il fumo in bocca prima di ributtarlo fuori.

«Ci siamo baciati» dico semplicemente. Avrei potuto girarci intorno, tirarla per le lunghe, raccontarle per filo e per segno ogni minuto di questa notte. La verità è che volevo dirle del bacio da quando ho messo piede in libreria. Lei urlicchia entusiasta, manifestando a gran voce ciò che per settimane ha tenuto dentro. Né lei né Alice mi hanno mai detto nulla su Sarah, su me e lei, su Sofia, su Simone. Non a parole, almeno. Ma le conosco così bene, che non serviva questo tifo urlato per capire chi sostenessero. Sofia non gli è mai piaciuta, e Alice me lo ha ripetuto per anni tanto che, scoperto il tradimento, non ne è rimasta affatto sorpresa.

Con Simone la situazione era diversa. Lui già c'era, quando io e Ali siamo diventati amici, e lo ha sempre tollerato. E, come lei, anche Azzurra lo ha sempre tollerato.

Le racconto poi tutta la notte, ogni parola, ogni gesto, ogni emozioni e vedo gli occhi della mia amica brillare di contentezza.

«E quindi cosa ti preoccupa?» Mi stringo nelle spalle, provando a esprimere i miei dubbi in modo conciso e coerente.

«Lei fino a una settimana fa stava con Simone... è innamorata di Simone» ammetto, preoccupato.

«Pensi non lo volesse davvero?»

«Non lo so... penso sia confusa, e non vorrei confonderla di più... non vorrei che si sentisse costretta... o in colpa»

«Sai, Jo... secondo me ti stai fasciando la testa prima di rompertela. Parlate... credo sia il modo migliore per capire entrambi cosa provate»

«A saperlo fare» mi lamento. Ridacchia, lasciandomi un buffetto leggero sulla spalla.

«Sai farlo, e sai farlo anche bene... quando ti impegni» mi schernisce bonariamente. Non lo so, credo lei sia sfacciatamente di parte, nonostante sia bravissima a farmi notare ogni errore che commetto, ma in questo momento è la sua parte irrazionale e legata a me ad avere la meglio. La verità è che sono un imbranato, con le parole, soprattutto quando si tratta di parlare di me e di ciò che provo. L'ansia di sbagliare prende il sopravvento e mi chiude la gola. Le parole, nitide nella mia testa, diventano mugugni incomprensibili. Devo avere tanta confidenza, per riuscire ad esprimere me stesso. Ci riesco con lei e Alice, ci sono sempre riuscito con Simone. E, inspiegabilmente, ci riesco con Sarah.

«Ti dispiace se ti lascio un paio di ore?» Lei sorride accondiscendente, invitandomi a sparire. Le lascio un bacio schioccante sulla guancia, prendo il chiodo e scappo via. È quasi ora di pranzo, e voglio stare con lei. Con lei, che odia mangiare da sola.

Quando arrivo fuori scuola, la campanella di fine giornata è già suonata da un po'. Ho provato a correre, ma il traffico di Roma è stato un acerrimo nemico. Ho lasciato la macchina a qualche isolato, preferendo una rigenerante corsa sotto il sole cocente delle due. Arrivo trafelato e col fiato corto e la vedo. Il karma mi ha assistito!

Insieme a lei, inaspettatamente, vedo anche Simone. Per un momento mi sento spaesato. Fatico a respirare, e non credo sia ancora per la corsa. Le tempie pulsano, la testa gira e la sensazione è di non stare più nel mio corpo. Potrei farmi prendere dalla furia, correre da loro, urlare. Provo a respirare e cerco di calmarmi. Mi ha già visto una volta fuori di me, e non deve capitare ancora. Perché, nonostante il suo no, so di averle fatto paura.

Stringo i pugni in una morsa dolorosa, sento le unghie conficcarsi nella pelle e cerco di scaricare ogni tensione. Non so niente. Non so perché lui sia qui, non so di cosa stiano parlando. Non so nemmeno se lo ha chiamato lei. Non so nulla.

Inizio ad avvicinarmi con calma, mentre li osservo parlare animatamente. Stanno litigando. È quando lo vedo strattonarla, che inizio a non capire più nulla e ogni buon proposito di calma se ne va a fanculo. Corro verso di loro e, come quella sera al bar, lo prendo dalla maglietta e lo stacco da lei. Questa volta senza picchiarlo.

«Eccolo, il cavaliere senza macchia e senza paura» mi schernisce. «Sei venuto a prendere la fidanzatina?» aggiunge. Io lo ignoro, accogliendo tra le mie braccia una Sarah tremante e impaurita.

«Andiamo via» le sussurro, tenendola stretta a me e accarezzandole i capelli.

«Hai fatto la morale a me ma sei un ipocrita» mi urla dietro Simone. «Sei un bugiardo, un traditore, un pezzo di merda». Le sue parole non mi toccano. Nulla di ciò che dice è vero. Non sa niente di me, di noi, di quello che ci lega e del rispetto che gli abbiamo portato per settimane, nonostante non ne meritasse un briciolo.

Per mesi ho represso sentimenti che pensavo di non dover provare, che credevo sbagliati. Non ho fatto nulla per allontanarli, l'ho tutelato e difeso, rischiando di perdere lei. Avrei potuto remargli contro, dipingerlo come un mostro, come lui ha provato a fare con me mentre, di nascosto, come un viscido serpente, andava a letto con la mia ragazza.

Mi sono sentito in colpa, perché iniziavo a innamorarmi di Sarah. Ho nascosto a me stesso e al mondo ogni mia emozione, pur di non ferirlo.

«Come ti senti?» le chiedo, quando arriviamo alla macchina.

«Confusa» dice semplicemente, e a me viene un groppo di terrore alla gola. «Andiamo a casa?» mi chiede supplichevole. Annuisco e apro la macchina e lei, una volta dentro, mi prende la mano destra nelle sue e non la lascia un attimo, nemmeno quando devo cambiare marcia. 

Sai di nuvola // HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora