SARAH
«Quindi finisce così? Tanti saluti e chi si è visto, si è visto?» Ritrovarmi davanti Joseph fuori scuola mi spiazza. Quando ieri, a tarda notte, ho riacceso il telefono non c'erano chiamate o messaggi né da lui né da Simone. Non che me le aspettassi, ma speravo in qualche dimostrazione d'affetto.
Alla fine stamattina, dopo averci dormito un po' su, ho chiamato Simone per dirgli che non avrei più visto il suo amico, che tenevo troppo alla nostra storia per rovinarla. Lui è sembrato accomodante, seppur freddo nelle sue risposte monosillabiche.
Dentro di me speravo di ricevere un segnale da Jo, un motivo che mi portasse a fare un passo indietro. Una dimostrazione di quanto quell'amicizia non fosse poi così sbagliata. Dimostrazione che mi sbatte in faccia alle otto di mattina, fuori dal cancello della mia scuola.
«Mi hai detto di scegliere a chi credere e ho scelto»
«Pensavo fossimo amici»
«Lo pensavo anche io, ma te l'ho detto la mia relazione è più importante»
«Eppure non dicevi così, qualche giorno fa. O sbaglio?» insinua, avvicinandosi appena. I suoi occhi su di me mi disturbano. Lui è bravo a capirmi. Troppo bravo. Gli viene naturale tanto che a volte mi sento emotivamente nuda davanti a lui, senza alcuna difesa.
«Lo dicevo quando pensavo fosse solo amicizia»
«E non lo pensi più? Cosa pensi che sia?»
«Smetti di manipolarmi» sbraito. Lo vedo ridacchiare, mordersi appena il labbro inferiore e scuotere il capo con dissenso. «Vuoi negarlo?»
«Come ti starei manipolando?»
«Così! Tu dici frasi a metà, insinui qualcosa senza mai spiegarti fino in fondo. Instilli dubbi in me sperando che io prenda decisioni che non voglio prendere»
«Se fossi così tanto bravo a manipolare, ora non staremmo litigando, non credi?»
«Litighiamo perché Simone mi ha aperto gli occhi!» Sentendo le mie parole, la sua risatina appena accennata diventa un ghigno.
«È incredibile. Tu sei incredibile. Pensi che ti stia manipolando perché Simone ti ha convinta di ciò senza capire che il vero manipolatore è lui. Ti prende in giro, Sarah! Ti prende in giro da mesi e non te ne sei mai accorta» sbotta. Vedo nei suoi occhi un velo di paura e di pentimento. Quelle parole sono uscite come una valanga incontrollabile e ora vorrebbe solo mordersi la lingua e tornare sui suoi passi. Non avrebbe voluto dire niente, glielo leggo sul volto pallido e stanco.
«Che significa?» chiedo con voce tremante. Scorgo Letizia, dietro di lui. Ci guarda curiosa e quasi compiaciuta, mentre noi ci scanniamo.
«Niente, non significa niente. Parlane con lui»
«Ne sto parlando con te, me la devi una spiegazione»
«Non ti devo nulla! Non siamo amici, no? L'hai detto tu. Hai deciso di fidarti di Simone, quindi vai a chiedere a Simone» e, per l'ennesima volta, scappa via.
Qualche giorno dopo
Le parole di Joseph sono rimaste bloccate nel limbo della mia incertezza. Ho provato a parlarne con Simone, ma ogni volta lui sviava, non rispondeva o la buttava sul "fa così perché ti vuole". Dopo giorni di confusione, alla fine me ne sono convinta anche io. Forse si è davvero preso una sbandata.
Il weekend è arrivato veloce, e io non ho più sentito né visto Jo, dopo quel lunedì mattina. A quanto pare, nemmeno Simone, che ora è qui davanti a me con la sua birra in mano, l'ha più visto.
«Non esce nessuno stasera?» chiedo, riferendomi a tutti e a nessuno. Solitamente con noi, oltre a Joseph, ci sono anche Alice e Azzurra, ma sembrano sparite anche loro.
«Avevano altro da fare» taglia corto guardandosi intorno.
«Chi cerchi?»
«Nessuno» borbotta. Sembra agitato e continua a guardare il cellulare con apprensione.
E poi è un attimo.
Joseph arriva come una furia, seguito da Alice e Azzurra che provano a fermarlo. Si fionda su Simone, lo prende dalla maglietta e comincia a picchiarlo. Non l'ho mai visto così, non sembra lui.
«Dovevi scoparti anche lei?» urla, tra un pugno e l'altro. Sgrano gli occhi e, finalmente, è tutto chiaro. Le parole di Joseph, le stranezze di Simone, Alice che prova a mettermi in guardia.
Quando uno dei camerieri riesce a staccarli, Jo è ancora una furia. Simone si tampona il naso con una decina di fazzoletti mentre il cameriere, aiutato da un altro accorso poco dopo, tiene Joseph per le spalle.
«Allora? Non ti bastavano tutte le altre, dovevi scoparti anche Sofia?»
Sento il mondo crollarmi addosso. Guardo Simone, con gli occhi fissi sul pavimento; poi Joseph, che sembra si stia calmando.
«Era questo che non volevi dirmi?» balbetto, travolta dalle lacrime. Lui respira a fondo, tranquillizzando i camerieri che, finalmente, lo lasciano andare.
«Non spettava a me dirtelo» si giustifica.
«Stronzate» urlo. «Io te l'avrei detto, l'avessi saputo. Sei un egoista, un bugiardo, uno stronzo! Hai millantato amicizia, ma che razza di amico sei? Hai permesso che mi prendesse in giro per mesi»
«Sono anche amico suo»
«E gli hai appena spaccato la faccia». Mi asciugo le lacrime con un movimento veloce delle mani e sento qualcuno stringermi da dietro. Mi volto e vedo Alice. «Non voglio vederti mai più». Lo dico rivolta a Joseph, guardandolo negli occhi, eppure il sospiro di Simone mi fa capire che sia arrivato bene anche a lui il messaggio.
Alice mi trascina fuori e quando siamo nel parcheggio, lontane da occhi indiscreti, finalmente mi lascio andare a un pianto per niente silenzioso. La ragazza mi prende tra le sue braccia, accarezzandomi dolcemente i capelli e accogliendo tutto il mio sfogo.
«Non sapeva come dirtelo» prova a giustificare il suo amico.
«Non difenderlo» sbraito. «Non ha giustificazioni. Sono mesi che va avanti, no? Lo sapevate tutti, immagino». Alice sospira colpevole.
«Non stava a noi dirtelo»
«A voi no, hai ragione. A te e ad Azzurra. Ma lui mi riempie di cazzate da settimane»
«Ha provato a dirti di lasciarlo»
«Senza spiegarmi perché... sembrava un pazzo»
«Ha dei modi strani di dimostrare il bene... ma te ne vuole, credimi»
«Sa'» l'arrivo di Joseph ci interrompe. Azzurra è rimasta dentro con Simone. «Mi volevo scusare»
«Non mi importa»
«Volevo dirtelo, te lo giuro... ma mi ha sempre detto che l'avrebbe fatto lui, che stava solo cercando il momento migliore»
«Hai permesso che mi prendesse in giro per mesi»
«Mi dispiace, davvero»
«Non. Mi. Importa.» ripeto, scandendo ogni parola. Mi asciugo ancora gli occhi, lo guardo con tutto il disprezzo di cui sono capace e li lascio lì, perdendomi nel buio.
Ed eccoci qui, segreto svelato.
Ero indecisa se postare adesso perché non ho ancora pronto il prossimo capitolo ma, alla fine, la voglia di farvi leggere era troppa e non potevo lasciarvi ancora nell'incertezza.
Non giudicateli troppo, pensate che tutti commettiamo degli sbagli e provate a capire le ragioni di ognuno (eccetto Simone, lui potete odiarlo)
A presto <3